Storia dell'alpinismo

La prima salita dell’Ama Dablam

13 marzo 1961 i neozelandesi Mike Gill e Wally Romanes, insieme all’americano Barry Bishop e all’inglese Mike Ward raggiungono la vetta dell’Ama Dablam, il Cervino dell’Himalaya. Con i suoi 6812 metri non è un Settemila, ma la sua forma aggraziata e slanciata verso l’alto la rendono perfetta. È la montagna che ti accoglie quando punti all’Everest, passi ai suoi piedi, la osservi, la vorresti quasi scalare, poi vai oltre.

L’obiettivo della spedizione, guidata da Sir Edmund Hillary (primo salitore dell’Everest insieme a Tenzing Norgay che sarebbe arrivato in Nepal solo successivamente alla salita dell’Ama Dablam, per muovere la spedizione verso il Makalu), era un altro. Gli uomini si trovavano sull’Ama Dablam per scopi scientifici: condurre test fisiologici e capire con precisione quali fossero gli effetti della quota sul corpo umano. Non avevano neppure il permesso per scalare la montagna ma, si sa, alla fine un appassionato cede alla voglia di andare verso l’alto. I ragazzi avevano anche individuato una bella linea di misto che saliva lungo il versante sud-ovest e così in una manciata di settimane sono riusciti a portare a termine il progetto. Una salita pulita, senza intoppi, tranne quelli burocratici. L’annuncio della vetta senza permesso non viene preso bene dal governo nepalese che minaccia, al suo arrivo in Nepal, Hillary di espulsione. Giorni e giorni di mediazione sono indispensabili per risolvere il problema, che alla fine si chiude con una tirata d’orecchie, 60 dollari di multa e la prima salita di una delle più affascinanti montagne al mondo.

Ama Dablam – La montagna sacra

Nel 2017 Reinhold Messner ha prodotto il film “The Holy Mountain” dedicato al racconto di una storia vera, vissuta in prima persona dal “re degli Ottomila”. Siamo nel 1979, un gruppo di giovani neozelandesi guidati da Peter Hillary (Figlio di Edmund) decide di scalare il monte Ama Dablam, 6828 metri. Reinhold Messner intende fare lo stesso con la sua squadra. Durante l’ascesa il primo gruppo sembra in serio pericolo così la spedizione di Messner sceglie di rinunciare all’obiettivo per prestare loro soccorso. Una dimostrazione di cameratismo senza precedenti. Il documentario trasporta in un viaggio incredibile mescolando immagini private d’archivio e l’affascinante testimonianza di Reinhold e dei suoi compagni.

https://www.facebook.com/IMS.International.Mountain.Summit/videos/10154885119583779/

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