Merelli: la cima è per Mireia e Gnaro
LHASA, Tibet — Non può essere più felice di così, Mario Merelli. E’ al campo base da ieri, a festeggiare insieme alla fidanzata Mireia la cima del Cho Oyu salita con Marco Zaffaroni due giorni fa. E mentre aspetta la torta prevista dal menu per questa sera, telefona agli amici più cari per condividere con loro questa gioia immensa. Il primo è stato Silvio Mondinelli, al quale ha voluto dedicare la cima. "L’ho dedicata a lui e Mireia, un grande amico e un grande amore" ci ha detto Merelli poco fa.
E Zaffaroni? Lui che qualche mese fa raccontava di "cinque spedizioni e quattro fallimenti e mezzo", che pensava di non essere fatto per l’Himalaya ma diceva di non sapervi rinunciare per tutte le indimenticabili sensazioni che si provano durante le scalate. Che cosa dice? "Zaffa in cima si è commosso – racconta Merelli con un sorriso -. Finalmente ce l’ha fatta, sapessi com’è contento. Faceva un gran freddo, però lassù. Quando siamo scesi Mireia s’è commossa… ma secondo me è l’aria fine che le fa scendere le lacrime!".
E’ emozionato, Mario Merelli, ma non riesce a restare serio troppo a lungo. Scherza, ride, parla con l’amico "Zaffa" che dietro di lui fa casino e battute a non finire. Perchè le spedizioni sono anche questo. O forse sono soprattutto questo, questa gioia che fa dimenticare sofferenze e lunghe attese, e alla fine ti riempie di sensazioni così belle che non puoi rinunciare a tornare laggiù per riprovarle.
"E’ un viaggio di nozze bellissimo – dice ancora Merelli -, pochi lo fanno così. Adesso poi sarà tutto in discesa. Andiamo un po’ al caldo, il 4 ottobre saremo a Kathmandu e poi andremo nel Dolpo per l’inaugurazione del Kalika Community Hospital, un progetto che seguiamo da anni e per il quale in tanti ci hanno aiutato. Torneremo in italia intorno al 21 ottobre".
"Ho sentito della chiusura dei confini in Tibet – prosegue Merelli -. Ma il nostro ufficiale dice che possiamo uscire, basta che facciamo in fretta perchè prima è meglio è. Qui resta ancora tanta gente. Tanti che salgono con l’ossigeno, spedizioni commerciali ma anche qualche solitario con la sua guida. Nelle scorse settimane ho conosciuto Clifton Maloney, mi ha chiesto tante cose sugli 8000 e abbiamo fatto la foto insieme. Ci teneva tanto alla cima. L’ha raggiunta, ma non è tornato. Abbiamo visto che lo portavano giù quando siamo arrivati a campo due. questo fa ripensare a tanti amici scomparsi. Li portiamo nel cuore, ma dobbiamo soprattutto stare vicino e voler bene a chi c’è ancora".