Pareti

Quattro francesi sulla Ovest del Petit Dru, una storia tutta nuova

Cambiano i tempi e cambia il modo di intendere e vivere l’alpinismo. Ecco allora che gli alpinisti del Groupe militaire de haute montagne (GMHM) di Chamonix hanno deciso di mettersi alla prova sulla celebre ovest del Petit Dru in modo nuovo. L’intera salita, per un tracciato che all’inizio sembrava inedito, è stata trasmessa in diretta streaming permettendo così agli appassionati di seguire il costante avanzamento della cordata. Thomas Auvaro, Léo Billon, Jordi Noguere e Seb Ratel sono i protagonisti di questo nuovo capitolo alpinistico sul Monte Bianco. Una storia che passa lì dove di storico non rimane più nulla, dove le frane hanno cancellato tra il 2005 e il 2011. La linea corre tre due vie classiche: quella di Bonatti, all’estrema destra; e quella degli americani Gary Hemming e Royal Robbins, a sinistra.

La parete ovest è un tempio dell’alpinismo, la prima via su questa parete risale al 1952 ed è firmata da Guido Magnone, Lucien Berardini, Adrien Dagory e Marcel Lainé. Una via disegnata in due riprese con l’uso di chiodi a pressione, insomma non parliamo di un capolavoro per l’alpinismo moderno, e forse nemmeno per quello del tempo. Nel 1955 ci pensa Walter Bonatti a ripristinare gli equilibri. Tra il 17 e il 22 agosto sale in solitaria sul pilastro sud-ovest segnando un punto fermo per la storia dell’alpinismo. Purtroppo la via oggi non esiste più, cancellata per sempre da una frana. Su questa parete si sono mossi personaggi di fama internazionale come Gary Hemming e Royal Robbins, Patrick Berhault e Christophe Profit, ma anche Catherine Destivelle e Jean-Christophe Lafaille. La tradizione di un tempo voleva che le salite su questo scoglio di roccia venissero seguite con binocoli e cannocchiali dalla stazione di arrivo del Montenvers.

“Riprendiamo la tradizione” scrivono sulla pagina del GMHM “Jean-Pierre Tauvron (filmaker e regista, nda) vi propone di salire con i nostri quattro scalatori: Leo, Jordi, Thomas e Rat’s (il più alpinista dei riservisti! ) quella linea di crepe che sperano vergine!”.

La salita

Partiti giovedì 18 febbraio gli alpinisti hanno attaccato la ovest del Petit Dru in modo subito rapido arrivando in un solo giorno già oltre la metà della parete. Durante questa giornata la prima scoperta: non sono i primi a tentare la linea. Scalando hanno incontrato tracce di un precedente tentativo. “Sembrano risalire a un tentativo di apertura avvenuto nel febbraio 2015, realizzato da David Palamada e Josep Maria Esquirol su una via da loro battezzata ‘Abdruit’”. I due spagnoli hanno tentato in inverno per evitare le frane, scelta che probabilmente li accomuna ai francesi. Sono saliti in artificiale usando anche staffe per superare i tratti strapiombanti e poi sono andati su. Il percorso traversa in diagonale la grande area interessata dal crollo del 2005 fino a ricongiungersi alla via Les Papas. “Non si tratta più di una apertura in quanto tale, ma la sfida rimane tutta: uscire in cima e liberare tutte le lunghezze”.

La sera del 20, incredibilmente veloci nonostante la tecnicità del percorso, eccoli a soli 250 metri dalla vetta. La mattina del 21 sono ripartiti per gli ultimi lunghi tiri di corda sbucando in cima in tempo per merenda, anche se il vento forte di certo non gliel’ha fatta gustare. Tempo di qualche foto e subito via in discesa, ancora un bivacco e poi finalmente il rientro a Chamonix.

Tags

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Lì vicino c’era anche Korra e ora c’è gente da un’altra parte su una mitica NO !
    Spero che anche loro realizzino i sogni.
    Fantastico l’alpinismo a mani nude !!!!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close