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Giornata Internazionale della Biodiversità: “Siamo parte della soluzione”

Si celebra oggi la Giornata Internazionale della Biodiversità (International day for biological diversity). Ricorrenza istituita nel 2000 dalle Nazioni Unite che annualmente ci ricorda un evento importante nel percorso di salvaguardia delle specie, animali e vegetali, del Pianeta: il 22 maggio 1992 a Nairobi, in Kenya, veniva infatti adottata la Convenzione sulla diversità biologica, aperta nel mese di giugno del medesimo anno alla firma dei singoli Stati durante il Summit di Rio de Jaineiro. Un accordo internazionale che in primo luogo chiarisce cosa si intenda per “biodiversità”, ovvero la “variabilità degli organismi viventi di ogni origine, inclusi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici dei quali fanno parte; essa comprende la diversità all’interno di ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi”. In secondo luogo definisce degli obiettivi da perseguire, ovvero la conservazione di tale patrimonio naturale, l’uso sostenibile degli elementi costitutivi della biodiversità e la ripartizione equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse energetiche.

“Siamo parte della soluzione”

Ogni anno l’Assemblea Generale dell’ONU sceglie un focus specifico per la Giornata Internazionale della Biodiversità, che anche quest’anno, come nel 2020, è frutto delle riflessioni indotte dalla pandemia del Covid-19. Lo scorso anno si era scelto come tema “Le nostre soluzioni sono nella natura” (Our solutions are in nature). Nel 2021 si fa un passo avanti: “Siamo parte della soluzione per la natura” (We are part of the solution #ForNature).

Come si legge sul sito ufficiale della CBD (Convention of Biological Diversity) tale slogan è stato scelto per ricordare, al pari dello scorso anno, che la biodiversità resta la risposta alla maggioranza delle sfide dello sviluppo sostenibile. “Dalle soluzioni basate sulla natura al clima, ai problemi di salute, alla sicurezza alimentare e idrica e ai mezzi di sussistenza sostenibili; la biodiversità è il fondamento su cui possiamo ricostruire un mondo migliore.”

L’ONU persevera nell’intenzione di far comprendere al mondo ciò che la pandemia dovrebbe averci insegnato, ovvero che “se la biodiversità ha un problema, anche l’umanità ha un problema.”

Accanto alla questione sanitaria, al problema dei “salti di specie” e delle zoonosi, di cui sentiamo abbondantemente parlare da oltre un anno, le Nazioni Unite evidenziano con lo slogan di questo anno quanto la biodiversità rappresenti per noi effimeri esseri umani un vaso di Pandora, di cui dovremmo imparare ad essere gelosi custodi. Invertire dunque la rotta di distruzione intrapresa che, secondo le stime più recenti, vede alterati per mano umana circa i 3/4 degli ecosistemi terrestri e 2/3 di quelli marini.

Alterazione di ambienti che equivale ad alterazione di equilibri su scala planetaria. Basti pensare al ruolo centrale delle foreste nell’assorbimento di CO2 ed emissione di ossigeno. O alle conseguenze dello scioglimento dei ghiacci, da non leggersi soltanto come aumento dei livelli dei mari ma di una più generale alterazione dei pattern climatici con intensificazione dei famosi eventi estremi.

Un necessario mea culpa

Come ogni anno, in occasione della Giornata Internazionale della Biodiversità, tocca fare un mea culpa di fronte alla lista di specie estinte e a rischio estinzione in crescita. Sono oltre 170 le specie estintesi negli ultimi 20 anni. Un numero esorbitante in un tempo ristretto, in un mondo che si dice votato alla sostenibilità. C’è ancora molto da fare. Il WWF nel mese di ottobre ha evidenziato come l’Italia sia già di suo un Paese campione in termini di Liste Rosse, con metà delle specie protette in cattivo stato di conservazione. E la situazione non è di molto migliore al di fuori dei confini nazionali.

“La maggior parte dei Governi del mondo è ormai concorde sul fatto che, nonostante numerose azioni positive svolte da diversi Paesi, la maggior parte degli obiettivi del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 (gli “obiettivi di Aichi”) non sarà raggiunto entro il 2020 e che il Pianeta stia per affrontare una crisi ambientale senza precedenti, con un numero elevatissimo di specie sull’orlo dell’estinzione – si leggeva sul sito del Ministero della Transizione Ecologica nel 2020, riconosciuto come anno della Biodiversità – . Nel prossimo decennio saranno necessarie azioni incisive e molto più efficaci per invertire la rotta e imboccare la strada per un futuro sostenibile.”

Accanto all’impegno “dei piani alti” è importante porre maggiore attenzione anche sui gesti della nostra vita quotidiana. L’AVIF (Associazione Vivaisti Forestali) invita quest’anno a riflettere, ad esempio, su quanto una “banale” azione che svolgiamo in maniera spontanea durante un viaggio possa avere ampie ripercussioni in natura: riportare a casa “souvenir viventi”.

“Ogni pianta – si legge sul sito AVIF -, è originaria di un certo luogo ed è in quel luogo che essa è utile sia all’ecosistema sia all’uomo. Per questo, è importante prevenire la diffusione in natura delle specie vegetali alloctone, cioè delle piante esotiche, così come dispone anche il Regolamento (UE) 1143/2014.”

Biodiversità di montagna

Dagli ecosistemi del mondo in generale facciamo un salto negli ecosistemi montani, per comprendere quanta biodiversità custodiscano le montagne del mondo. Secondo il CBD le montagne coprono il 27% del Pianeta e forniscono acqua ad oltre metà della popolazione umana. Secondo le stime più recenti, gli ambienti montani ospitano un quarto della biodiversità terrestre e includono circa metà degli “hotspot” di biodiversità, aree estremamente ricche di specie, dunque prioritariamente da difendere.

L’80% del cibo del mondo vede come base 20 specie vegetali, di cui 6 caratteristiche dell’ambiente montano. Il CBD evidenzia che le montagne del mondo, a confronto con le aree di pianura, siano uno scrigno senza pari di endemismi. “Il numero degli endemismi è spesso alto, in particolare sulle montagne a quote medie nei tropici e nelle zone temperate più calde. Per alcuni taxa, le montagne hanno agito come rifugio dal cambiamento climatico o da specie concorrenti e spesso rappresentano importanti siti di speciazione. Le specie montane con ristretta tolleranza alle condizioni del proprio habitat, in particolare quelle che abitano quote elevate e quelle con bassa capacità di dispersione, sono quelle a maggior rischio.” 

Negli scorsi mesi vi abbiamo riportato l’esempio della regione alpina, dove il progressivo ritiro dei ghiacci sta ponendo a rischio il 50% delle specie vegetali d’alta quota.

Accanto alle piante non dobbiamo certo dimenticare le numerose specie animali che popolano tali habitat, alcune estremamente rare e a rischio estinzione, come il gorilla di montagna, il leopardo delle nevi o il leone di montagna. Senza andare fino in Himalaya pensiamo all’orso bruno marsicano, alla salamandra di Lanza, alla lince, all’aquila reale, l’elenco è davvero esteso.

Si tratta in sintesi di ambienti fragili e vulnerabili, le cui maggiori minacce sono rappresentate dalle pratiche errate di utilizzo del suolo, dallo sviluppo di infrastrutture, dal turismo non sostenibile, dallo sfruttamento eccessivo delle risorse, dalla frammentazione degli habitat e naturalmente dal cambiamento climatico.

A livello internazionale la Giornata sarà commemorata mediante una campagna informativa online, promossa dal CBD e realizzata con contributi video inviati da tutti gli Stati firmatari. Saranno invece molteplici gli eventi virtuali e non, promossi a livello nazionale, a partire dalle Università che proporranno seminari sul tema alle associazioni che promuoveranno escursioni nel verde.

Riserve naturali dello Stato aperte al pubblico

Vi evidenziamo in particolare l’iniziativa a cura del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, ovvero l’apertura al pubblico di alcune delle più belle Riserve naturali dello Stato, per vivere una giornata di svago e conoscenza della tutela ambientale.

“Il 22 maggio le Riserve Naturali dello Stato gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità si aprono ai visitatori per mostrare le bellezze della natura e spiegare l’importanza della loro tutela – si legge nel comunicato ufficiale – . Il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, infatti, attraverso 28 Reparti gestisce 130 Riserve Naturali Statali e 19 aree demaniali, un vero distillato di natura dove sono tutelati habitat di fondamentale importanza per la sopravvivenza di tante specie animali e vegetali a rischio di estinzione. Un’attività che unisce la vigilanza, allo studio, ricerca e attività sul campo per consentire la conservazione e la ricostituzione della biodiversità. A queste missioni si affianca l’educazione alla legalità ambientale, fondamentale opera per la prevenzione dei reati contro l’ambiente. Proprio nell’ottica di favorire la conoscenza della natura tutti i 28 Reparti Carabinieri Biodiversità organizzeranno visite guidate, laboratori e attività dedicate a piccoli e adulti per vivere una giornata in natura. Tanti i gioielli naturali visitabili gratuitamente dai cittadini come il Feudo Intramonti e il lago di Campotosto in Abruzzo o la Pineta di Ravenna ma anche l’opportunità di conoscere uno dei più grandi CRASE, Centri Recupero Animali Selvatici Ed Esotici, come quello di Formichella in Umbria. Visitare queste aree di rara bellezza sarà l’occasione per scoprire l’attività dell’Arma a tutela dell’ambiente e della biodiversità e conoscere l’importanza di adottare comportamenti eco sostenibili.”

Per conoscere i programmi e le riserve aperte è possibile consultare il sito www.carabinieri.it.

Il video di presentazione del Biodiversity Day 2021

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