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Il maxi-comprensorio intorno al Monte Rosa

In Valle d’Aosta si torna a parlare dei nuovi progetti nel settore turistico relativi al maxi comprensorio sciistico da 440 km di pisiìte, 85 impianti di risalita e una portata oraria di 150mila persone. Un progetto da un investimento iniziale di 50 milioni di euro e che interesserebbe la valle di Ayas, gli impianti del Monte Rosa Ski, Valtournanche-Cervinia e Zermatt, fino a toccare Alagna e la Valle del Lys. È un progetto di cui si discute fin dagli anni 70 e, a più riprese, torna a farsi sentire. Come lo scorso dicembre, quando il consiglio regionale ha messo all’ordine del giorno la questione impegnando la giunta  a presentare entro 90 giorni le relazioni necessario per due proposte alternative per il maxi-comprensorio.

Una prima ipotesi sarebbe quella di una tele-cabina con una stazione intermedia che, partendo da Frachey in Val D’Ayas, raggiungerebbe le Cime Bianche, così permettendo il collegamento con Cervinia e Zermatt. L’impatto ambientale dell’operazione nel vallone delle Cime Bianche, uno dei più affascinanti dell’arco alpino, sembra difficile da poter ridurre però. Inoltre, perché tutti i comprensori esistenti ne possano beneficiare ugualmente sarebbe necessario ammodernare gli impianti Orsia e Punta Jolanda a Gressoney ed eliminare il collo di bottiglia che rappresenta la funivia di Alagna che raggiunge il Passo dei Salati. Il resort risultante sarebbe tra i maggiori a livello mondiale.

“In realtà siamo ancora in una fase preliminare. I problemi non sono pochi e occorre valutarli con estrema attenzione” dice Augusto Rollandin, presidente della Regione Valle d’Aosta. Chiaramente Romina Obert, presidente degli albergatori di Ayas, ritiene che le conseguenze di una tale operazione sarebbero solo positive: “Garantendo un maggior flusso di turisti nell’intero arco dell’anno sarebbero ipotizzabili investimenti per l’apertura di nuovi negozi di alto livello. Ma anche per l’apertura di nuovi hotel, visto che i posti letto sono ora concentrati soprattutto nelle seconde case”. Di diverso avviso tutti coloro che hanno a cuore anche la sostenibilità della montagna, che nutrono leciti dubbi sull’impatto che l‘operazione avrebbe rispetto all’equilibrato e, ormai, assodato eco-sistema, tanto più alla luce della progressiva riduzione della neve al di sotto di certe quote.

La Regione sta comunque già investendo molto per rinnovare e potenziare impianti di risalita e piste da sci, che determinano un settore trainante dell’economia della Valle; almeno fino a questo punto. Come si può osservare deal recente inverno e dai numerosi studi al riguardo infatti, le stazioni turistiche dovrebbero, e dovranno, valorizzarsi anche in funzione di altri sport e altre attrattive che non dipendendo dalla neve.

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