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Trento Film Festival, ecco i vincitori delle Genziane e del premio ITAS

Il Trento Film Festival si avvia alla sua conclusione. In attesa del Galà di premiazione in programma stasera, sabato 8 maggio, alle ore 20.30, scopriamo insieme i film vincitori delle Genziane della 69esima edizione e l’autore vincitore del 47. Premio ITAS del Libro di Montagna, annunciati questa mattina in conferenza stampa.

Genziane

Dopo le Ande e il Caucaso, quest’anno il Gran Premio rimane sulle Alpi: la Giuria internazionale ha assegnato infatti al film “Anche stanotte le mucche danzeranno sul Tetto” di Aldo Gugolz (Svizzera/2020/82′), ritratto di un alpeggio in Ticino e del suo inquieto titolare, la prestigiosa Genziana d’oro Miglior film – Gran Premio “Città di Trento”.

“In quella stessa natura dove qualcuno cerca la resurrezione, altri trovano la morte. Il regista utilizza abilmente la cornice di un fatto di cronaca nera per trasportare lo spettatore con perizia audiovisiva (pregevoli fotografia e suono) nell’ambiente dell’alta montagna e presentargli Fabiano, giovane alla ricerca di un nuovo se stesso nella presunta pace idilliaca della montagna – si legge nella motivazione della Giuria – . Confuso da dubbi esistenziali e sensi di colpa, è nel nuovo ruolo di padre che il protagonista prova ad elaborare la relazione con il proprio, portando il film a riflettere con consapevolezza e profondità sul tema spinoso dell’eredità familiare e della possibile emancipazione dalla stessa”.

“Il Trento Film Festival non ha mai avuto paura di osare – spiega il presidente Mauro Leveghie ha sempre tentato la strada meno semplice, più faticosa, ma più ricca di significati e verità: quella che porta a comprendere la montagna, le sue culture, la vita delle sue genti, in modo non banale e superficiale, ma scavando e indagando, a costo di farne emergere le contraddizioni più profonde. Il film vincitore del Gran Premio di quest’anno ha lo stesso coraggio e racconta la montagna fuori dai facili stereotipi idealizzanti: tra angosce, paure, fragilità, ma senza mai perdere la speranza di farcela. È quello che proviamo tutti noi, al secondo anno di pandemia, di fronte alla sfida della ripartenza”.

Si aggiudica la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna Premio del Club Alpino Italiano Holy Bread” di Rahim Zabihi (Iran/2020/54′), un documentario che segue il massacrante e rischiosissimo lavoro dei portatori clandestini di merci attraverso le montagne tra Iran e Iraq. “La vita nelle comunità montane non è facile: in molti casi la realtà riflette disuguaglianze e condizioni di sussistenza minime. Holy Bread –  si legge nella motivazione – offre ruvide testimonianze di come i Kulbars trasportano merci attraverso i passi di montagna senza l’attrezzatura tecnica necessaria, affrontando pericoli e condizioni meteorologiche estreme, con la forte volontà di fare tutto il necessario per portare il “pane santo” sulla tavola di famiglia”.

“È sempre “Santo” il pane che è frutto della fatica e del sacrificio, ma lo è ancor di più quello che si guadagna restando radicati alle proprie montagne, poco importa di quale Paese, affrontandone ogni criticità climatica o logistica. E non serve chiedersi quale sia la segreta ragione di un attaccamento che rimane spesso inspiegabile: è scritta nel legame che unisce le montagne a chi le porta scritte nel proprio animo”, ha dichiarato il presidente generale del Cai – Club alpino italiano, Vincenzo Torti.

La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura Premio “Città di Bolzano” è andata a “Here I Am, Again” di Polly Guentcheva (Bulgaria/2021/102′), uno sfaccettato ritratto dell’alpinista d’alta quota e zoologo bulgaro Boyan Petrov, e la cronaca dell’operazione di salvataggio internazionale senza precedenti che scatta in seguito alla sua scomparsa sullo Shisha Pangma, uno degli ultimi Ottomila che mancavano al suo curriculum. Questa la motivazione della Giuria: “In Here I Am, Again non solo conosciamo gli incredibili successi di Boyan Petrov, sia come alpinista che come zoologo. La regista Polly Guentcheva ci mostra che c’è molto di più nella storia di Boyan oltre alla semplice passione per l’alpinismo. Potrebbe essere l’incarnazione stessa del coraggio, che ci porta a chiederci se una montagna possa insegnarci a essere combattenti e sopravvivere a qualsiasi altitudine”.

Genziana d’argento – Miglior contributo tecnico – artistico a “Die letzten Österreicher” di Lukas Pitscheider (Austria, Ucraina/2020/85′), un documentario che si immerge tra gli ultimi membri di una comunità di origine austriaca e lingua tedesca tra i monti dell’Ucraina. “Quante persone ci vogliono per diventare una comunità, una patria? Che cos’è che crea il sentimento dell’identità nazionale: il perpetuarsi delle tradizioni, la lingua, la nostalgia condivisa? Accompagnandoci negli chalet di legno austriaci in mezzo ai Carpazi ucraini, il film di Lukas Pitscheider ci interroga su globalizzazione, immigrazione, identità”, si legge nella motivazione della Giuria.

Genziana d’argento – Miglior cortometraggio a “One Day” di Jin Jiang (Cina/2020/24′), che segue da dietro un anziano cinese in un cammino che si dipana dal mattino alla sera, attraverso le quattro stagioni, fino al ritorno a casa. “In un certo senso, la vita può essere ridotta a due domande esistenziali: dove siamo? E dove stiamo andando? Questo cortometraggio riesce con la più semplice delle narrazioni a tenerci incollati allo schermo”, ha scritto la Giuria.

Il Premio della Giuria è stato assegnato a “Chaddr – A River Between Us” di Minsu Park (Germania/2020/88′), un film che racconta l’ultimo viaggio a piedi di una bambina verso la sua scuola, attraverso le spettacolari montagne del Kashmir, lungo un fiume ghiacciato che presto non sarà più percorribile. “Anche in un festival di cinema dedicato alla montagna, a volte sono le storie più semplici a catturare i nostri cuori”, ha voluto sottolineare la Giuria.

La Giuria ha inoltre assegnato la Menzione speciale a Icemeltland Park” di Liliana Colombo (Italia, Regno Unito/2020/40′), uno sguardo caustico e originale sul riscaldamento globale, che ironizza sulla nostra inconsapevolezza, eThe Magic Mountain” di Eitan Efrat e Daniel Mann (Belgio/2020/67′), la ricognizione di tre luoghi in Europa dove grotte, tunnel e cave hanno aperto vie di comunicazione fisiche e simboliche con le forze della montagna e del sottosuolo.

Marco Albino Ferrari vince il 47. Premio ITAS

Con Mia sconosciuta” (Ponte alle Grazie), Marco Albino Ferrari è il vincitore del Premio ITAS del Libro di Montagna, il concorso letterario internazionale dedicato alle opere in cui si celebra la montagna in tutte le sue forme. Il libro, già inserito nella cinquina finalista come il migliore fra i testi della categoria “Vita e storie di montagna”, ha il merito di far segnare un passo avanti alla narrativa di montagna, aprendo uno spaccato familiare sul rapporto tanto simbiotico quanto fertile che lega in maniera indissolubile una madre a un figlio, ed entrambi alla insopprimibile fascinazione per le Terre alte, l’escursionismo e l’alpinismo. Una figlia ribelle della migliore borghesia è la sorprendente protagonista di questa storia vera, che appare come in un gioco di specchi di fronte all’autore, suo unico figlio, suo unico amore.

Marco Albino Ferrari, firma nota del giornalismo di montagna e storico frequentatore del nostro Premio, racconta una storia all’insegna di una struggente tenerezza, che dà conto dell’apprendistato di un cucciolo d’uomo destinato a farsi adulto grazie alla lezione di libertà della madre, e a dispetto delle prospettive ben più chiuse di altri adulti; lo fa con una prosa precisa, asciutta ma capace di grandi immagini evocative, dove il valore civile di una donna coraggiosa risplende all’insegna della bellezza, e la montagna è vista come spazio di crescita personale, luogo dove ci si può cimentare con i propri limiti e si possono incontrare gli amici che ancora non sapevamo di avere”, commenta Enrico Brizzi, Presidente di Giuria Premio ITAS del Libro di Montagna.

Il Premio quest’anno celebra i suoi 50 anni di vita nella 47a edizione. Tra il 2012 e il 2016, il concorso si è infatti svolto ogni due anni, tornando poi nel 2017 alla cadenza annuale in seguito all’elevato numero di autori desiderosi di parteciparvi e all’attenzione crescente da parte del pubblico verso l’editoria di montagna.

Il concorso, la cui premiazione dei vincitori si inserisce come da tradizione nell’ambito del Trento Film Festival, ha visto in questa edizione la partecipazione di 110 opere pervenute da 45 case editrici.

L’editoria italiana ha nuovamente confermato l’interesse per la montagna e per il Premio ITAS. Sono arrivati libri da diverse case editrici; tra di esse, come ormai da alcuni anni, sia quelle specializzate o storicamente impegnate sui temi delle terre alte, sia quelle generaliste – commenta Lorenzo Carpanè, coordinatore del Premio ITAS – Tutte contribuiscono a dare visibilità a temi, protagonisti, ambienti che caratterizzano un mondo così affascinante. E il Premio ITAS è felice di continuare ad essere parte attiva della valorizzazione del lavoro e della passione di autori, editori, librai, bibliotecari, blogger e di chiunque si dedichi alla montagna.”

Le altre migliori opere che la giuria ha decretato nelle sezioni in gara sono:

  • Vincitore della sezione “Guide e mappe”: Ussita Monti Sibillini, Ediciclo editore
  • Vincitore della sezione “Libri per ragazzi”: Damir Karakaš, Memorie della foresta, BEE editore
  • Vincitore della sezione “Alpinismo e sport di montagna”: Bernadette McDonald, Winter 8000, Mulatero editore
  • Vincitore della sezione “Ricerca e ambiente”: Daniele Zovi, Autobiografia della neve, UTET
  • Vincitore della segnalazione per editori e autori trentini: Cesare Poppi, Saggi di antropologia ladina, 3 vv., Istitut Cultural Ladin

Opere segnalate:

  • Sara Luchetta, Dalla baita al ciliegio. La montagna nella narrativa di Mario Rigoni Stern, Mimesis Editore.
  • David Bellatalla e Stefano Rosati, Il grande Viaggio, Montura Editing.

A Dariusz Zaluski il Gran Premio IAMF 2020

L’IAMF – International Alliance for Mountain Film ha deciso di assegnare al regista polacco Dariusz Zaluski il Gran Premio IAMF 2020, giunto alla ventesima edizione e vinto l’anno scorso da Werner Herzog.

Dariusz Zaluski è il regista e alpinista che più di ogni altro ha fatto sua la lezione di Kurt Diemberger, affermandosi come il nuovo “regista degli 8.000″. Oltre a documentare le grandi salite degli alpinisti polacchi e internazionali con i quali ha conquistato diversi ottomila, Zaluski ha saputo coinvolgere in modo profondo lo spettatore trasmettendo la difficoltà delle scelte che i protagonisti dei suoi film hanno dovuto prendere nelle situazioni più estreme.

TFF, un grande successo in tempi di pandemia

“Quanto sia difficile organizzare un grande evento culturale ai tempi del Covid19, ormai lo sappiamo, perché è la seconda edizione condizionata dai limiti e dalle incertezze legate all’emergenza sanitaria – commenta la direttrice della rassegna, Luana Bisesti – . Ma la risposta del pubblico, che ha riempito le sale del cinema e affollato quelle virtuali degli eventi in live streaming, ci ripaga ancora una volta delle fatiche e ci fa guardare al futuro con speranza. A giugno torneremo in piazza con MontagnaLibri e a teatro con tanti eventi legati alla storia dell’alpinismo e della letteratura di montagna: il successo di questo “primo tempo” non può che confortarci e darci le energie necessarie per andare avanti con entusiasmo”.

“Solo un paio di settimane fa eravamo rassegnati a organizzare un evento solo online, oggi ci troviamo a fare il bilancio del primo festival in Italia ad essere tornato nelle sale – chiude Sergio Fant, responsabile del programma cinematografico – . Ed è un bilancio positivo, addirittura più delle aspettative. Nonostante il contingentamento degli ingressi, il tempo limitato a disposizione per comunicare la riapertura delle sale e l’assenza da Trento di molti studenti universitari, abbiamo ritrovato un pubblico appassionato ed entusiasta di poter tornare al cinema, con una partecipazione costante alle proiezioni, e sale sold out per i film più attesi. Parallelamente, la piattaforma di streaming – che rimarrà attiva fino al 16 maggio – si conferma uno strumento apprezzato e ormai adottato dagli spettatori, in Trentino e nel resto d’Italia: abbiamo raggiunto quasi 10mila utenti registrati, e ad oggi, ovvero con ancora una settimana di streaming davanti, sono già 30mila circa le visioni effettuate online. In sala o in rete, possiamo felicemente confermare che la voglia di cinema non si è spenta, e con un po’ di orgoglio dire che il Trento Film Festival si è fatto trovare pronto, con contenuti inediti e di qualità, e la flessibilità necessaria di questi tempi”.

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