AlpinismoAlta quota

Himalaya, l'Italia scrive la storia dell'elisoccorso: realizzato l'intervento in long line più alto del mondo

LOBUCHE, Nepal — Si è conclusa ieri un’operazione di soccorso senza precedenti sulle pendici del Lhotse, in Nepal. L’elicottero di Simone Moro, pilotato dal valtellinese Maurizio Folini, dopo due giorni di tentativi in volo ad altissima quota è riuscito a portare un soccorritore, Armin Senoner, al campo 3 della montagna, oltre i 7000 metri e a depositarvi una barella. Non solo: l’elicottero ha trascorso la notte al campo base dell’Everest, cosa che non ha precedenti, realizzando anche l’avviamento più alto del mondo.

Ieri è stato un giorno memorabile per la storia dell’elisoccorso mondiale e per il team di soccorso italiano di Simone Moro, Maurizio Folini e Armin Senoner. “Abbiamo realizzato l’intervento in long line più alto del mondo, “ufficialmente” a 23.000 piedi… – commenta a caldo Simone Moro, che abbiamo intervistato questa mattina -. Non solo, abbiamo anche fatto l’avviamento più alto di un elicottero a 5300 metri, dopo una notte passata al Campo Base dopo l’ultimo intervento serale di sabato. E’ un successo di squadra incredibile ed impensabile realizzato da un elicottero italiano, il mio, un I-VIEW modello AS350 B3, che lavora sotto i disciplinari di Elicampiglio, e da un team tutto italiano in partnership con la nepalese Fishtailair”.

L’operazione di soccorso è iniziata sabato mattina, dopo che è arrivato l’Sos per soccorrere un alpinista taiwanese che si trovava a campo 4, quasi 8000 metri di quota, già da due giorni colpito da congelamenti e sfinimento. In giornata, il team italiano ha effettuato dei tentativi estremi per recuperare l’alpinista, senza purtroppo riuscirci. La sera, il mezzo non è riuscito a rientrare a Lukla a causa della scarsa visibilità e ha quindi dovuto fermarsi al campo base di Everest e Lhotse per la notte.

Senoner appeso in long line (Photo courtesy Simone Moro)
Senoner appeso in long line (Photo courtesy Simone Moro)

Domenica mattina – effettuando un avviamento mai tentato ad una quota così alta – Folini è riuscito anche a portare il mezzo oltre i 7000 metri per depositare un uomo e una barella. “La gestione della potenza a quelle quote richiede una qualità ed una sensibilità molto alte – spiega Folini -. Va gestito anche il vento, la carenza di ossigeno, il movimento della corda, la comunicazione con il tecnico e con chi ti vede da lontano. Tutto insieme costituisce il lavoro del team in longline”.

Chiediamo a Folini se, in queste operazioni al limite del possibile, non ha mai avuto paura. “No mai – risponde – mi sono fidato del team e della mia esperienza”. “Maurizio è davvero un fuoriclasse – aggiunge Moro -. Qui in Nepal ci sono anche gli ultimi B3, più potenti del mio B3 plus ma non si sognano nemmeno lontanamente di fare quello che facciamo noi. Le persone fanno la differenza, non la macchina. Per l’operazione di soccorso dobbiamo ringraziare anche Gianpietro Verza del comitato Evk2Cnr, che dalla Piramide ci ha dato supporto radio e ci ha fornito il caricabatterie per la notte passata al campo base”.

Purtroppo, l’alpinista taiwanese è poi deceduto, questa mattina presto, poco prima di un altro intervento estremo che gli italiani avevano programmato di fare. “Aveva raggiunto la vetta del Lhotse alle 8 di sera – spiega Moro -. Ha dormito sulla vetta 4 ore, gli sherpa sono riusciti poi a svegliarlo e a convincerlo a scendere. Ha dormito fuori 2 notti, poi due notti in tenda a campo 4 ma nessuno lo ha portato giù. Gli sherpa sembra fossero esausti e la richiesta di aiuto è arrivata molto tardi, più di un giorno dopo. Poi tutti erano impegnati nelle scalate e non si è trovato nessuno disposto ad andare da lui e abbassarlo di quota”.

Elicottero di Simone moro, sfondo Ama Dablam (Foto Jon Griffith)
Elicottero di Simone moro, sfondo Ama Dablam (Foto Jon Griffith)

“Abbiamo portato una barella a campo 3 – prosegue Moro -. E’ la prima volta che un elicottero con un uomo attaccato sotto vola e deposita qualcosa a campo 3 e riporta via anche l’uomo. Folini pilotava, Senoner era sotto. Io ero a campo 2 con la radio a seguire l’operazione. Purtroppo l’alpinista taiwanese a 8000 metri è morto stamattina presto, poche ore prima dell’intervento in extremis che avevamo programmato di fare, dopo 4 inspiegabili giorni passati a 8000 metri senza che nessuno sia riuscito o abbia voluto fare qualcosa.”.

Gianpietro Verza, che ha seguito per due giorni l’operazione dal Laboratorio Piramide che sorge a 5050 metri, a poca distanza dal campo base, racconta: “Sabato hanno fatto 5 tentativi e in uno il vento gli ha girato l’elicottero. Hanno fatto un lavoro davvero eccezionale. Ci hanno riprovato nel pomeriggio, ma a quella quota la potenza non bastava. Da parte nostra abbiamo sempre dato assiatenza radio e meteo in tempo reale anche usando le webcam e la stazione di Kala Patthar. La sera si sono fermati al campo base, è un record, è il primo elicottero che pernotta al campo base dell’Everest”. “Nessuno lo aveva mai fatto ed il fatto – conferma Moro -. Il fatto che io avessi ancora il mio campo base, che fossi acclimatato e che Folini e Senoner siano guide alpine e dunque forti fisicamente, ha permesso che tutti stessimo bene”.

In questi giorni numerosi altri soccorsi sono stati fatti a campo due e a campo base del Lhotse per mal di montagna, o congelamenti, o sfinimenti e purtroppo in vista della tornata di vette su Everest e Lhotse dei prossimi giorni, se ne prevedono altri. Moro riferisce che con l’elicottero sono state portate via anche due persone insieme da 6800 metri (a bordo Folini, Moro e i due alpinisti).

Le nubi sul campo base sotto l'Elicottero (Photo courtesy Simone Moro)
Le nubi sul campo base sotto l’Elicottero (Photo courtesy Simone Moro)

Quella di ieri per l’elisoccorso è stata comunque una giornata da ricordare, una pagina di eccellenza a firma tutta italiana sia per le persone che per i mezzi. “L’iniziativa di questi soccorsi è di Simone Moro che li coordina – sottolinea Verza -, e il merito di Maurizio che è un pilota eccezionale e anche un valtellinese verace”.

“Il mio elicottero è quà proprio con il proposito di fare missioni al limite durante la stagione delle spedizioni e dei trekking – aggiunge Moro -. Senza rischiare, qui sappiamo esattamente ciò che si può fare e osare e ciò che è meglio non fare. Poi però si dedicherà ai lavori per la popolazione locale. Armin Senoner (aspirante Guida) si sta dimostrando un tecnico molto valido e Bruno Bortolameotti un “meccanico” superlativo. Elicampiglio è stata l’unica ditta italiana che ha creduto in noi e Fishtailair un partner locale molto dinamico e intelligente”.

L’elicottero si Simone Moro, in forze alla nepalese Fishtailair e sotto i disciplinari di Elicampiglio, è operativo per il Search and Rescue nepalese con esclusivo team italiano. Attualmente Folini Maurizio e Armin Senoner affiancano Moro. Prima di Folini c’era Enrico Cereia.

Per approfondire i soccorso in Himalaya, guarda la videointervista a Maurizio Folini  che abbiamo girato questa primavera a Bormio e pubblicato nella nostra web-tv.

 

Gianpietro Verza ha catturato il video che vi riproponiamo qui sotto dalla webcam di Kala Patthar. Le immagini mostrano il passaggio dell’elicottero di Simone Moro nella giornata di sabato in direzione Lhotse ed Everest.

 

 

 

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