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Ice climbing: il futuro è sottoterra

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STOCCOLMA, Svezia — Effetto serra, temperature in aumento e inverni senza neve. Se andiamo avanti così, che fine farà l’ice climbing? Se lo sono chiesti in molti, e qualcuno ha trovato anche la risposta: sottoterra.

L’ice climber canadese Will Gadd e lo svedese Andreas Spak si sono calati dentro alcune miniere di ferro abbandonate trovando un inaspettato quanto ideale campo da gioco per le salite su ghiaccio. 
 
Anche in Svezia l’inverno è stato più caldo del normale, con temperature tra i 15 e i 20 gradi. I due ice climber non sapevano che pesci pigliare, quando lo speleologo Daniel Karlsson gli ha fatto scoprire il ghiaccio nascosto nelle miniere svedesi, che scendono fino a mille metri di profondità.
 
Subito sotto la superficie la temperatura era ancora piuttosto calda, ma oltre i 200 metri, a quanto pare, sembrava di essere in un refrigeratore. E i tre esploratori hanno trovato ghiaccio vecchio di anni, che presentava addirittura degli anelli di crescita come i tronchi degli alberi.
 
Si sono scatenati, aprendo 3 vie e facendo una dozzina di salite in un ambiente davvero incredibile. Immersi nel freddo e nel buio, attorniati dai resti di casse di dinamite, cunicoli neri, vecchi chiodi di acciaio, candele di ghiaccio e fessure taglienti.
 
“Arrampicare qui è stato incredibile – racconta Spak sul suo blog -. A tratti era perfetto ghiaccio d’acqua, a tratti bizzarro materiale con piccole bolle d’aria. C’erano seracchi penzolanti dal tetto, enormi pilastri orizzontali e verticali di cui era difficile capire la genesi e quindi la solidità".
 
Dave Brown, Christian Pondella e Ben Pritchard hanno raccolto le immagini dell’impresa.
 
Sara Sottocornola
Foto courtesy of Christian Pondella, www.climbing.com
Sources: Will Gadd,
www.mountain-activity.no, www.hotaches.blogspot.com

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