Alpinismo

Danni ai campi alti per il passaggio del ciclone Fani, ma oggi il sole torna a splendere sull’Everest

Il ciclone Fani, dichiarato come uno dei più violenti che si siano abbattuti sul subcontinente indiano negli ultimi 20 anni, dopo aver portato devastazione nella regione di Odisha, sul Golfo del Bengala, spostandosi poi verso l’entroterra, si è abbattuto con forza anche sul Nepal, causando uno sconvolgimento dei piani delle spedizioni attive sulle vette himalayane, soprattutto sull’Everest.

Secondo Mira Acharya, direttore della sezione “Accoglienza e Alpinismo” del  Dipartimento del Turismo nepalese, quasi 20 tende installate al campo base dell’Everest sono state spazzate via dalla tempesta. Fin dallo scorso giovedì il Dipartimento aveva emesso, in vista del passaggio del ciclone, un avviso di emergenza, chiedendo a tutte le agenzie di trekking e al personale di supporto di monitorare le condizioni meteorologiche e mantenere in sicurezza gli scalatori, sospendendo ogni piano di salita fino al termine dell’allerta maltempo.

Stando all’ultimo aggiornamento di Tika Ram Gurung, segretario generale dell’Associazione alpinistica del Nepal, rilasciato al Post,  tutti gli alpinisti e il personale sono scesi prima del fine settimana dai campi superiori al campo base.

Il ciclone si è abbattuto venerdì mattina sul golfo del Bengala. Classificato inizialmente come “estremamente grave” – nella regione di Odisha sono state 3 le vittime e più di un milione gli abitanti evacuati e trasferiti in spazi più sicuri dal Governo – è stata poi declassato a “molto grave” nella fase di passaggio sul Bangladesh, diminuendo di intensità nell’avvicinamento alla catena himalayana.

Sull’Everest e il Nepal orientale la tempesta si è manifestata con forti venti e nevicate da medie a forti, in attenuazione da domenica.

Il maltempo ha portato il team composto da Cory Richards e Esteban Mena a rimandare di due settimane la salita su quella che dovrebbe essere la loro nuova via sul versante Nord dell’Everest, ma nonostante le forti raffiche in quota i due non hanno fermato il loro percorso di acclimatazione a 7000 metri in condizioni decisamente complicate, come si vede nel video pubblicato sui social da Richards.

Stamattina, come si vede invece nelle meravigliose immagini di Keith Ladzinski, il fotografo National Geographic che sta seguendo i due alpinisti in questa nuova avventura, il tempo sta nettamente migliorando e, dopo aver distrutto le tende ai campi alti sia sul lato nord che sud, Fani si sta allontanando, consentendo ai due di riavvicinarsi alla base della nuova via per cominciare a portare il materiale e prepararsi alla salita nelle prossime settimane.

Anche Sergi Mingote, non appena passata la tempesta, ha deciso di rimettersi in marcia salendo in vetta al Kala Patthar (5.643 m) per ammirare dall’alto l’Everest, suo secondo obiettivo dopo la salita in programma sul Lhotse.

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