Alpinismo

Tutto pronto per l’invernale al K2

Domare il K2 per fortuna è cosa difficile, come per quei superbi cavalli raccontati da vecchi film alla “Black Stallion”, che però alla fine lasciano l’amaro in bocca perché la superba bestia o diventa amico dell’uomo o muore.

L’agenzia pakistana “Jasmine”, la stessa usata dai polacchi l’anno scorso, ci informa che la “sua” spedizione russa, condotta da Arten Braun, è già a posto, nel senso che il campo base è già stato in parte allestito sul ghiacciaio Godwin Austen a 5000 metri di quota. Allo scopo di dar corpo alla notizia, posta le foto del freddo viaggio di avvicinamento dei portatori, all’apparenza poco attrezzati per l’impresa di raggiungere il “base”, lo son di più gli yak che chissà dove son stati trovati.

Txikon, in odore di provarci con il K2, intanto tace, con il cuore gonfio di speranza e forse con l’aspettativa che anche il portafoglio si gonfi con i proventi degli sponsor che, dopo gli insuccessi all’Everest, forse non hanno più tanto entusiasmo invernale. Di sicuro una conferenza stampa prima di Natale svelerà l’arcano.

A proposito di Everest, partono le prime spedizioni invernali, ovviamente commerciali. Il business sempre più ingordo inghiottirà anche le dita (speriamo non la vita) di qualche malcapitato, ma che importa, le ferite e i moncherini al bar hanno sempre successo.

Perdonate il sarcasmo, ma è veramente difficile essere super partes. Rimane sempre l’amaro in bocca, come per gli stalloni domati del west.

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