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Nepal, i ministri stilano l'Everest declaration

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LOBUCHE, Nepal — Una "Everest declaration" in dieci punti, in cui si chiedono delle precise azioni internazionali contro il cambiamento climatico. Ecco il prodotto del consiglio dei ministri più alto del mondo: quello nepalese, riunitosi stamattina con attorno ad una tavola a ferro di cavallo nella piana di Gorakshep, ai piedi dell’Everest, 5.200 metri di quota.

Combattere il riscaldamento globale. Preservare la biodiversità e il patrimonio mondiale. Sostenere lo sviluppo sostenibile, economico e culturale. Ecco i punti fondamentali della Everest Declaration stilata nello storico consiglio dei ministri all’Everest, organizzato per richiamare l’attenzione sullo scioglimento dei ghiacciai himalayani, che rappresenta una grave minaccia per tutte le popolazioni del sud est asiatico.

La delegazione ministeriale del Nepal è partita ieri da Kathmandu in elicottero. In testa, il primo ministro Madhav Kumar, seguito da 23 ministri, diversi funzionari statali e quasi 100 giornalisti. Il gruppo è sbarcato ieri a Lukla, 2.800 metri di quota, dove ha iniziato ad acclimatarsi. Lì c’era una folla di persone pronte ad accogliere la delegazione con entusiasmo ma anche con la richiesta di fare di più per i villaggi direttamente minacciati dall’ingrossamento dei laghi glaciali, come quelli situati nei pressi dell’Imja glacial lake.

Stamattina presto il gruppo è poi volato fino a Syangboche, sopra il villaggio di Namche, dove è stata controllata l’attrezzatura (vestiti, medicine e maschere dell’ossigeno). Dopodichè, alle 9.20 ora nepalese, ha preso il volo per Gorakshep, villaggio a 5.200 metri vicino al campo base dell’Everest e sotto il Kala Patthar. Lassù anche una squadra di soccorso, composta da diversi alpinisti, sei medici e decine di bombole d’ossigeno. Nessuno dei ministri, però, ha accusato sintomi di mal di montagna.

Il meeting, trasmesso in diretta dal canale nazionale della tv nepalese, è durato circa 20 minuti, durante i quali il consiglio ha anche dichiarato il Banke National Park parco nazionale e l’area di Api-Nampa e Gauri-Shankar aree protette. Dopodichè tutti sono risaliti in elicottero e volati di nuovo a Syangboche (3,780 metri di quota) dove hanno tenuto una conferenza stampa.

"Con questa dichiarazione vogliamo esprimere il nostro impegno a combattere le minacce del global change – ha dichiarato il primo ministro Madhav Kumar – e rendere evidenti le aree di cooperazione con gli altri Paesi".

"L’Himalaya, catena montuosa di 2.700 chilometri che culmina con l’Everest – ha detto Kumar – è di importanza fondamentale per l’equilibrio ambientale globale e per lo sviluppo e la vita di 1 miliardo e 300 mila persone. Col riscaldamento globale, tutto è minacciato da inondazioni, frane, scomparsa dei ghiacciai, siccità, deforestazione e altre calamità. Tutta l’umanità deve far fronte unita a queste conseguenze".

Il meeting ha comportato uno spostamento piuttosto mastodontico di uomini e mezzi, che ha ricevuto anche molte critiche. Il primo ministro ha voluto però compierlo ugualmente per lanciare un segnale forte d’attenzione sul problema dello scioglimento dei ghiacciai himalayani.

Le previsioni peggiori, infatti, parlano di una scomparsa dei ghiacciai himalayani nel giro di pochi decenni. Quelle migliori, di una riduzione di massa comunque pericolosa dal punto di vista ambientale, principalmente per le sue conseguenze sui fiumi e le riserve d’acqua dolce da cui dipende la vita di oltre un miliardo di persone.

Il Nepal ha deciso di organizzare questo consiglio ai piedi dell’Everest dopo un’allarmante riunione dei governi del sud est asiatico sul riscaldamento climatico, per lanciare un segnale importante a pochi giorni dal summit sul clima di Copenhagen dove i grandi della Terra si troveranno a decidere le azioni comuni da intraprendere contro i cambiamenti climatici.

Sara Sottocornola

Video courtesy Nepalnews.com

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