Cronaca

Salvati in Alaska cinque escursionisti italiani nei pressi del bus di “Into the wild”

Cinque escursionisti italiani, partiti di recente per l’Alaska per andare a visitare con i propri occhi il “magic bus”, ultima dimora di Cristopher McCandless all’interno del Parco nazionale e Riserva di Denali, hanno visto trasformare il proprio sogno in una disavventura.

Sulla via del ritorno lungo il sentiero Stampede che conduce all’autobus, reso celebre dal libro di Jon Krakauer “Nelle terre estreme” (1992) e a seguire dal film “Into the wild” (2007), i cinque amici si sono persi. Erano ormai a 20 chilometri dal sentiero ufficiale che porta al bus quando hanno deciso di chiamare i soccorsi via satellitare. La polizia locale, Alaska State Troopers, li ha raggiunti in motoslitta. Uno dei ragazzi manifestava un principio di congelamento ai piedi. Gli altri quattro fortunatamente stavano bene.

La chiamata sarebbe arrivata sabato mattina alle 7.30 ora locale. Cinque ore più tardi i ragazzi erano in salvo. Secondo le prime ricostruzioni si sarebbero avventurati eccessivamente fuori dai sentieri tracciati. L’escursionista ferito è stato trasportato all’ospedale di Fairbanks, ma sembrerebbe essere in buone condizioni. Fortuna, per certi versi, che le temperature locali diurne si aggirassero oltre lo zero, tra i 5°C e i 10°C.

Troppi incidenti attorno al “Magic Bus”

La disavventura dei cinque italiani non rappresenta una rarità nella zona del “magic bus”, meta di escursione per un numero sempre crescente di curiosi. Tocca anzi aggiungere che si sia trattato di un incidente da poco se comparato a vere tragedie occorse nella zona.

L’avvicinamento al bus non è cosa da poco: bisogna avventurarsi lungo un sentiero molto impervio di circa 80 chilometri, che prevede anche l’attraversamento di un fiume, senza possibilità di appoggio in rifugi o aree di sosta. La scorsa estate una neo sposa bielorussa, mentre era intenta a scattare una foto al pullman, è stata trascinata dalle acque del fiume Teklanika. Prima ancora, nel 2010, una ragazza svizzera di 29 anni era morta attraverso il medesimo fiume. Fortunatamente i decessi sono inferiori ai recuperi di escursionisti in difficoltà. A volte molto complessi, come quello che nel 2013 ha visto protagonistidue gruppi di escursionisti tratti in salvo da un elicottero militare di passaggio.

I numerosi incidenti da tempo hanno portato le autorità a riflettere sulla eventualità di uno spostamento del bus in zona meno impervia.

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2 Commenti

  1. Nel suo libro inchiesta-romanzo Krakauer fa varie ipotesi sulle cause del deperimento organico o avvelenamento di
    Crtistofer, gli errori commessi sulla scelta delfucile di piccolissmo calibro inadatto a prelevare prede, sulla mancata conoscenza di teleferica per attraversamento fiume, sulla errata valutazione della piena per il disgelo ecc.
    Ma questi feticisti dell’ammasso di ferraglia sempre piu’ arrugginita sono ancora stati piu’sprovveduti…tranne che di cellulare magari pure satellitare….che pero’non scalda i piedi.
    Sembra quasi che si sentano condizionati se studiano e leggono, evitando il bagaglio delle esperienze e dei consigli dei vecchiacci.

    1. I ragazzi dell’articolo hanno scritto un libro sul racconto del loro viaggio. Hanno dimostrato di non essere degli sprovveduti,tutt’altro! E non sono neanche degli ignoranti che evitano studi e letture visto come il libro è stato scritto.
      Hanno screditato tutti i giornalisti che hanno scritto fesserie sul loro accaduto. Il libro si chiama The next travel

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