AlpinismoAlta quota

Denis Urubko e il K2 d’inverno

Il K2 in inverno non si è mai concesso, nonostante in molti abbiano tentato più volte l’impresa. Tutti cacciati dai venti che con incredibile forza si abbattono sulla montagna, rendendo impossibile oltrepassare i 7600 metri, quota massima raggiunta solo due volte: nel 2013 da Denis Urubko, Marcin Kaczkan e Piotr Morawski; nel 2019 da Denis Urubko in un tentativo in solitaria.

E proprio di Urubko che parliamo oggi, che nei giorni scorsi è stato premiato al Ladek Festival con il Piolet d’Or polacco per la sua salita da solo al GII aprendo una nuova linea. Durante la cerimonia, Denis ha dichiarato che nel suo futuro potrebbe esserci il K2 in inverno. Si è anche spinto oltre facendo qualche nome che secondo lui potrebbe essere all’altezza della grande sfida: Rafal Fronia, Marcin Kaczkan, Adam Bielecki. Nessuna sorpresa su quest’ultimo punto, i tre polacchi sono tra i più forti himalaysti in circolazione, hanno plurima esperienza invernale e più volte si sono legati in cordata; quello che però ha fatto drizzare le antenne a tutti è stata la prima parte dell’affermazione di Urubko. Il russo, naturalizzato polacco e residente bergamasco, ci aveva infatti lasciati la scorsa primavera, al rientro dall’invernale al Broad Peak, con il suo ritiro dalle scene dell’alpinista estremo a favore di una vita più tranquilla.

Ma il K2 è il K2, vien da dire. Non una montagna qualsiasi, ma LA montagna. E il K2 in inverno non è una sfida qualunque, ma è LA sfida.

E così, la porta chiusa si apre di nuovo e fa entrare uno spiffero di freddo invernale. Del resto, come ci ha spiegato Urubko da noi contattato nei giorni scorsi, il suo non è mai stato un vero e proprio addio. “Ho sempre detto che mi sarei lasciato tre ‘scuse’ per tornare a fare alpinismo sulle grandi montagne: la prima se la mia compagna mi avesse chiesto di andare con lei ad aprire una via nuova su un 8000 in stile alpino; la seconda se in futuro, oramai in pensione, avrei avuto voglia di battere il record di Juanito Oiarzabal di 26 ascensioni sugli ottomila metri, io oggi ne ho già 23; terza se si fosse organizzato un grande progetto per l’invernale al K2, con due o tre anni di preparazione”.

Questi sono i presupposti, non resta che attendere i prossimi inverni per sperare di vedere una bella sfida all’ultimo 8000 inviolato in inverno, magari con Denis Urubko tra i protagonisti.

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2 Commenti

  1. ciao.intervista curiosa e informativa.mi chiedo:gli ultimi 3 differenti tentativi di scalata di Denis non sono state portate a compimento.il meteo avverso e in assoluto un ostacolo insormontabile.ma alla fine della intervista vorrei chiedere conferma alla intervistatrice,se e verosimile che Denis esterni che 2/3 anni di preparazione per il k2 ci vogliano,sapendo benissimo per esperienza che se al campo 3 nevica di continuo per 5 giorni e praticamente impossibile l’ascesa.si parla di 4/5/6 metri di neve, in alta quota,neve non assestata,che va a coprire eventualmente le corde fissate precedentemente,cioe 12/24 mesi di preparazione perdute per 5 giorni di continue nevicate.ma e sicura la traduzione?

  2. D’inverno cade tanta neve in alta quota, sopra i 6000 ?
    Guardando le foto mi sembra solo in bassa quota, all’opposto dell’estate, come succede da noi.
    I problemi dell’inverno in alta quota, oltre alle poche ore di luce, non sono il freddo e il vento spesso troppo teso ?
    Proteggersi e restare caldi, anche al campo base, è il problema e bisogna essere molto affiatati.

    Scalare d’inverno ha un fascino irraggiungibile !

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