"Lagrima": nuova straordinaria via dei Catores sulla Nord del Sassolungo
SELVA DI VAL GARDENA, Bolzano — Lagrima, la lacrima che sgocciola dal Sassolungo. E’ questo il suggestivo nome con cui Adam Holzknecht e Hubert Moroder, note Guide Alpine Catores della Val Gardena, hanno battezzato la nuova via aperta sulla Nord del Sassolungo. La linea, aperta in due giorni con bivacco in parete, parte dalla via Pichl e sale verticalmente al centro della Nord. Ecco le foto dell’impresa e il racconto inviatoci dal Catores Flavio Moroder.
“La nord del Sassolungo con i suoi 1000 metri di altezza è una delle pareti più alte delle Dolomiti e meta di alpinisti che ancora cercano la vera avventura in montagna. Oltre alla classica via Pichl, ci sono diverse vie con difficoltà più elevate e tutte queste vie hanno in comune il loro severo carattere alpinistico. Chi ha salito la parete nord del Sassolungo per la via Pichl ha sicuramente notato che dopo ca. 250 metri, al primo grosso traverso, la via incrocia una leggera colata d’acqua che dalla cima del Sassolungo gocciola a volte più, a volte meno. I ladini chiamano questo posto “sal’ ega”. Negli ultimi anni, da quando si è intensificata l’attività su cascate e soprattutto con l’avvento del dry tooling, diversi alpinisti di fama hanno osservato e studiato questo fantastico colatoio ma le precipitazioni autunnali non abbondavano per farne una vera cascata ghiacciata.
Grazie alle piogge abbondanti dell’autunno scorso, il filo di ghiaccio che cola dalla parete era finalmente più continuo del solito, anche se a causa della verticalità della parete non legava da cima a fondo. Per i due alpinisti valeva la pena tentare. Adam Holzknecht e Hubert Moroder, già noti per le loro imprese invernali sulle più difficili pareti dolomitiche e non solo (molti ricorderanno la loro salita del Fitz Roy e Cerro Torre in soli quattro giorni), lunedì 7 gennaio di buon’ ora si sono incamminati per la base della parete. L’avvicinamento si presentava già faticoso perché si profondava continuamente nella neve che su questo lato nord si trova in abbondanza.
I primi 250 metri della parete venivano percorsi per la via Pichl, e se questo tratto di parete non presenta difficoltà particolari in condizioni estive, non superando il 4° grado, è facile immaginare le difficoltà incontrate dai due alpinisti su una parete completamente innevata.
Verso le ore 11.00 dopo tre ore e mezzo di fatiche veniva raggiunta la base del colatoio da dove cominciava la vera avventura estrema. 350 m di ghiaccio precario e completamente verticale si presentava ai due Catores. Solo l’abilità di Adam, alpinista di straordinarie capacità tecniche e unico nel suo stile di arrampicata, permetteva di affrontare diversi punti della salita che a prima vista sembravano impossibili. Bisogna sottolineare che, fedeli alla loro etica alpinistica, Adam e Hubert avevano portato con sé solo 10 chiodi da roccia e 10 viti da ghiaccio e una serie di friends.
Verso le cinque del pomeriggio i nostri alpinisti avevano superato circa la metà del colatoio e si trattava di trovare un posto leggermente inclinato per passare la notte. Scavando una nicchia su una piccola cengia a lato del colatoio e a cinque metri di distanza l’uno dall’altro i due si sono infilati, appesi alla sosta, nei loro sacchi a pelo per passare la notte. Sopra le loro teste solo parete verticale, sotto i loro sederi solo parete verticale e una vista da mozzafiato sulle luci che illuminano la Val Gardena e non lontano, il rifugio Comici dove la sera servono piatti abbondanti di pesce. Ovviamente non poteva mancare chi allertava la centrale 118 per aver visto delle luci in mezzo alla parete nord del Sassolungo, situazione subito rientrata visto che i soccorritori Catores erano al corrente della pazzia del loro presidente e del suo vice.
La notte non particolarmente fredda non sarebbe stata così male se non fosse stato per il fortissimo vento da nord che si era alzato verso le nove di sera e che ha perseverato per tutta la notte. Per risparmiare peso i due alpinisti avevano portato un solo sacco bivacco, ma non avendo trovato spazio per bivaccare uno vicino all’altro, Adam ha dovuto passare la notte avvolto dal solo sacco a pelo che a causa del forte vento filtrava neve da tutte le parti. E’ possibile immaginarsi come è stata dura prepararsi al mattino e ripartire infreddoliti per una salita piena di incognite.
I primi tre tiri si sono presentati estremamente duri e lo strato di ghiaccio molto sottile faceva entrare le viti solo a metà rendendo così la salita ancora più ardua. A rendere il tutto più difficile era il vento continuo che spazzava incessantemente neve dall’alto e investiva gli arrampicatori. Fortunatamente qualche clessidra e il posizionamento di friends a lato del colatoio offriva sicure aggiuntive e consentiva di continuare la salita con un po’ di tranquillità in più. Adam che per morale e classe in campo alpinistico non è secondo a nessuno, ha battuto solamente tre chiodi intermedi ed altri tre per attrezzare le soste.
Finalmente verso le 13.00 i due riuscivano a uscire dalla parte più ripida del colatoio e ora rimaneva “solo” la restante parte di parete innevata di ca. 400 metri per raggiungere la vetta. Il vento forte dell’ultimo periodo aveva compattato bene la neve e rendeva la progressione non faticosa ma risultava difficile assicurare la cordata tra di loro.
Verso le ore 16.00, esausti, felicissimi e con un tremendo male alle braccia per essere stati appesi per due giorni alle piccozze, i due alpinisti raggiungevano la vetta del Sassolungo. Un paesaggio da mozzafiato si presentava ai loro occhi ma per loro era importante raggiungere l’anello per calarsi al bivacco per il meritato riposo. Nessun albergo a 5 stelle è più lussuoso del bivacco al Sassolungo per chi ha passato una notte appeso in parete.
La mattina i due preparano i loro materiali per poi scendono per la via normale. Chi ha salito il Sassolungo per la via normale d’inverno, ne conosce le difficoltà. Adam e Hubert in meno di due ore sono alla base della parete, quindi raggiungono a piedi i Piani di Confin dove per caso passa l’autobus che li porta al Monte Pana.
Le Guide Alpine Catores sono onorate di aver al loro interno due grandi alpinisti come Adam Holzknecht e Hubert Moroder che con la loro impresa hanno nuovamente scritto un po’ di storia dell’alpinismo dolomitico”.
Flavio Moroder
Complimenti davvero bravi!
Finalmente una salita fatta in modo pulito ed in continuità senza attrezzare, salire e scendere anche a distanza di giorni o mesi e soprattutto eticamente ineccepibile (senza spit).
Credo questa sia l’essenza dell’alpinismo.