Pareti

Bernasconi e Della Bordella sulla Torre Egger, ultimissime da El Chalten

Torre Egger (Photo www.ragnilecco.com)
Torre Egger (Photo www.ragnilecco.com)

UPDATED — EL CHALTEN, Argentina — E’ appena arrivato un nuovo aggiornamento dalla spedizione dei Ragni di Lecco impegnata in queste settimane in Patagonia,  sulla Torre Egger. Matteo Bernasconi e Matteo Della Bordella continuano a lavorare sull’inviolata parete ovest, dove con fatica si stanno guadagnando nuovi centimetri verso l’alto: domenica scorsa sono riusciti a superare il tratto strapiombante che li aveva bloccati nella salita verso il Colle Lux, ma diverse vicessitudini, tra cui il cedimento di un chiodo di sosta e la rottura del pianta spit, li hanno costretti per ora a ritornare ad El Chalten.

L’ultimo contatto con i Ragni di Lecco risale ad oggi pomeriggio. Bernasconi e Della Bordella infatti, hanno dovuto far rientro ad El Chalten da dove hanno potuto raccontare gli ultimi giorni in parete sulla ovest della Torre Egger. Li avevamo lasciati a poche decine di metri dal Colle Lux, che si trova tra la Punta Herron e la Torre Egger, fermi sotto il tetto che non riuscivano a superare. Negli ultimi giorni però i due giovani ragni hanno fatto progressi.

“Venerdi 20 partiamo nella notte – scrive infatti Della Bordella -, l’avvicinamento con scala va bene, saliamo leggeri solo con sacchi da bivacco per tentare la cima. Arriviamo al punto raggiunto prima, Berna apre un tiro ed esattamente dove era salito crolla un pezzo di tiro e una corda viene completamente tranciata. Proseguo ad aprire due tiri bellissimi, scalando per lo piu in libera e poi bivacchiamo. Sabato 21 Berna prosegue, ma ci rendiamo conto che l’uscita logica della via (su roccia) e’ molto pericolosa a causa di macchie di neve e ghiaccio molto grandi che pendono sopra dove la via dovrebbe passare. Io intravedo un’altra possibile linea diretta nello strapiombo del colle. Dopo un tiro misto libera e artificiale  parto per il grande tetto di circa 5 metri che supero con arrampicata artificiale. Passato il tetto un diedro a tratti cieco mi aspetta. Abbiamo un problema con il pianta spit che ci impedisce di piantare spit. Finisco il materiale e allestisco una sosta come meglio posso in fessure cieche sopra il grande strapiombo, la roccia e’ molto dura ed entrano solo chiodi a lama corti.

“Berna sale  – continua il Ragno di Lecco – e come parto per il tiro successivo il chiodo della sosta (che gia in precedenza avevo caricato) cede, un friend della sosta cede, passo sopra la testa di Berna facendogli perdere la telecamera da casco e sbattere violentemente contro un fittone all’interno del saccone e mi ritrovo tre metri sotto Berna, entrambi rimaniamo appesi ad un unico friend 0.3 camalot. Decidiamo che per quel giorno ne abbiamo abbastanza, sono anche le 8 di sera e passiamo la notte con uno scomodo bivacco alla base di questo tiro”.

“Domenica 22 il tempo è sempre bello – conclude Della Bordella -, ma senza modo di rinforzare la sosta con spit decidiamo di scendere, vediamo il colle a 20 metri da noi verso sinistra, il nostro ultimo tiro sarebbe stato lungo 40 metri uscendo 20 metri a destra del colle Lux, gia sulla cresta verso la cima della Egger, dove passa la via huber-Snarf. Una volta alla base della via, il caldo e l’allargamento dei crepacci rendono il rientro dal ghiacciaio impossibile o troppo pericoloso, troviamo un altra strada che tramite uno sperone di roccia ci porta con 200 metri di facile arrampicata sulla via dei Ragni al Cerro Torre. Da qui scendiamo con qualche doppia e torniamo alla truna. Arriviamo alla truna verso le 6 di sera. Il continuo caldo di questi giorni ha provocato numerose scariche anche in un punti apparentementi sicuri, infatti proprio quasi alla fine del filo rosso una scarica di ghiaccio e sassi passa a pochi metri da noi”.

Dopo una giornata di riposo, quella di lunedì 23 gennaio, i Ragni sono tornari ieri ad El Chalten in attesa di una nuova finestra di bel tempo nelle prossime settimane. L’idea è ovviamente quella di tornare in parete per cercare di finire  la via.

“Ora per l’avvicinamento occorre prevedere un giorno di tempo con tratti di arrampicata – riferiscono gli alpinisti -, passando per la via dei Ragni al Torre. Nome del tentativo fatto sino ad ora: DIE ANOTHER DAY”.

Info: www.ragnilecco.com

Tags

Articoli correlati

8 Commenti

  1. Uno appeso nel vuoto, l’altro contuso, su un unico 0,3, sull’ultima grande parete inviolata della Patagonia. chi va a recuperare, da qualche parte 1000 metri più sotto, la memoria della telecamera da casco? Avventura con la A a caratteri cubitali

  2. Dopo aver letto che sono rimasti in due appesi ad un camalot da 0.3 sono corso in bagno…non dico altro!
    Che determinazione questi ragazzi!

  3. Spittare? Ma sono matti? E’ un lavoro inutile….. se i due americani del Cerro sono ancora in zona vanno su e glieli rompono tutti !!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close