Alpinismo

Manaslu: fallita sfida “speed climbing”

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KATHMANDU, Nepal — Il tentativo era davvero ambizioso. Salire in "speed climbing" la vetta del Manaslu, l’ottava montagna più alta della Terra, 8156 metri, in Nepal. Partenza da 4900 metri, salita, vetta e discesa con gli sci, tutto in un giorno. Ma il maltempo ha compromesso tutto a pochi metri dalla vetta.

Protagonisti del mancato tentativo due bavaresi e un francese: Benedikt Böhm, Sebastian Haag e Nicolas Bonnet. Tre scialpinisti con tanto coraggio, buona tecnica e altrettanta sfortuna.

Già da diverse settimane il maltempo imperversava dalle parti del Manaslu, con nevicate copiose che avevano costretto tutte le spedizioni a far rientro a casa. Per giornate intere la neve è caduta sugli accampamenti. Poi venerdì una finestra di bel tempo da sfruttare.

I tre partono di notte alla volta della vetta, avanzano con rapidità e dopo un’ora e mezzo sono già a quota 5.700 metri. Dopo tre ore, con gli sci in spalla, affrontano la prima cascata di ghiaccio. Avanzano, nonostante i trenta gradi sottozero e i coni di valanga fino a 6600 metri.

Il Mnaslu si  fa sempre più ripido. A quota 7000 Nicolas Bonnet, stremato, deve rallentare. Capisce che per lui la vetta resterà un sogno e decide di tornare indietro. Benedikt e Sebastian prosegono, fiduciosi di liquidare la partita in giornata.

Alle 7.30 del mattino, il tempo è bello e il vento è leggermente calato. Ma sono i seracchi minacciosi che costringono i due a cambiare l’itinerario di salita, scegliendo di scalare due grosse dorsali di ghiaccio che sembrano più stabili.

Gli ostacoli tuttavia nono sono finiti. I bavaresi arrivano a quota 7.400 metri. Davanti a loro la spalla del Manaslu coperta di neve fresca e spazzata dal vento. E lassù, 600 metri più in alto la vetta. Tutto intorno giganteschi fronti da cui si sono staccate le valanghe dei giorni precedenti.

Le masse nevose sono in continuo movimento. I due proseguono, sapendo di rischiare davvero grosso. Ma a 150 metri dalla spalla del Manaslu, la strada è sbarrata da una valanga incombente. Non ci sono vie d’uscita: o si passa lì sotto e si torna indietro.

I due decidono di abbandonare: tropppo pericoloso. Una scelta difficile, soprattutto quando comincia a intraverdersi la vetta. Ma la vita è una sola, così come il verdetto: il Manaslu ha vinto ancora. 

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