Alpinismo

Ama Dablam: crollo seracchi in vetta

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KATHMANDU, Nepal — Boati terrificanti ed enormi nuvole di ghiaccio sui pendii sommitali. Si è sfiorata la tragedia, nei giorni scorsi, sull’l’Ama Dablam, dove tre crolli consecutivi di enormi seracchi hanno distrutto la via di salita alla vetta e disintegrato il campo 3, sotto gli occhi sbarrati degli alpinisti e degli Sherpa che si trovavano al campo base. "Poteva essere un’altra storia come quella del K2 – dicono i capispedizione – è un miracolo che lassù, in questo momento, non ci fosse nessuno".

A raccontare lo spaventoso spettacolo a cui le spedizioni hanno assistito dal campo base è Jason Thomas, leader della Summitclimb. "Abbiamo visto cadere degli enormi blocchi di ghiaccio – dice l’alpinista -. Nel giro di 30 ore ci sono stati almeno 3 crolli che hanno portato via l’intero pendio sopra campo 3 e probabilmente anche il luogo dove venivano posizionate le tende. Ora lassù si vede solo un’enorme lastra di ghiaccio blu".

Impossibile, a queste parole, non richiamare alla memoria la tragedia avvenuta nel novembre del 2006 esattamente nello stesso punto. Allora, il crollo dell’enorme seracco pensile che si sporgeva minaccioso poco sotto la vetta uccise ben 6 tra alpinisti e sherpa che dormivano a campo 3. Stavolta, per miracolo, lassù non c’era nessuno.

"I nostri Sherpa avevano attrezzato la via fino a campo 3 – prosegue Thomas – ma grazie a Dio nessuno si era fermato in quota nei giorni scorsi. Chiunque si fosse trovato lassù a quest’ora sarebbe morto. Poteva essere una tragedia come quella avvenuta sul K2 ad agosto".

Il rischio, insomma, è stato enorme. E quel che è peggio, il pendio sembra ancora instabile. La maggior parte degli alpinisti che si trovavano laggiù per raggiungere la vetta della montagna, ha deciso di interrompere la spedizione e rientrare a casa. Alcuni di loro sono già partiti.

"Non vogliamo mettere a rischio la vita di nessuno – dice Thomas -. Nè degli alpinisti nè tantomento gli sherpa. Sarebbe troppo pericoloso trovarsi sotto quel minaccioso seracco, che da un momento all’altro potrebbe scaricare di nuovo".

Altre spedizioni, però, rimangono. E altre ancora stanno per arrivare. Il loro obiettivo resta la vetta dell’Ama Dablam, 6.812 metri, una delle più affascinanti dell’Himalaya Nepalese che ogni anno vede l’arrivo di diverse spedizioni, soprattutto a carattere commerciale. In questa stagione però, nessuno è ancora riuscito a salire in cima.

Sara Sottocornola

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Foto d’archivio: campo 3 visto dall’alto, courtesy of Field Touring Alpine

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