K2 invernale

“Finalmente qualcuno l’ha fatto!”, Krzysztof Wielicki sulla prima invernale al K2

Dieci ragazzi nepalesi, al tramonto, in vetta al K2, per primi in inverno. Arrivati a poche decine di metri dalla cima si sono fermati, hanno atteso di essere tutti insieme, poi hanno continuato verso il punto più alto. Si chiude così il primo capitolo dell’himalaysmo invernale. Una storia che ha tenuto banco per quarantuno anni, aprendosi con la prima polacca all’Everest il 14 febbraio 1980. Allora come oggi i protagonisti sono ragazzi vogliosi di lasciare una loro traccia nella storia dell’alpinismo, di ribaltare i pronostici e gioire insieme per il nuovo importante traguardo raggiunto.

Krzysztof Wielicki, che in quel 14 febbraio si trovava sul tetto del mondo insieme al connazionale Leszek Cichy, ha provato più volte a raggiungere la vetta del K2 in inverno. La prima nella stagione 2002/2003, come capospedizione e alpinista; poi, solo come leader, nel complesso inverno 2017/2018. “Finalmente qualcuno l’ha fatto!” ci risponde al telefono. “Ho seguito con interesse i progressi dei ragazzi nepalesi fino in cima e ho aspettato con trepidazione la notizia di vetta” confessa. Lui il K2 lo conosce bene, più volte prima di riuscire a violarne la vetta ha invano cercato di aprirvi un nuovo tracciato. Alla fine gli riesce una dura scalata per la via dei giapponesi, sul versante nord, nel 1996. Krzysztof conosce bene anche l’inverno ad altissima quota, è stato il primo a sperimentarlo, sa quanto può essere duro ed estenuante. Conosce la voglia di riuscire, di lasciare una propria impronta, come fosse quella di Neil Armstrong sulla luna. Lo stesso desiderio che ha spinto verso l’alto i giovani nepalesi alla ricerca del primato. “Hanno lavorato in modo ottimale” continua il polacco. “Si sono mossi come un unico gruppo coordinato, così si scala bene. Penso sia stata anche una buona idea l’uso dell’ossigeno che un po’ aiuta. Anche la fortuna ha un suo ruolo. “Tre giorni di bel tempo, sono stati molto fortunati. Con una squadra che lavora in sinergia, sono sufficienti”.

Ora? Questa è una storia finita, ma le montagne non sono ancora cadute e le persone continuano a scalarle” scherza Krzysztof. “Adesso bisogna fare qualcosa di nuovo, salire con uno stile diverso, magari senza ossigeno”. E i polacchi, torneranno al K2 in inverno? “Per noi è ancora troppo presto per decidere, ora dedichiamoci al racconto della prima salita invernale al K2”.

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