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Scatta il Giro d’Italia degli scalatori

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MILANO — Sta per partire il Giro d’Italia mentre sul ciclismo è caduta di nuovo la bufera del doping. Ma noi vogliamo parlare solo di sport. Sì perchè quello che sta per cominciare sarà il Giro degli scalatori, fatto apposta per esalatree l’asprezza delle nostre montagne.

Cinque arrivi in salita, al contrario delle annate passate dove erano le cronometro a decidere la gara. Stavolta la Corsa Rosa invece premierà chi meglio saprà imporre le proprie qualità là dove la storia del ciclismo ha sempre "decretato" i veri campioni: sulle montagne.

Il primo arrivo in salita è già alla quarta tappa, la Salerno-Montevergine di Mercogliano. Poi alla decima si va da Camaiore al Santuario Nostra Signora della Guardia: 250 km con colli da passare prima dello strappo finale.

Molto prima di arrivare sulle Alpi, dunque, c’è molta fatica da fare. Poi arrivano banchi di prova anche più severi. Nella 12esima tappa si va fino a Briancon, in una frazione durissima con il Colle dell’Agnello, 2744 metri, (Cima Coppi) e l’Izoard, leggenda del Tour.

Il giorno dopo, senza possibilità di riposare, ecco la crono individuale ancora con salite e l’arrivo sul colle del Santuario di Oropa. Domenica 27 il Giro affronta le Dolomiti, con le Tre Cime di Lavaredo. E infine il 30 tocca allo Zoncolan, colle durissmo con pendenze folli da affrontare con sapienza per non essere rimbalzati all’indietro.

Ultimo appello per cambiare posizioni in classifica è la crono di Verona, sabato 2 giugno, di 43 chilometri. Il giorno successivo la tappa conclusiva con la passerella a Milano.

Un Giro fantastico, non c’è che fare i complimenti agli organizzatori. I favoriti? Gli italiani, si dice. E’ dal Giro del ’96 vinto da Pavel Tonkov che gli stranieri restano dietro. I nomi dei pretendenti più considerati da osservatori e bookmaker sono Damiano Cunego, Gilberto Simoni, Danilo Di Luca e il "falco" Paolo Savoldelli.

Le premesse per un Giro spettacolare ci sono tutte. Speriamo che il doping non ci faccia cambiare canale.

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