Alpinismo

Aconcagua: avvistati superstiti

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Updated MENDOZA, Argentina — Segnali di vita dagli alpinisti italiani bloccati da ieri nella bufera, a quota 6.600 metri, sull’Aconcagua, la vetta più alta dell’America Latina. Due di loro sono stati avvistati dall’elicottero di soccorso mentre sventolavano una stoffa blu, segno che si trovano in buone condizioni. Nel frattempo è arrivata dalla Farnesina la conferma della morte di un membro della spedizione, mentre un altro sarebbe in gravi condizioni a causa di una brutta frattura e di un edema polmonare. Gli alpinisti, accompagnati da una guida argentina, sarebbero lombardi, piemontesi e liguri.

Fonti argentine hanno diffuso i nomi degli alpinisti italiani bloccati sulla montagna, senza però specificare quale di loro sia deceduto ieri. Secondo queste fonti, lassù si troverebbero Matteo Refrigerato, 35 anni, Marina Attanasio, 38 anni, Mirko Affasio, 39 anni, ed Elena Senin, 38 anni. Secondo quanto riferito ieri dalla polizia argentina, a morire in seguito ad una caduta sarebbe stato uno dei due uomini. Della spedizione faceva parte anche Antonella Targa, che però era rientrata al campo base prima dei compagni riuscendo a scampare alla bufera e a mettersi in salvo.

I suoi compagni, invece, in questo momento si trovano ancora a quota 6.600 metri, vicino al Ghiacciaio dei Polacchi, sul versante nord-est della montagna argentina alta 6.962 metri. Secondo la polizia locale,  il gruppo si troverebbe vicino ad un precipizio, in un’area molto rischiosa.

Con loro c’è la guida alpina Federico Campanino, argentino di 31 anni, che ieri ha dato l’allarme comunicando con il satellitare la notizia del decesso di uno dei membri del gruppo e della frattura riportata da un altro, che soffrirebbe anche di edema polmonare. Tutti e quattro gli alpinisti presenterebbero inoltre una grave ipotermia, causata dalle basse temperature, che stanotte hanno toccato i -20 gradi.
 
"Si trovano ad appena 200 metri dalla vetta e hanno trascorso la notte a circa 6.600-6.700 metri – ha riferito all’Ansa Guido Losa, direttore delle Risorse naturali della provincia di Mendoza -. Martedì, dopo aver raggiunto molto tardi la cima della montagna, il gruppo ha sbagliato percorso, perché non ha imboccato la direzione abitualmente seguita per la discesa".
 
"Poi, l’alpinista che guidava la cordata ha perso l’equilibrio – ha aggiunto Losa -, trascinando gli altri nella caduta. Il problema è che, avendo sbagliato strada, il gruppo si trova bloccato in un punto da dove è tecnicamente impossibile proseguire la discesa. I nostri soccorsi dovranno quindi prenderli, riportarli nelle prossimità della vetta, e poi ridiscendere dal sentiero giusto. E’ una situazione obiettivamente molto complicata".
 
Ieri mattina un elicottero argentino aveva sorvolato l’Aconcagua individuando gli alpinisti. Il brutto tempo però che imperversava sulla montagna aveva costretto i soccorritori ad interrompere le operazioni che sono riprese questa mattina all’alba. Il velivolo li ha visti sventolare una bandiera blu, ma per il recupero sarà necessario il loro spostamento: gli alpinisti dovrebbero raggiungere un punto più accessibile per poter procedere all’evacuazione.

Interpellati da diversi quotidiani e agenzie di stampa sulla questione, Agostino Da Polenza e Silvio Mondinelli smentiscono il loro coinvolgimento nelle operazioni di soccorso che sono gestite interamente dalle autorità argentine.
 
L’identità degli alpinisti non è ancora stata resa nota dalla polizia argentina e non ci sono conferme ufficiali. Certo è che nella zona in questi giorni ci sono delle spedizioni italiane: una composta anche da tre donne milanesi, e una del Cai di Varallo, che però nei programmi doveva salire lungo la via normale. Altre spedizioni sono partite da qualche giorno o sono in partenza per il Sudamerica.

 
 
Valentina d’Angella
 
Foto courtesy of William Marler – Summit Post

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