Bilinguismo, polemica a Caldaro
CALDARO, Bolzano — Continua la polemica sul bilinguismo nella toponomastica dell’Alto Adige. Questa volta nel centro del mirino c’è il paese di Caldaro la cui amministrazione ha deciso di intitolare le nuove strade col solo nome tedesco. La ragione è appunto questa: toponimi di nuova introduzione, di "conseguenza", legittimità a mettere solo il nome corrente, che non sarebbe quello italiano.
"Per i toponimi di nuova introduzione – ha dichiarato il vicesindaco di Caldaro Arnold von Stefenelli – si è deciso di non utilizzare la versione bilingue, ma solo quella tedesca. È il caso di Patergangl, la cui traduzione italiana vicolo dei Frati è stata accantonata. Invece i toponimi italiani esistenti, già utilizzati dai nostri concittadini, sono stati mantenuti".
Questo spiegherebbe perchè appunto Patergangl, non sarebbe stato tradotto, mentre i vicini Colle dei Frati (Paterbichl) e Colle (Bichl), sono rimasti invece bilingue. La motivazione è la nuova introduzione.
Nel frattempo la controversia tra Alpenverein e Cai non è di certo chiusa. Il club altoatesino infatti, non ha nessuna intenzione di fare retromarcia sulla decisione di lasciare i cartelli dei piccoli toponimi di montagna in sola lingua tedesca. Ma anche il Cai non molla, continuando a rivendicare il diritto al bilinguismo.
Georg Simeoni, presidente dell’Alpenverein, aveva spiegato che la scelta del monolingue era relativa soltanto ai nomi propri, mentre i nomi di Comuni, frazioni principali, fiumi, avvisi di sicurezza, termini come "rifugio" o "sentiero" richiedono effettivamente il bilinguismo. Luis Durnwalder, presidente della Provincia di Bolzano, aveva difeso l’Avs, dichiarando che "solo i nomi generici vanno tradotti mentre nella microtoponomastica vanno mantenuti la storia e la tradizione del posto".
Quindi, in quel caso la tradizione, in questo l’innovazione.
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