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Piolet d’Or 2014, vincono ex aequo l’Annapurna di Steck e il K6 West di Slawinsky e Welsted

Le due salite vincitrici: Steck, Welsted e Slawinsky (ph Ivan Riccardi)
Le due salite vincitrici: Steck, Welsted e Slawinsky (ph Ivan Riccardi)

COURMAYEUR, Aosta – Molti nel mondo alpinistico l’avevano salutata come la salita dell’anno, eppure fino all’ultimo la sua vittoria non è stata scontata. Alla fine però la giuria si è trovata d’accordo nello scegliere l’incredibile impresa di Ueli Steck all’Annapurna come vincitrice di questi Piolet d’Or 2014. O almeno come una delle due vincitrici: sul più alto gradino del podio è salita infatti anche la via sull’inviolato K6 West, aperta da Raphael Slawinsky e Ian Welsted. Due salite mostruosamente difficili per motivi diversi, entrambe premiate poco fa a Courmayeur nella grande serata conclusiva della 22esima edizione della Piccozza d’Oro.

Fino all’ultimo non si sapeva. Fino all’ultimo giornalisti, candidati e pubblico sono stati con il fiato sospeso ad aspettare il verdetto della giuria per scoprire quale delle 5 belle salite in nomination sarebbe stata la prescelta della 22esima edizione degli Oscar dell’alpinismo. Fra tutti però c’era un super favorito ed era Ueli Steck, con la sua memorabile impresa all’Annapurna: una via nuova sulla parete Sud aperta da solo, andando e tornando in 28 ore.

Nei giorni scorsi però, diversi fattori avevano messo in discussione un risultato che sembrava certo. Da un lato c’erano i dubbi sollevati da alcuni sulla veridicità della salita stessa, per via della mancanza di prove certe quali foto e gps. Dall’altro c’erano altre perplessità emerse tra i giurati sull’opportunità di assegnare la piccozza d’oro a una solitaria. Diversi si chiedevano poi se la scelta dell’anno passato di premiare tutte le imprese in nomination non avrebbe costituito un precedente insormontabile, che avrebbe condannato per sempre il destino dei Piolet d’Or a fare altrettanto da allora in avanti. Alla fine così non è stato, sebbene il presidente di giuria, George Lowe, abbia esplicitamente dichiarato che fosse stato per lui avrebbe dato la vittoria a tutti.

Ueli Steck intervistato ai Piolet d Or E uno dei vincitori dell'edizione 2014 (Photo Luca Maspes)
Ueli Steck intervistato ai Piolet d Or E uno dei vincitori dell’edizione 2014 (Photo Luca Maspes)

“Personalmente – ha detto infatti Lowe – avrei preferito dare il premio a tutte e cinque le nomination, ma la decisione della giuria è stato un democratico compromesso”.

La giuria – composta da Catherine Destivelle, Denis Urubko, Erri De Luca, Karin Steinbach e Lim Sung Muk – ha infatti scelto due diverse salite per rappresentare lo spirito del moderno alpinismo e l’etica dei Piolet d’Or.

“Dopo aver raggiunto la crepacciata terminale – prosegue il discorso di proclamazione -, Ueli Steck ha dovuto accettare il fatto che il suo compagno riteneva la salita troppo rischiosa. Scalando la parete da solo, Ueli si è esposto lui stesso moltissimo. Nonostante non sapesse cosa lo aspettasse oltre i 6500 metri di quota, è riuscito a completare la via iniziata da Pierre Béghin e Jean-Christophe Lafaille nel 1992. La nuova via scalata in solitaria, in un velocissimo stile alpino sembra aprire a una nuova dimensione dell’alpinismo in alta quota”.

Ex aequo vincono il Piolet d’Or anche Slawinsky e Welsted per aver salito per la prima volta il K6 West, una montagna fino ad allora più volte tentata da alpinisti del calibro di Steve House e Marko Prezelj, e mai riuscita a nessuno.

“Raphael Slawinsky e Ian Welsted – continua ancora la motivazione ufficiale – hanno affrontato una scalata molto difficile tecnicamente con alte difficoltà su ghiaccio e misto e superando passaggi strapiombanti. Al quarto giorno hanno capito di non poter continuare in cresta e sono tornati indietro spostandosi sul versante opposto della montagna e trovando un’altra possibilità per continuare fino alla cima. La loro spedizione è inoltre stata un bellissimo esempio di attenzione per la popolazione locale. Dopo aver saputo del massacro al Nanga Parbat, hanno deciso di restare, perché sarebbe un disastro per la popolazione pakistana perdere l’entrata economica proveniente dal turismo. Ian e Raphael anzi, vogliono incoraggiare altri alpinisti a non fare di tutta un’erba un fascio del Pakistan”.

K6 (Photo Luca Maspes)
K6 (Photo Luca Maspes)

Due salite molto diverse, che secondo la giuria però fotografano lo stato attuale dell’alpinismo odierno. In particolare due imprese tra loro diametralmente opposte nel concepimento e nella gestione del rischio: non una migliore o una peggiore, se mai una frutto di una logica fredda e razionale nonché di una perfetta pianificazione, l’altra dell’estremizzazione delle stesse capacità cognitive e fisiche umane.

“Le due salite che abbiamo scelto – recita la conclusione – rappresentano i due estremi nella gestione del rischio. Raphael Slawinsky e Ian Welsted hanno pianificato attentamente la loro salita al K6 West, calcolando bene il tempo in modo da avere le migliori condizioni in parete (partendo prima dell’arrivo del bel tempo, con neve fresca per ridurre il pericolo di scariche di sassi e le difficoltà della scalata), e hanno pianificato i giorni in modo da poter riposare abbastanza ai bivacchi per mantenersi in forza. Al contrario con la salita in solitaria della parete Sud dell’Annapurna Ueli Steck ha accettato un grande rischio. Per 28 ore è rimasto completamente concentrato, sapendo che un passo falso lo avrebbe portato alla morte. Ueli stesso ha detto di aver scalato al limite delle possibilità”.

Infine questa sera a Courmayeur, nel grande evento conclusivo della 22esima edizione dei Piolet d’Oro, la giuria ha consegnato a Stephane Benoist e Yannick Graziani una speciale menzione “Brotherhood of the Rope”, per la loro ripetizione della via di Steck all’Annapurna. Le grandi avversità che hanno saputo superare sulla montagna salendo anche loro la difficile via sulla parete sud (difficoltà che hanno comportato per Benoist l’amputazione di diverse falangi delle dita dei piedi e delle mani), dimostrano il grande valore della cordata nell’alpinismo.

Non perdetevi nei prossimi giorni su Montagna.tv gli approfondimenti e le video interviste ai grandi protagonisti dei Piolet d’Or 2014: vincitori, candidati e giurati di questa 22esima edizione degli Oscar dell’alpinismo.

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