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Decalogo spedizioni: il voto dei lettori

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BERGAMO — D’accordo su tutto, tranne che sulle limitazioni alle spedizioni commerciali. Hanno votato così i lettori di Montagna.tv e Montagna.org, che nelle scorse settimane hanno inviato centinaia di pareri sull’opportunità di imporre nuove regole alle spedizioni alpinistiche dirette in Himalaya e Karakorum. Con i loro voti, i lettori hanno sottolineato l’importanza di organizzarsi per i soccorsi, formare guide d’alta quota e aumentare l’attenzione all’ambiente.

Autosufficienza, rispetto reciproco, consapevolezza delle proprie capacità tecniche e attenzione all’ambiente. Questi i temi che hanno riscosso maggior consenso fra i lettori di Montagna.org e Montagna.tv, che si sono dichiarati d’accordo quasi all’unanimità con i punti del decalogo che chiedono ad ogni spedizione di essere autosufficiente su energia e materiali di comunicazione, di scalata e di soccorso; di non usare sostanze dopanti e di essere ecocompatibili; di avere alpinisti con capacità tecniche e logistiche all’altezza dell’obiettivo della spedizione.
 
Quasi tutti d’accordo anche sulla presenza di un capospedizione di comprovata esperienza e sulla chiarezza dello stile adottato. Le spedizioni, secondo la maggior parte dei lettori, devono dichiarare in anticipo se lo stile di salita, l’uso di ossigeno, l’uso di portatori d’alta quota e la loro eventuale natura commerciale. Dati che farebbe piacere venissero raccolti in un database. Molto accordo anche sul fatto che ci siano stima fra gli alpinisti che compongono la stessa squadra e buone relazioni con le altre spedizioni sulla montagna.
 
Non piace, invece, l’idea di limitare il campo d’azione delle spedizioni commerciali soltanto a determinate montagne, che il 60 per cento dei lettori ritiene inopportuna. Evidentemente, una regola del genere appare troppo in contrasto con la libertà di scegliere la propria destinazione sulle montagne. Non a caso, è molto controversa, anche l’ipotesi di introdurre una valutazione esterna delle spedizioni con obiettivi di alto profilo alpinistico, che vede, al momento, il 44% dei lettori in disaccordo.
 
C’è grande indecisione anche riguardo l’obbligo di comunicare quotidianamente con il campo base, che vede i lettori spaccati a metà su un immobile 50-50. Ciò non toglie che gli strumenti di comunicazione siano ritenuti ormai imprescindibili dalla maggior parte dei votanti, che ritengono debba essere obbligatoria, per tutti gli alpinisti che si spingono in quota, la dotazione di almeno uno strumento di comunicazione a testa, sia esso radio o telefono.
 
L’opinione torna unita, e d’accordo con percentuali superiori all’80 per cento, su tutta la parte dei soccorsi. L’86 per cento ritiene indispensabili sia la creazione di unità di soccorso specializzate in Himalaya sia l’obbligo, per le spedizioni, di prestare soccorso in caso di incidente. Il 70 per cento concorda sull’imposizione di sanzioni per chi commette omissione di soccorso, e ben il 90 per cento ritiene utili dei sistemi di compensazione per le spedizioni che si dedicano ad interventi di salvataggio.
 
Pareri positivi, con percentuali vicine al 90 per cento, anche per la concessione dei permessi di scalata solo a chi è organizzato per l’autosoccorso e ha una polizza assicurativa. Nonchè per l’istituzione di un patentino obbligatorio per chi si propone come guida in Himalaya.
 
Questi i pareri giunti finora in redazione. Ma il sondaggio è ancora aperto: se non avete ancora detto la vostra, cliccate qui sotto e andate subito a votare!
 
 
Sara Sottocornola

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