Ambiente

Nove consigli pratici per essere sostenibili in montagna

Secondo la FAO – Organizzazione per il Cibo e l’Agricoltura delle Nazioni Unite – le montagne sono una risorsa imprescindibile per l’umanità: coprono il 27 per cento della superficie delle terre emerse, sono abitate da oltre un miliardo di persone, e hanno dato i natali a sei delle venti colture alimentari più importanti al mondo: patate, pomodori, mele, sorgo, orzo e granoturco. Più della metà degli abitanti della Terra utilizza acqua che sgorga dalle sorgenti di montagna. Le alte terre ospitano una biodiversità superiore a qualsiasi altra eco-regione del Pianeta: sono però ecosistemi fragili, vulnerabili a mutamenti climatici, inquinamento, attività di sfruttamento minerario e pratiche agricole sbagliate. Per questa ragione la FAO ritiene che sia fondamentale incentivare politiche, leggi e ricerca scientifica a favore della montagna. È importante che ognuno di noi faccia la sua parte, impegnandosi attivamente per preservare l’ambiente montano. Quando si parla di comportamenti green si pensa spesso a scelte radicali, da ambientalisti integralisti. Non è così. Sostenibilità significa un mix di scelte giuste e mirate. Per questa ragione abbiamo elaborato nove “passi”, ovvero consigli pratici, esempi di comportamenti sostenibili da tenere in montagna.

Primo passo: MEGLIO UNA REALTÀ SOSTENIBILE

Per conoscere davvero l’anima di un luogo e di un popolo, è importante evitare tour organizzati, preferendo piccoli alberghi e strutture minori, come b&b, agriturismi, campeggi. E poi, almeno una volta, provare il CouchSurfing! Un approccio green inizia prima di arrivare a destinazione: durante la fase di organizzazione e prenotazione è possibile scegliere tra strutture ricettive sostenibili, come quelle certificate con uno dei marchi ambientali EU Ecolabel, Green Globe, Travelife, EMAS, Green Key o Bio Hotels. Realtà immerse nella natura e circondate dal verde, a basso impatto ambientale, in grado di favorire il vero sviluppo delle popolazioni locali.

Secondo passo: PREDILIGERE UN’ESPERIENZA GREEN

Evitare aree affollate in periodi di alta stagione (vedi il Lago di Braies e le Tre Cime di Lavaredo ad agosto): l’eccessiva pressione altera l’equilibrio dell’habitat. Raggiungere i rifugi utilizzando i sentieri, evitando di allontanarsi da essi, per non impattare sulla flora e la fauna, e fare sempre attenzione alla segnaletica, evitando di mettersi in situazioni di pericolo. Imparare le regole di ciascun parco prima di addentrarsi in natura, raccogliere un fiore protetto può costare caro oltre a danneggiare la biodiversità.

Terzo passo: SCEGLIERE PRODOTTI LOCALI

Portarsi i panini dalla città per il pranzo? Anche no. Sostenibilità significa soprattutto sostenere l’economia delle alte terre comprando i prodotti della zona. Per questa ragione è preferibile fermarsi ad acquistare le eccellenze alimentari locali, come il miele, la cui tradizione è fortemente radicata nel folclore popolare di molte aree montane: un vero toccasana per la salute e il benessere. La montagna ci tiene a mantenere vive le proprie consuetudini: nei laboratori dei maestri artigiani si trovano manufatti unici, come quelli in legno, fatti a mano con sapienza storica.

Quarto passo: NON DISTURBARE LA FAUNA 

Non avvicinare orsi, lupi, volpi e scoiattoli. Se vogliamo osservarli basta rimanere fermi e in silenzio e avere pazienza. Ricordiamoci che non possiamo prevedere come reagiranno, magari ci potrebbero mordere, solo per paura e per difendersi. Per questo è meglio mantenere una distanza di sicurezza, silenzio, evitare di fare rumore. Meglio praticare birdwatching e attività simili rivolgendosi a operatori qualificati.

Quinto passo: SOUVENIR DI NATURA? NO GRAZIE

Una stella alpina sarà sempre più bella su un prato che secca dentro un libro in città. In montagna, per molti tipi di fiori, esiste un vero e proprio divieto di raccolta. I fiori hanno una loro importanza anche perché servono a insetti, uccelli e mammiferi per alimentarsi, e per alcune specie c’è inoltre il rischio di estinzione. È vietato raccogliere fiori come il bucaneve, la campanula, il ciclamino, la genziana, il giglio e la margherita. Altri comportamenti non sono ancora vietati dalla legge ma di certo lo sono dal buon senso: come è un peccato etico portare via una conchiglia dalla spiaggia, allo stesso modo in montagna raccogliere pigne secche, rami, legni significa “rubare” alla natura: un gesto potrebbe essere ripetuto da altre persone migliaia di volte, riducendo la presenza di rifugi e cibo per gli animali, e alterando l’ecosistema. Infine, seguire sempre le indicazioni – nei parchi sono sempre abbondanti ed esaurienti – sulle regole da rispettare per ogni regione.

Sesto passo: PRATICARE IL PLOGGING

Attività inventata in Sveiza da Erik Ahlström, consiste nel raccogliere rifiuti mentre si corre o si fa trekking, unendo esercizio fisico alla pulizia dell’ambiente. Il termine è un neologismo, combinazione delle parole svedesi “plocka upp” (raccogliere) e “jogging’. Guidato da preoccupazioni globali sull’inquinamento, il plogging si è diffuso rapidamente in tutto il mondo. Per praticare il plogging è sufficiente (oltre, ovviamente, a non abbandonare oggetti non biodegradabili in natura) portare con sé un sacchetto nel quale gettare ciò che si trova sul percorso, da mettere poi nei raccoglitori differenziati una volta a valle. Un’idea molto formativa anche per i ragazzi. Una riflessione a parte meritano i rifiuti organici: è vero che sono degradabili, ma se ognuno di noi buttasse nell’ambiente bucce di banana e lasciasse i propri escrementi di certo la poesia della natura verrebbe un po’ meno…

Settimo passo: SEGNALARE QUALUNQUE ANOMALIA ALLE AUTORITÀ

Animali in difficoltà, discariche, oggetti pericolosi, comportamenti poco civili di altri turisti. Rispettiamo le regole e proviamo a farle rispettare dagli altri. Meglio evitare rumori molesti e attività inquinanti come l’enduro con le moto. Le segnalazioni ambientali vanno fatte al 1515, numero del Corpo Forestale, oltre che alle associazioni presenti sul territorio e alle amministrazioni locali.

Ottavo passo: EVITARE L’UTILIZZO DELL’AEREO

Se non strettamente necessario è preferibile non usare l’aereo: meglio, quando è possibile, andare a piedi, utilizzare la bici o i mezzi pubblici, come il treno. Pedalare in famiglia è una perfetta occasione per condividere valori e attenzione per l’ambiente.

Nono passo: Fare la RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI

Non abbandonare i rifiuti negli ambienti naturali e non disperdere buste di plastica, lattine, bottiglie o altri oggetti. Per degradare un fazzoletto di carta occorrono 3 mesi, un mozzicone di sigaretta 5 anni, lattine di alluminio 10-100 anni, bottiglie di vetro 1.000 anni, polistirolo 1.000 anni. Le bottiglie di plastica non si degradano mai.

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2 Commenti

  1. Sesto passo: praticare il plogging. Non siete riusciti a dire: raccogliere i rifiuti che trovate in giro? Vi sareste sentiti ignoranti? Detto tra noi, quelli che corrono in montagna, non solo non raccolgono niente ma spesso abbandonano gli involucri delle immangiabili barrette delle quali si nutrono.
    Saluti

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