Alta quota

Andrea Lanfri in partenza per il Nepal. Destinazione Putha Hiunchuli (7.246 m)

L’atleta paralimpico Andrea Lanfri è pronto a partire alla volta del Nepal, con l’obiettivo di salire il Putha Hiunchuli (7.246 m). L’ultima cima della catena nepalese del Dhaulaghiri rappresenterà il suo primo Settemila, tappa necessaria del percorso di preparazione al progetto “Everest 2020”.

Una salita sul tetto del Mondo progettata per dimostrare alla meningite con sepsi meningoccocica, malattia che gli è costata l’amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani, di potersi spingere sempre più in alto nonostante tutto.

“Se faccio una cosa, so di potercela fare”

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Guamo (LU), l’atleta lucchese ha descritto il programma delle prossime settimane. Partenza fissata per venerdì 4 ottobre con destinazione Kathmandu. Insieme a lui partiranno anche la guida alpina Luca Montanari e un terzo alpinista. In 9 giorni di trekking è previsto l’arrivo al campo base. Da quel momento i 3 avranno a disposizione 15 giorni, tra il 15 e il 29 ottobre, per acclimatarsi e tentare la vetta.

Questo nuovo obiettivo non sembra preoccupare troppo Andrea. “Se faccio una cosa so di potercela fare – ha dichiarato con la sua solita tenacia – e grazie alle diverse tappe intermedie realizzate come allenamento, come la scalata del Monte Rosa e l’esperienza oltre i 6 mila metri in Ecuador, so di essere pronto”.

“Negli ultimi mesi ho fatto cose che con i piedi non avevo mai nemmeno pensato di realizzare – ha aggiunto – le sole paure che ho sono legate al meteo!”.

Da sottolineare è che sarà di fatto il primo italiano con amputazione di entrambi gli arti inferiori a cimentarsi nella salita di una vetta oltre i 7.000 m.

Preparazione senza sosta verso l’Everest

Nel corso dell’estate Lanfri non ha accennato a volersi riposare. Due mesi fa, in compagnia della fidanzata Natascia, ha portato a termine l’impresa “From Summit to The Ocean”. Un’avventura durata 14 giorni, iniziata con la salita di Punta Gnifetti sul Monte Rosa (4.554 m) e proseguita con una corsa in bici lungo il Cammino di Santiago, fino a Finisterre.

Una esperienza che ha consentito di testare le protesi e la loro resistenza a forti sbalzi termici. Anche il Putha Hiunchuli servirà da tester per le nuove protesi, rese più leggere rispetto alle precedenti utilizzate in Ecuador, nella salita del Chimborazo lo scorso gennaio.

Da Everest a Tokyo 2020

Il Tetto del Mondo sembra non essere l’unico proposito per il 2020 di Andrea. Nel corso della conferenza stampa ha dichiarato il suo sogno nel cassetto di gareggiare nei 400 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

 

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