Si sono concluse all’una di stanotte le operazioni di soccorso di due giovani bloccati sotto il bivacco Dino Brollo sul Monte Musi, nelle Prealpi Giulie. Originari entrambi della Sicilia e residenti a Gorizia, i due compagni di escursione, una ragazza del 1988 e un ragazzo del 1990, si erano attrezzati a puntino per andare a dormire al bivacco con cibo, sacco a pelo e fornelletto per cucinare ma, poco prima di arrivare al bivacco, sono usciti dal sentiero finendo in una faggeta su terreno innevato e senza più riuscire a progredire. I giovani non avevano con sé i ramponi e, per giunta disorientati, si sono bloccati chiamando ad un certo punto i soccorsi, intorno alle 18.30 di mercoledì 3 marzo.
Il soccorso in notturna
Difficile in un primo tempo l’individuazione della posizione dei due, anche se dalla conversazione frammentata con la Sores si è capito subito che si trovavano nei pressi del bivacco Dino Brollo. Con una successiva comunicazione si è riusciti ad agganciare la loro posizione. I due escursionisti scendendo dal bivacco lungo il sentiero 737 sono andati fuori traccia e si trovavano, poco sotto lo stesso bivacco, in un punto impervio con neve ghiacciata, bloccati e impauriti. Ad ogni modo in buone condizioni di salute e attrezzati per coprirsi.
Sei tecnici della stazione di Udine-Gemona assieme ad altri della Guardia di Finanza sono partiti a piedi alle 19.15 con le torce frontali per raggiungerli. I due, a cui è stato raccomandato di non muoversi, si trovavano a una quota di circa 1500 metri di altitudine.
I soccorritori hanno impiegato un’ora e mezza per raggiungerli, superando più di 700 metri di dislivello fino a quota 1450 e dovendo ad un certo punto anche loro calzare ramponi e impugnare la piccozza per progredire in sicurezza nella neve. Li hanno sentiti alle 21.00, arrivando lungo il sentiero sopra di loro e avvistando le luci delle loro torce frontali. Si sono calati nella faggeta con l’aiuto delle corde, hanno fatto calzare loro ramponi e imbracatura e li hanno legati per assicurarne la risalita.
Una volta riportati sul sentiero hanno iniziato insieme e con cautela la discesa, facendo affrontare ai giovani i tratti più ripidi nuovamente con l’assicurazione della corda per evitare scivolate accidentali dettate dalla stanchezza e arrivando alle auto dopo quattro ore.
Propongo a parenti e genitori dei due avventurosi colletta per pagare spese e per doppio regalo di ramponi, piccozze e corda.Astenersi da rimproveri
Limiti infranti, sbriciolati, indietro di migliaia di anni luce !!!
Totale assenza di intelletto pensante su dati.
….. o assenza di dati 🙂
Paolo sei criptico!!!
Parla semplice, di tranquillamente che erano… 2 IGNORANTONI!
Cla, non si può, la gente si offende…..tutti loro hanno i diritti, solo i pochi che sanno le cose hanno dei doveri, delle responsabilità e devono essere pronti al loro servizio a qualsiasi rischio personale.
Meglio?
Cosa non si fa per trovare un po di intimità 🙂
Cesare Maestri ebbe a scrivere che la giornata in cui si commettono ca***volate succede anche ai campioni del sesto grado in discesa.
Di ingnorantoni sono piuttosto pieni i bar con mascherine assenti o abbassate per fumare e/o ingerire liquidi alcoolici rigorosamente arancione o rosso.( merito di coloranti) venduti con ricarico del 500-1000 %
La chiamano LIBERTA’, ed allora son piu’ ricercatori di LIBERTA’ questi giovani.La prossima volta faranno meglio, importante e’che ne possano tentare ancora Ad altri nelle prealpi o montagne poco griffate non e’ stata data
la seconda chance…ed erano solo escursionisti.
Approfittino ,gli sguarniti di attrezzature , dei saldi o di e-acquisti di materiali acuminati usati ma ancora efficienti.