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Monte Bianco

È la montagna più alta delle Alpi, quindi anche d’Italia e di Francia. In base al criterio di valutazione viene considerata la prima o la seconda montagna d’Europa, dopo l’Elbrus. Con i suoi 4810 metri di quota il Monte Bianco viene anche soprannominato “Re delle Alpi”, sulle sue nevi perenni è convenzionalmente nato l’alpinismo e sono state scritte pagine epiche di storia. Tutti i più forti scalatori al mondo si sono cimentati almeno una volta con le granitiche pareti del massiccio. Strutture che offrono una scalata mai banale, a tratti estrema, tra guglie, pinnacoli e profondi valloni ghiacciati. Non solo alpinismo, il massiccio del Monte Bianco è una vera e propria attrazione turistica che attrae ogni anno circa 15 milioni di turisti. La maggior parte di questi, scevra da conoscenze alpinistiche, sale in quota grazie alle funivie del versante italiano (Skyway) e francese (funivia dei ghiacciai) raggiungendo le splendide balconate di Punta Helbronner (3462 m) e dell’Aiguille du Midi (3842 m).

Localizzata nell’Italia nord-occidentale fa parte delle Alpi Graie. La vetta è tagliata dal confine nazionale che separa Italia e Francia, la montagna è quindi divisa a metà tra i due Paesi, collegati tra loro grazie al lungo traforo del Monte Bianco.

Questione d’altezza

L’altezza della parte rocciosa della montagna raggiunge i 4792 metri, sopra questi si trova uno strato ghiacciato che varia tra 16 e 23 metri. Secondo le prime misurazioni trigonometriche, condotte nel 1740 dal matematico svizzero Nicolas Fatio de Duillier, la montagna raggiungeva i 4000 metri di quota. Nel 1775 il matematico inglese George Schuckburgh-Evelyn migliorò la misurazione appurando un’altezza di 4804 metri. Ad avvicinarsi per la prima volta a qui 4810 metri, che poi avremmo trovato su tutte le carte ufficiali fino al 2017 fu, nel 1787, Horace-Bénédict de Saussure che misurò l’altezza dalla cima utilizzando il barometro: 4809,07 metri. Verso metà Ottocento il fisico francese Auguste Bravais indicò finalmente 4810 metri, una quota che resse meno di cinquant’anni. Nel 1892 infatti Joseph e Henry Vallot misurarono 4807 metri.

Nel 1986 le moderne tecnologie permisero di effettuare una misurazione satellitare dell’altezza, il risultato fu di 4804 metri, a cui seguirono continue oscillazioni nella misurazione dell’altezza: 4807 metri; 4810 metri (2001); 4808 metri (2003); 4810 metri (2007); 4808 metri (2015). Non si tratta di errori nel calcolo dell’altezza, ma di oscillazioni dovute all’accumulo di neve trasportata dal vento. A causa di queste l’altezza del Monte Bianco viene rilevata ogni due anni, in modo da avere sempre un dato aggiornato sulla sua altezza e sul suo stato di salute.

Geografia

Con una lunghezza di circa 40 chilometri e una larghezza che si aggira tra gli 8 e i 15 chilometri il massiccio del Monte Bianco occupa una superficie di 645 chilometri quadrati. Qui si trovano quaranta Quattromila e alcune delle pareti più alte delle Alpi, come la Brenva o la nord delle Grandes Jorasses. Una buona parte della sua superficie è ricoperta da ghiacciai, 65 in tutto.

I due versanti, quello francese e quello italiano si presentano con un aspetto radicalmente diverso. Mentre dal lato di Courmayeur il Monte Bianco mostra il suo lato più severo, precipitando a picco verso la valle; dalla parte di Saint-Gervais-les-Bains la montagna appare più docile, scendendo dolcemente verso valle.

Storia

La prima ascensione al Monte Bianco avvenne nel pieno dell’Illuminismo, in un periodo di grandi scoperte e voglia di conoscenza. Fino a quel tempo le montagne avevano suscitato poco interesse nell’uomo. Alle alte quote, dove terminavano i pascoli erbosi, non c’era motivo per andare. Erano luoghi dove, secondo la tradizione, dimoravano gli spiriti dei morti e figure demoniache. A creare questo mito i rumori e gli spettrali suoni delle masse glaciali in costante movimento verso valle. Con l’illuminismo la superstizione svanì e anche quei luoghi di mistero diventarono interessanti. L’approccio era però tutto un altro rispetto a oggi, ci si muoveva verso l’alto con interesse scientifico, con desiderio di ricerca.

Il primo a interessarsi al Monte Bianco fu lo scienziato svizzero Horace-Bénédict De Saussure, che osservava tutti i giorni la montagna dalla finestra di casa, sul lago di Ginevra. Voleva raggiungere la vetta della montagna per condurre esperimenti sulla pressione atmosferica. Il suo interesse era così alto da arrivare a promettere, nel 1760, una ricompensa pari a tre ghinee a chi fosse riuscito a violare la montagna. Furono necessari 26 anni perché questo sogno diventasse realtà. I primi tentativi li fece insieme alla guida Jean-Laurent Jordaney. Insieme percorsero il ghiacciaio del Miage e raggiunsero il Mont Crammont.

La prima salita

La prima ascensione fu realizzata a opera del cercatore di cristalli Jacques Balmat e dal medico condotto Michel Gabriel Paccard, su richiesta di De Saussure. Salirono dal versante di Chamonix e ogni passo della loro scalata fu seguito da un balcone sopra al paese grazie al cannocchiale. Durante la salita, andata perfettamente secondo i piani, Balmat avrebbe espresso la necessità di rientrare verso valle per assistere la figlia neonata gravemente malata. Paccard lo convinse però a proseguire (quando rientreranno a valle la piccola sarà già morta). I due raggiunsero la vetta alle 18.23 dell’8 agosto 1786, dopo 14 ore e mezza di cammino. In cima rimasero il tempo di effettuare alcuni esperimenti commissionatigli da De Saussure: rilevamento della pressione atmosferica con il barometro Torricelli, per dare conferma alla teoria Perier di un secolo prima (riduzione esponenziale della pressione all’aumentare dell’altitudine), e prima misurazione dell’altezza della montagna dalla cima. La mattina seguente fecero poi ritorno a Chamonix.

Dopo aver realizzato la prima ascensione De Saussure volle raggiungere anch’esso la vetta del Monte Bianco, così venne organizzata una grande spedizione per l’agosto 1787. A organizzare il tutto fu Balmat. 18 guide portavano sulle spalle cibo, scale a pioli, un letto, una stufa, e molti chili di strumentazione scientifica. Raggiunsero la vetta il 13 agosto, coronando così un sogno atteso per oltre vent’anni.

Vie alpinistiche

Sono tantissime le vie alpinistiche nate nel corso degli anni sul Monte Bianco. Due sono però quelle più battute, una sul lato francese, l’altra su quello italiano.

Oltre a queste esistono altri due percorsi comunemente frequentati, anche se in misura minore rispetto alle normali.

Nel corso degli anni sono state aperte numerose altre vie alpinistiche sulla montagna.

Salite degne di nota

Altri eventi storici importanti

Curiosità

Fin dalla prima salita il Monte Bianco ha rivestito un ruolo di grande interesse scientifico. Fin dalla fine dell’Ottocento si è cercato di costruire un laboratorio sulla sua vetta, per lo studio dello spetto solare. Ma le difficoltà ambientali e la mancanza di fondamenta stabili portarono all’abbandono definitivo del progetto nel 1906. Nel 1890 sorse, sul versante francese, la capanna osservatorio Vallot, con vocazione scientifica pluridisciplinare.

In tempi più recenti sono stati realizzati dei nuovi laboratori gestiti dall’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del CNR di Torino, in queste strutture si conducono ricerche sui raggi cosmici e sono serviti da esempio e caso studio per realizzare poi il laboratorio che si trova sotto al Gran Sasso e quello del CERN di Ginevra.

Guida al Monte Bianco

Scalare il Monte Bianco può sembrare cosa per tutti, vista la facilità di avvicinamento e il grande numero di persone che ogni anno ne raggiunge la vetta. Non è però così. Ci sono molti parametri da valutare prima di cimentarsi in questa salita. Anzitutto bisogna conoscere il proprio corpo e sapere quali reazioni potrebbe avere in quota (siamo sulle Alpi, ma mancano giusto una manciata di metri per arrivare a quota cinquemila); serve un buon allenamento e abitudine a itinerari lunghi e con grande dislivello; è necessario sapersi muovere con abilità su ghiaccio e conoscere le principali manovre di corda. Insomma, raggiungere la cima del “Re delle Alpi”, non è per tutti e, di certo, non per i novizi. È un privilegio che ci si guadagna con passione e costanza.

Per raggiungere il Monte Bianco è sufficiente seguire le indicazioni per Courmayeur, se si intende salire dal versante italiano, oppure per Chamonix, se si preferisce la via francese. Solitamente la salita, da entrambe le vie, viene effettuata in due giorni pernottando ai rifugi Goûter, sul versante francese, o Gonella, su quello italiano.

Per chi volesse realizzare il sogno di raggiungere la cima più alta delle Alpi, ma non se la sentisse di salire in autonomia, il consiglio è quello di rivolgersi a una guida alpina che con la sua esperienza saprà valutare la preparazione del cliente e quindi la fattibilità della salita.

Il Monte Bianco nella filmografia

Il Monte Bianco nei libri

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