Alpinismo

Mingote e compagni verso la vetta del Lhotse. Aperta ipotesi concatenamento con l’Everest

Terminata la pausa indotta dal passaggio del ciclone Fani, il team di Sergi Mingote ha ricominciato la salita verso quella che sarà la prima vetta del suo complesso progetto 2019, che vede come obiettivo quello di salire quanti più Ottomila in una sola stagione, rigorosamente senza ossigeno supplementare.

Il programma è di raggiungere la vetta del Lhotse e poi, se ci saranno le condizioni e le forze, tentare di salire in cima all’Everest.

“All’Everest penserò una volta sceso dal Lhotse. Passo dopo passo. Sono montagne così grandi che bisogna dare loro il rispetto che meritano. Ultimamente in diverse occasioni ho visto alcuni alpinisti perdere questo rispetto e, spesso, trovare come risposta la morte”. 

Quella che si preannuncia è pertanto una traversata o un concatenamento, in base a dove decideranno di fermarsi prima di riprendere a salire (in cresta a Colle Sud nel primo caso o più in basso nel secondo).

Il 12 maggio Sergi, in compagnia del cileno Juan Pablo Mohr e del brasiliano Moeses Fiamoncini è partito dal campo base dell’Everest raggiungendo direttamente C2 (6.495 m). Nella giornata di riposo sotto la neve di lunedì 13 hanno analizzato gli step da seguire nei prossimi giorni. Una fase di riflessione accurata su pesi e tempistiche.

Nella giornata odierna è prevista la salita a C3 dove verrà installata una tenda da 4 posti che accoglierà Mingote, Mohr, Fiamoncini e, un po’ a sorpresa, Ali Sadpara, incontrato durante la discesa da C2 al campo base nel corso della fase di acclimatazione.

Ali Sadpara ci ha proposto di fare il tentativo di vertice del Lhotse insieme” – scriveva Mingote lo scorso 28 aprile – “La verità è che si tratta di un’idea che mi attrae visto che è un alpinista pakistano molto forte e in grado di migliorare e completare sempre la squadra. È presto ancora, si vedrà ma vorrei che ci potessimo abbracciare in vetta“.

Il 15 si prevede di installare C4 (solitamente posizionato attorno a 7.900 m) e il 16 di tentare la vetta, partendo con alta probabilità alle 4 del mattino.

Carlos Garranzo, Jorge Salazar e Bilbaíno Inigo Castiñeyra sono invece partiti dal campo base con un giorno di ritardo ma con tutta l’intenzione di tentare la vetta il 16 maggio.

In questi momenti inizio a sentire quel formicolio che tanto bene conosco nella pancia” – dichiarava pochi giorni fa, in attesa di iniziare l’ascesa da campo base Sergi Mingote – “Osare qualcosa che ci porta al di fuori della nostra “zona di comfort” ci provoca inevitabilmente una certa ansia, ma non avventurarsi equivale a perdere il meglio per ognuno di noi”.

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