Doug Scott diventa membro onorario UIAA: “Non me l’aspettavo”
“Non me l’aspettavo”. Sono queste le semplici parole, che denotano estrema modestia, con cui la leggenda dell’alpinismo britannico Doug Scott ha accolto la notizia di essere stato insignito della carica di membro onorario dell’UIAA (International Climbing and Mountaineering Federation).
“Un onore inaspettato che sono assolutamente orgoglioso di ricevere. Mi unisco ad una lunga lista di nomi che si è venuta a creare negli anni, verso i quali nutro il massimo rispetto”.
Un commento che davvero stupisce e ammalia, al pensiero che provenga dal primo salitore britannico dell’Everest dalla parete di Sud-Est. Impresa realizzata nel 1975, all’età di 34 anni, sotto la guida di Sir Chris Bonington, che lo portò a diventare un eroe nazionale.
Doug Scott, una vita tra alpinismo e solidarietà
Grande soddisfazione è stata espressa dal British Mountaineering Council (BMC), responsabile di aver presentato la candidatura di Scott a tale raro riconoscimento dell’UIAA.
“E’ ciò che merita per tutto il lavoro svolto per l’UIAA, il BMC e le popolazioni delle montagne del Nepal attraverso l’associazione Community Action Nepal nel corso degli anni. Ma anche per i suoi record alpinistici impareggiabili”, le parole del vice amministratore delegato del BMC, Nick Colton.
Accanto alle imprese alpinistiche – oltre 40 spedizioni himalayane e almeno 30 prime ascese – Scott ha infatti dedicato gran parte della sua vita alla solidarietà. Al supporto di quelle popolazioni con cui è entrato in contatto negli anni Settanta, che hanno toccato il suo cuore.
La soddisfazione di Sir Chris Bonington
Non poteva mancare il commento entusiasta del grande amico di sempre, Sir Chris Bonington. “Non riesco a pensare a qualcuno più meritevole di tale onoreficenza al di là di Doug Scott”.
I due vecchi compagni di cordata, in questo anno complicato, si sono riuniti virtualmente per tornare insieme a quota 8848 metri. Una reunion sul Tetto del Mondo, realizzata attraverso una Everesting challenge, disputata sulle scale di casa, a scopo solidale. Naturalmente a supporto della popolazione nepalese. Una sfida cui Doug non si è voluto sottrarre nonostante l’avanzare della sintomatologia legata al suo linfoma cerebrale, diagnosticato poco prima del lockdown.