Alpinismo

Everest: 3 morti nell’attacco alla vetta

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LHASA, Tibet — Un giapponese di 62 anni è collassato pochi passi dopo aver raggiunto la vetta dal versante Nord. Due giovani sud coreani, qualche ora dopo, sono stati uccisi ieri dalla caduta di alcune rocce sulla parete Sud, a circa 8.000 metri. Il bilancio di morti sull’Everest pe questa stagione, sale quindi a quattro.

L’alpinista giapponese, di cui non è stato reso noto il nome, è collassato subito dopo aver iniziato la discesa dalla vetta dell’Everest (8.848 metri).
 
Secondo le prime ricostruzioni, uno sherpa avrebbe tentato di rianimarlo con un massaggio cardiaco, ma non ci sarebbe stato nulla da fare. E il suo corpo sarebbe stato temporaneamente sepolto sotto la neve.
 
Il 62enne faceva parte della spedizione di Yoshitomi Okura organizzata dalla Adventure Guides di Tokyo. Gli organizzatori hanno fatto sapere che l’alpinista aveva passato tutti i controlli sanitari prima della partenza e che non si trattava della sua prima esperienza himalayana: aveva tentato l’Everest due volte e aveva raggiunto la cima del Cho Oyu nel 2003.
 
I due alpinisti coreani morti ieri sul versante sud erano Oh Hee-joon, 37 anni, e Lee Hyun-jo, 35. La loro spedizione era capitanata dall’alpinista più celebre della nazione: Park Young-seok, che fa parte della ristretta elite di chi scalato tutti e 14 gli ottomila della terra.
 
La quarta vittima risale a un mese fa. Si tratta di Dawa Sherpa, precipitato in un crepaccio mentre attrezzava la via di salita dal Colle Sud.
 
Sara Sottocornola
 
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