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Alex Txikon e i diari dall’Antartide

Qualche giorno fa Alex Txikon annunciava di aver raggiunto Puerto Williams, in Cile. L’approdo sulla terraferma, dopo turbolenti giorni in mare aperto, ha sancito la conclusione della prima fase del suo acclimatamento in Antartide, in vista del tentativo invernale sull’Everest. In fase di preparazione dei bagagli per volare alla volta di Kathmandu, per dare inizio alla seconda fase del progetto con obiettivo l’Ama Dablam, ha deciso di regalarci dei “diari antartici”.

Un racconto che si sviluppa più per immagini che a parole, e ci mostra le tappe di questa breve avventura in Antartide, che lo ha visto avanzare per mare e per vette. Abili scatti del fotografo Diego Martìnez che mostrano un Alex ora marinaio, ora esploratore, ora alpinista.

Diario #1

Si parte con il diario #1, il racconto del difficile attraversamento dello stretto di Drake. “Siamo entità senza comunicazione in uno dei luoghi più inospitali della terra. Le nostre notizie da qui arrivavano appena, quindi iniziamo a raccontarvi ciò che abbiamo vissuto. Da dove? Dallo stretto di Drake dove il mare si è fatto sentire con tutta la sua energia”.

Diario #2

Una alternativa Vigilia di Natale, trascorsa nelle vicinanze delle isole Melchior, tra gli iceberg. “Dopo alcuni giorni di traversata, una mattina grigia vediamo i primi iceberg. Sono vicini alle Isole Melchior. Lì attracchiamo e con l’attrezzatura da scalata ci dedichiamo a visitare blocchi di ghiaccio blu. Oggi è la vigilia di Natale e l’Antartide è bellissima. Non ci sono più notti e una luce fioca ci indica che il sole è scomparso”.

Diario #3

È Natale. “Le forme di ghiaccio ci sorprendono. Le macchine fotografiche sono impegnate a catturare le loro dimensioni geometriche. I nostri occhi fanno lo stesso con l’intero paesaggio. Oggi è Natale …. l’Olentzero arriverà fino a qui?”

Diario #4

Finalmente vediamo Alex in versione alpinista, alle prese con la salita dello Spigot peak. “Andiamo alla baia di Orna. Lì ci sembrano apparire delle balene, le loro forme in superficie. La nostra gioia è grande quanto i loro corpi giganteschi. Saliamo sullo Spigot Peak, una prominente forma rocciosa che ci avvicina ancora di più allo spettacolo dell’Antartide. Sembra di essere in un altro mondo. È incredibile”.

Diario #5

Un momento di adrenalina pura, in cui la nave si ritrova circondata dagli iceberg, in condizioni meteo non ottimali. “Per la prima volta dobbiamo sfuggire alla minaccia del maltempo e degli enormi iceberg che vogliono colpire la nave. Il freddo è antartico”.

Diario #6

Il team punta a una nuova vetta da salire: il Lorezuri. “Abbiamo una montagna in testa. Lì appare. Prepariamo gli zaini e tracciamo una linea che ci lascia soddisfatti. Sono state 18 ore senza sosta, godendoci la vera scalata su terreni sconosciuti. Ci piace così tanto che la chiamiamo: Lorezuri”.

Diario #7

Una bella giornata di sci sui pendii antartici. “Abbiamo raggiunto Port Lockroy. Qui ci sono enormi ghiacciai che dobbiamo attraversare con gli sci. Una giornata blu ci permette di fare le prime curve in una neve granulosa che non è la migliore, ma …. stiamo sciando in Antartide !!!!! Abbiamo anche paura delle enormi crepe che sono ovunque”.

Diario #8

In lotta contro il vento. “Vogliamo anche dormire su un iceberg, ma un vento infernale ci incoraggia a tornare sulla nave. Nemmeno il freddo intenso ci ha fatto dubitare. In barca il caldo ci fa sentire a casa”.

Diario #9

Una salita al limite dell’ignoto. “Mille linee appaiono davanti ai nostri occhi. Entriamo in un canale che termina con un bordo lungo fino alla cima del Wheat Peak. Dopo 9 lunghi giorni, una fitta nebbia e una neve intensa ci avvolgono. Siamo molto vicini al limite dell’ignoto, ma ovviamente queste condizioni ci allontanano ogni volta di più dalla cima. Dopo aver soppesato i pro e i contro in base alle nostre intenzioni, iniziamo a montare le corde in doppia. È stata un’ascensione dura e preziosa: Lan eta ekin ( Lavora e inizia) Torneremo un giorno a finirla?”

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