Piemonte del Nord, valli selvagge per una stagione unica
Sci alpinismo, racchette da neve e scalate su ghiaccio. È questo l’inverno che propone lo speciale Outdoor disponibile in allegato al numero 102 di Meridiani Montagne. Otto località per otto avventure da vivere all’insegna della fresca aria di montagna. Il nostro racconto oggi arriva sulle cime del Piemonte del Nord.
Le valli nel Nord del Piemonte sono un territorio estremamente affascinante. Sono una realtà a se stante che poco centra con le altre aree della Regione. Sono terre quasi estreme, formate da montagne spesso poco visitate e da valli dove la natura è ancora incontaminata. Il luogo perfetto in cui perdersi per ritrovarsi. Se poi si decide di esplorarle in inverno allora tutto appare più profondo e ovattato. Durante la stagione fredda la montagna si ammanta della sua coperta bianca e la natura diventa quiescente, lasciandoci il piacere di percepirne il respiro rallentato dal gelo. Un suono sommesso che aiuta a calmare lo stress interiore.
Per farci meglio raccontare questo territorio siamo andati a cercare un local che vive la montagna tutto l’anno, ma è nell’inverno che ritrova il suo vero spazio di divertimento. Michele Cucchi, detto anche “Longhez”, ci permette una visione intima e sincera di questo territorio. “Potrei dire di essere da sempre appassionato di montagna, per questo ho deciso di trasformare la passione per le attività praticabili in quota nel mio lavoro“.
Michele è infatti una guida alpina, ma non solo. Per nove anni ha gestito la Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, e la Capanna Gnifetti; nel 2014 è stato invece protagonista indiscusso della spedizione “K2 60 years later” raggiungendo la vetta della seconda montagna del pianeta. Michele vive l’outdoor in tutte le sue sfaccettature, non potevamo avere compagno migliore per andare alla scoperta del Piemonte del Nord nella sua fredda veste invernale.
Michele ci racconti qualcosa su quelle che sono le tue montagne di casa?
“Quello del Nord è un territorio bellissimo, il mio terreno di gioco. Sono montagne che offrono tante opportunità, a partire dalla zona del Monte Rosa per arrivare a quei posti più isolati, lontani dalle zone più conosciute. Per fare qualche esempio, luoghi come la Valle Devero, dove ci si può divertire tracciando curve fuoripista, oppure la Val Formazza, uno dei luoghi che amo di più. Una valle veramente bella dove ricercare la dimensione della vera montagna, dove trovare quelle caratteristiche che spesso vediamo nei documentari da luoghi esotici.”
Da quel che racconti sembra un luogo dove vivere la montagna più autentica, senza dover per forza ricercare piste battute. È così?
“Nel Nord esistono tantissime aree incontaminate che permettono agli appassionati di stare lontani dagli impianti sciistici e dalle aree più turisticamente urbanizzate. La valle di Macugnaga offre belle opportunità per gli amanti dello scialpinismo o delle ciaspole. La Val Vigezzo, con le sue incredibili pinete, permette di muoversi sulla neve scoprendo un territorio dal sapore quasi magico. In Valsesia, casa mia, esistono diverse opportunità per sperimentare le racchette da neve: una delle migliori è la Val Vogna. Se poi si vuole fare slow ski è sufficiente andare verso nord, in Val Formazza, per scoprire le piste del Centro Fondo di Riale che si snodano in un ambiente veramente suggestivo.”
Hai citato la Valsesia e Macugnaga, due luoghi che appartengono alla storia dell’alpinismo. Esistono solo per le scalate estive o si possono vivere all’insegna dell’outdoor anche in inverno?
“Macugnaga rappresenta uno dei luoghi simbolo dell’alpinismo grazie all’imponente parete est del Monte Rosa; stessa cosa si può dire per la Valsesia e per Alagna, il mio paese, da cui partono le vie di più facile accesso al Rosa. Macugnaga è un luogo distante dal turismo di massa, dove si respira forte la storia del popolo Walser e dell’alpinismo, di cui è intriso ogni angolo della cittadina. La Valsesia, invece, è una valle in cui si hanno grandi possibilità di scelta. Si può andare alla sua scoperta con gli impianti di risalita, il modo più semplice, che ti portano fino a 3200 metri di quota: da lì è possibile partire per belle escursioni con le pelli. Facilmente raggiungibili sono anche i territori laterali, isolati ma affascinanti.”
…continua sullo speciale Montagne Outdoor Inverno.
…certo che le foto scelte per illustrare le “valli selvagge” del Piemonte del nord lasciano un po’ sconcertati,mancano solo le torri del Sestriere…
“Selvaggi” e ci sono gli impianti di risalita e i ragazzi in.snow board…ormai non c è più religione…Selvaggio prima di tutto significa non usare impianti di risalita…super hotel ecc. Quindi il selvaggio non porta soldi…i soldi girano dove ci sono le strutture, dove la gente beve mangia balla e si diverte…poi se si vuole vendere una cosa per un’altra allora è tutta un altra storia…ma essere chiari è fondamentale. Riguardo al Monte Rosa gli impianti arrivano da Alagna fino a punta indren dove a destra c è la vecchia e abbandonata stazione di arrivo…poi i rifugi d alta quota…gli elicotteri che girano ogni 10 minuti…se le guide vendon questo come selvaggio non è ipocrisia???