Pareti

Robert Jasper apre in solitaria “Meltdown” sulla Nord dell’Eiger. Il video della salita

Da pochi giorni è disponibile su Vimeo il video della salita in solitaria della via Meltdown (7a+), sulla Nord dell’Eiger in Svizzera, realizzata nei mesi estivi da Robert Jasper.

Undici i tiri liberati completamente da solo, dal basso e in autosicura, sulla porzione destra del Pilastro dei Ginevrini. Una esperienza che ha preceduto la sua partenza per una spedizione esplorativa nel nord della Patagonia.

Il bello di arrampicare in solitaria

“Meltdown 7a+ è la mia nuova via sulla parte destra della parete nord dell’Eiger in solitaria e redpoint style”, scriveva Jasper nel post FB in cui annunciava la realizzazione della sua impresa lo scorso agosto.

“Arrampicare in solitaria mi fornisce un senso di pace e mi mette alle strette come nient’altro! Mi vivo il momento. Ogni movimento deve essere ben considerato. Il suono dei campanacci delle vacche è il tipico suono che si sente sull’Eiger nella stagione estiva”.

Una soddisfazione, quella fornita dall’arrampicare in solitaria, di cui ci aveva parlato in una intervista rilasciata lo scorso anno. “È il più serio di tutti gli stili di arrampicata. Per me rappresenta la sfida più grande. È un’avventura grandiosa. È un’esperienza davvero intensa, in termini di rapporto con la natura e con se stessi”.

Robert e la Nord dell’Eiger: un amore lungo 34 anni

Meltdown rappresenta una via iniziata da Jasper 10 anni fa e abbandonata per dedicarsi ad altri tracciati sulla Nord. Per salirla la scorsa estate ha fatto uso di nuts, friends e chiodi da roccia. Spit solo laddove indispensabile.

Il numero di vie salite da Robert sulla sua parete prediletta dell’Eiger è pari a 19. Tra le sue salite più notevoli ricordiamo la prima in solitaria su Spit Verdonesque edente (7a), aperta in sole 4 ore. La prima di Symphonie de Liberté (8a) e la prima libera della Direttissima dei Giapponesi (8a), considerata da Jasper la via attualmente più difficile delle Alpi.

La sua prima vota sulla parete nord dell’Eiger è datata 1985. All’epoca aveva solo 17 anni. Sono trascorsi 34 anni e da allora i giorni passati su quella parete sono saliti a quota 360 circa.

Meltdown, una chiamata alle armi contro il cambiamento climatico

Come dichiarato dalla moglie Daniela su Rock and Ice Magazine, il nome Meltdown deriva dalle osservazioni che Robert è stato in grado di condurre sulla parete nel corso degli anni. Inevitabile per lui notare lo scioglimento progressivo dei ghiacci. La scorsa estate non c’era più segno degli storici nevai.

Il nome è dunque una “chiamata all’azione”. Una richiesta di intervento dal basso, una mobilitazione popolare che vada al di là delle decisioni che solo i politici possono prendere per salvare il Pianeta. “Altrimenti sarà troppo tardi non solo per le montagne ma anche per il nostro futuro”.

 

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3 Commenti

  1. La storia che” solo i politici devono fare qualcosa” è solamente la scusa per non prendere decisioni personalmente e cambiare le nostre comode abitudini.
    Caro Robert anche tu puoi fare qualcosa:
    – niente voli aerei.
    – niente km in macchina.
    – niente vestiti super tecnici
    – niente uso di plastica.
    Se ti piace il suono dei campanacci, torna a fare il contadino, sentirai quello delle tue mucche.

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