Pareti

Matteo Bernasconi, quella via alla Torre Egger la sento mia

Matteo Bernasconi alla Torre Egger (Photo www.matteobernasconi
Matteo Bernasconi alla Torre Egger (Photo www.matteobernasconi.com)

COMO — Un sogno durato tre anni a cui, sul più bello, ha dovuto rinunciare. Matteo Bernasconi ha aperto insieme a Matteo Della Bordella buona parte della nuova via alla Ovest della Torre Egger: “Die another day” è stata chiamata negli anni scorsi, da poco invece ribattezzata “Notti magiche”. Impegni a casa hanno impedito al Ragno di Lecco di prolungare la spedizione in Patagonia e di partecipare alla scalata insieme ai compagni Della Bordella e Luca Schiera, scalata che si è poi rivelata quella risolutiva con 4 tiri nuovi e la vetta. E nonostante il dispiacere nel non essere stato là con loro a godersi la meritata vittoria, Bernasconi quella via la sente anche sua: questo il suo commento.

Ti sei pentito di essere tornato?
Pentito magari no, perché avevo degli impegni che non potevo rimandare, altrimenti sarei rimasto giù senza ombra di dubbio. Ma chiaramente mi dispiace molto di non essere riuscito a fare questo tentativo e quindi ad arrivare in cima alla Egger insieme a Matteo e Luchino. Sono tre anni che vado in Patagonia apposta, quest’anno ho trascorsi lì 35 giorni, è ovvio che se avessi potuto sarei stato rimasto sicuramente.

Della Bordella e Schiera hanno aperto quattro tiri nuovi che arrivano fino al Colle De Donà-Giongo. Come mai l’anno scorso avevate scelto di salire da un’altra parte?
L’anno scorso noi abbiamo deciso di andare più a destra e non passare di lì perchè era totalmente intasato di ghiaccio e durante la giornata scendevano continue scariche di ghiaccio. Abbiamo pensato che scalare quel tratto fosse veramente troppo pericoloso. Quest’anno evidentemente era più secco: io non ho visto la parete ma avranno trovato il tratto in condizioni e avranno deciso di passare da quella che era sicuramente la linea più logica e diritta per arrivare al colle. La logica ti mandava lì, quindi anche l’anno scorso se fosse stato possibile saremmo passati di lì.

Perché hanno cambiato il nome alla via?
Si vede che hanno ritenuto di volerlo cambiare, veramente non lo so.

Ora che la via è finita, hai voglia di tornare a ripeterla?
No, per fare una ripetizione sinceramente no. La via la sento mia: sono stato giù tre anni per aprirla e di fatto una buona parte della via l’ho aperta anche io. Però da lì a ripeterla, no sinceramente.

Hai già parlato con Della Bordella e Schiera?
No, non ancora.

E cosa dirai quando li sentirai?
Sicuramente gli farò i complimenti perché sono stati bravi.

 

Photo www.matteobernasconi.com

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4 Commenti

  1. Berna non te la prendere troppo, alle persone attente non sfugge il tuo valore “umano”; lasciatelo dire che gli altri valori messi in gioco dall’alpinismo non sono poi così importanti! Un abbraccio forte e continua per la tua strada!

  2. Caro Berna,
    VARIANTE????
    Sto c…o!!!
    Se 900m di parete sono una variante…..poi cambiare il nome…..scegliteli meglio i soci la prossima volta.
    Non solo gente che tiene una corda.

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