La falesia di Cornalba vietata ai climber fino all’11 gennaio. Il colpevole? L’albero di Natale
Il sindaco del paese ha fatto posizionare sulla famosa parete bergamasca un gigantesco albero di luci, obbligando allo stop gli arrampicatori. Proteste, sabotaggi e minacce di denunce. Il primo cittadino spiega la sua decisione
Un albero di Natale alto 120 metri e largo 70 posizionato sulla falesia di Cornalba, famosa tra gli arrampicatori per essere un vero e proprio “mito”, un paretone percorso da alcune delle vie più difficili delle Alpi centrali fino al grado 9a+, ha diviso la comunità degli scalatori e degli abitanti della Val Serina, una laterale della Val Brembana: c’è chi lo apprezza e chi, invece, lo reputa uno scempio. Qualcuno addirittura passa al contrattacco.
Ma andiamo con ordine: qualche giorno fa sulla parete sud della falesia meta dei più forti climber del mondo – da Adam Ondra a Simone Moro, “Manolo” Zanolla, Angelika Rainer, Gabriele Moroni, Jonathan Siegrist, Stefano Carnati, Cristian Brenna, Laura Rogora oltre ai “locals” Bruno “Camós” Tassi, Gianandrea Tiraboschi ed Emilio Previtali – è comparso un albero di luci voluto dal sindaco Luca Vistalli per festeggiare il Natale. Inoltre, nei giorni precedenti la posa dell’imponente decorazione natalizia, alla base della falesia sono stati tagliati alcuni alberi con lo scopo dichiarato di creare spazio in caso di soccorso in elicottero.
Ma la concomitanza dei due eventi ha creato non poche polemiche tra chi sostiene che il taglio delle piante sia stato un oltraggio compiuto per fare spazio al grande albero e non un intervento già programmato come, invece, sostenuto dal sindaco di Cornalba Luca Vistalli «Ai piedi della falesia – spiega Vistalli – alcuni volontari hanno tagliato delle piante per facilitare gli interventi da parte dell’elisoccorso e consentire al Soccorso alpino, qualora dovesse intervenire, di utilizzare al meglio il verricello. Ne abbiamo approfittato per installare questo albero di Natale su tutta la parete che si affaccia sul nostro paese. Tuttavia, alcuni scalatori hanno iniziato a lamentarsi del fatto che avessimo tagliato alcune piante. Ma è una cosa già prevista, non l’abbiamo fatta in funzione dell’albero di luci».
Anche tra i climber i pareri sono discordanti
La spiegazione del primo cittadino, però, sembra non convincere buona parte degli arrampicatori, che sui social hanno espresso il proprio dissenso e intasato di e-mail la posta elettronica degli uffici comunali. A destare più di un sospetto sono anche le tempistiche: la delibera comunale che prevedeva l’installazione pare sia del 6 dicembre, proprio alla vigilia dell’avvio dei lavori. Come a voler prevenire ogni genere di opposizione.
Tra le lamentele anche l’accesso, ovviamente vietato, alla falesia fino al dieci gennaio 2025, data di rimozione dell’albero. Alle polemiche sono seguiti atti vandalici: «Sono state rotte alcune luminarie dell’albero di Natale – dichiara il sindaco Vistalli – e in Comune sono arrivati insulti e lettere minatorie. Farò denuncia alla Polizia Postale perché queste persone stanno esagerando. Sono uno scalatore e Cornalba è il mio paese: come possono pensare che abbia fatto tagliare delle piante solo per mettere un albero di Natale? Io desidero il meglio per Cornalba e voglio essere certo che i soccorsi possano intervenire tempestivamente e in sicurezza se qualcuno dovesse farsi male». E a chi lo accusa di averlo fatto per entrare nell’albo dei primati risponde: «Al record di albero di Natale più alto d’Italia noi non avevamo nemmeno pensato ma, a questo punto, ci informeremo per capire se possiamo ottenere una certificazione in merito».
Tra le mail di protesta giunte in Comune una recita: “alla base della falesia sono stati disboscati diversi alberi veri per fare spazio alla base dell’albero finto. La comunità di arrampicatori, e non solo, che vive quotidianamente questi posti si è subito attivata per fare sentire la propria voce. Il problema non è tanto relativo all’accesso alla falesia, per un mese possiamo farne anche a meno ma è l’idea sbagliata che il Comune ha di sviluppo del territorio. Ha disboscato alberi che la comunità di arrampicatori utilizzava da quasi 50 anni per coprire la base della falesia con l’obiettivo di installare un albero della durata effimera di tre settimane. È la classica rincorsa ai record inutili di cui la comunità non sente il bisogno. Infine, ci vedo anche una mancanza di rispetto per quello che Cornalba rappresenta per gli scalatori. Un atto del genere sarebbe stato sbagliato ovunque ma in questo contesto ancora di più considerando che si tratta di una delle falesie più importanti della storia dell’arrampicata sportiva italiana».
Ma anche tra gli arrampicatori c’è chi non attacca l’operato del sindaco: «Siamo noi quelli che riempiono di buchi una parete per martellarci dentro pezzi di acciaio che rimarranno lì per sempre – afferma uno scalatore – siamo quelli che lasciano immondizia in giro, mozziconi di sigaretta nei buchi, quelli che invadono l’habitat naturale dei volatili per appagare il proprio ego. Quindi, i primi violentatori di Cornalba siamo noi che ci lamentiamo per 3 settimane di chiusura di una falesia che forse, per la prima volta da quando è nata, potrà tirare un profondo respiro e lavare via i segni delle ferite che le abbiamo tutti lasciato. L’11 gennaio dell’albero di Natale non vi sarà più traccia, mentre i segni del “vandalismo” che abbiamo compiuto sulla montagna in qualità di scalatori, saranno lì per sempre».
Sabotatori dell’albero a parte, inoltre, una parte dei climber ha abbassato i toni, anche se per motivi prettamente utilitaristici: un muro contro muro potrebbe, temono, indurre il Comune a non rinnovare gli aiuti economici fino a oggi concessi ad alcune manifestazioni organizzate sulla falesia.
La denuncia dello studioso
Luca Rota, scrittore e studioso dei paesaggi montani, sul suo blog sostiene che “l’installazione sulla falesia rappresenta una banalizzazione e uno svilimento di ciò che è la falesia di Cornalba per gli appassionati di montagna tanto quanto dell’intero paesaggio naturale cornalbese, per il quale la parete rappresenta un potente e spettacolare marcatore referenziale”.
Infatti, il termine Cornalba deriva da Cornus Albus cioè “roccia bianca”: è evidente l’identità paesaggistica. Il timore è che si sia creato un precedente e che la parete a strapiombo possa fungere in futuro da base per nuove e stravaganti installazioni. “Certo, passate le festività l’alberone luminoso verrà smontato e ci sarà chi sosterrà che sia pure bello”, continua Rota. “Ma non è questo il nocciolo della questione, semmai è ciò che rivela il suo portato culturale: cioè il pensiero e la concezione assai dozzinali che evidentemente alcuni a Cornalba hanno delle proprie montagne e del paesaggio che, viene da pensare, essi non sanno cogliere nella loro bellezza e nel valore peculiare così significativo per il luogo senza quell’agghindamento natalizio o altro di simile”.
Al momento l’albero è stato spento per riparare i danni fatti da chi non lo vorrebbe ma a breve verrà riacceso. Non resta che vedere se l’albero della discordia illuminerà il paese della Val Serina fino al nuovo anno.