Parchi

Le suggestioni rupestri della Murgia materana

MATERA, Basilicata — Un territorio in cui l’uomo ha plasmato la natura, senza però stravolgerne le caratteristiche salienti e creando un paesaggio unico. Uno dei più importanti siti rupestri d’Italia si trova in Basilicata, a Matera, a pochi chilometri di distanza dal confine con la Puglia.

Il Parco regionale archeologico storico naturale delle chiese rupestri del Materano, detto anche Parco della Murgia materana, è caratterizzato da una roccia tenera costituita da profondi solchi che disegnano rupi, forre, grotte, gravine utilizzate dall’uomo che vi si è insediato sin dalla preistoria.

Si trovano siti risalenti al Paleolitico (Grotta dei pipistrelli) e all’epoca Neolitica (villaggio di Murgecchia, di Murgia Timone e di Trasanello). Numerose testimonianze di queste fasi si conservano anche al Museo Nazionale “Domenico Ridola” a Matera, mentre testimonianze del periodo greco (VIII-VII secolo a.C.) e romano (dal III a C.) affiorano più numerose sul versante di Montescaglioso.

Si suppone che nel corso di questi secoli il territorio murgico fosse dominio di pastori e mandriani che abitavano in piccoli villaggi ricavati dall’adattamento di piccole caverne naturali.

La flora comprende 923 specie, un sesto dell’intera flora nazionale e un terzo di quella regionale. Un centinaio sono le specie rare e rarissime tra cui molti incroci mediterraneo-orientali, 61 quelle di nuova segnalazione per la flora lucana e 36 sono le specie endemiche e subendemiche.

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