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Il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, paradiso da scoprire

Il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè in primavera (Photo Parks.it)
Il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè in primavera (Photo Parks.it)

TORINO —  A soli 40 chilometri da Torino si trova un parco naturale di superba bellezza e straordinaria ricchezza. E’ il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, costuituito da Val Susa, Val Chisone e Val Sangone, tre vallate distinte per aspetto e caratteristiche. Oggi vogliamo portarvi alla scoperta di questo splendido angolo di montagne italiane: una gita nei luoghi e nel tempo per conoscere un tesoro del nostro Paese.

Il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè ha compiuto trent’anni nel 2010. Trent’anni di area protetta, relativamente intatta nonostante la vicinanza al capoluogo Torino. Bastano infatti 40 km circa per immergersi nella superba natura, in una delle tre valli che lo compongono: Val Susa, Val Chisone, Val Sangone, ognuna con le sue caratteristiche specifiche a causa della diversa esposizione al sole.

Il versante valsusino, con prevalente esposizione a nord, è ricoperto di boschi fino a bassa quota ed è generalmente più umido degli altri. In Val Chisone, complice anche il limite altitudinale del Parco dove i confini corrono mediamente sui 1700 metri, rientrano nell’area protetta gli ultimi lariceti, alcune pinete ed i pascoli alpini, spesso ripidi, che si raccordano alle creste rocciose. Il versante est del Parco è occupato dalla Val Sangone, caratterizzata nell’area protetta dalla scarsità di copertura arborea e da lunghi valloni paralleli con andatura est-ovest.

L’Orsiera Rocciavrè ha un’estensione di circa 11mila metri quadri (erano 8mila alla sua nascita): una delle aree protette più grandi del Piemonte. Nel tempo ha acquisito la tutela anche delle Riserve naturali dell’Orrido di Chianocco (dal 1991) e dell’Orrido di Foresto (dal 1998).
Quando nel 1980 la Regione decise di istituire i Parchi (anche se il primo Piano regionale era già del 1975) la zona dell’Orsiera Rocciavrè fu scelta perché, rimasta al di fuori dei grandi itinerari turistici, manteneva intatte caratteristiche di pregio ambientale. Non vi sono infatti insediamenti stabili all’interno della zona di tutela; vi sono però attività economiche, specialmente di zootecnia, che il Parco sostiene con molti sforzi.

Nel 2010 il Parco Orsiera Rocciavrè ha vinto il Premio europeo Eden come seconda miglior destinazione in Italia. Un riconoscimento al lavoro di tanti anni, nella direzione di un turismo sostenibile e di qualità. Sono stati premiati infatti, l’attenzione alla mobilità dei disabili, alla filiera corta, alla certificazione Ecolabel, la responsabilità sociale delle imprese operanti nell’area, il coinvolgimento delle comunità locali, l’accessibilità e qualità dell’offerta, la tutela e valorizzazione delle attività d’alpeggio e dei prodotti tipici, la valorizzazione dell’artigianato locale, le attività didattiche e per famiglie.

Nell’Orsiera Rocciavrè sono attualmente impegnati 17 Guardiaparco che monitorano fauna e flora, anche con importanti progetti internazionali di ricerca scientifica (progetto sulla biodiversità, progetto Lupo, centro di riferimento della Regione per i cani da guardiania). Il Parco è tutela, ma è anche promozione del lavoro sul territorio, di quella cultura immateriale che sono le tradizioni, senza volersi arroccare al “bel tempo che fu” ma sposando le nuove tecnologie che permettono di vivere al meglio la montagna (ad esempio, pannelli fotovoltaici, connessione internet dei rifugi).

Un importante lavoro di mappatura e manutenzione dei sentieri ha permesso di “costruire” GO, il Giro dell’Orsiera, che in cinque tappe percorre tutto il Parco nel suo splendore. Inoltre, l’Ente di gestione collabora a tutte le iniziative di promozione del territorio, contando sulla presenza di valenze culturali/storiche ed architettoniche presenti al suo interno o ai suoi confini (Forte di Fenestrelle, Ecomuseo del Marrone, progetto Geoparco).

Il paesaggio vegetale del Parco è particolarmente interessante sia perché il territorio protetto copre un’ampia fascia altitudinale, sia perché le tre valli su cui si sviluppa hanno caratteristiche climatiche e pedologiche diverse.

La Val Chisone e la Valle di Susa sono caratterizzate da forti escursioni termiche e idriche, con estati calde e siccitose e inverni rigidi. Le elevate temperature estive e l’esposizione favorevole dei versanti consentono alle colture di salire in altitudine lungo le pendici: in Val di Susa, per esempio, i vigneti raggiungono i 1200 metri e i cereali venivano coltivati fin oltre i 2000 metri. Localmente sono presenti oasi xerotermiche, con flora di tipo sub-mediterraneo o steppico, in cui la vegetazione è caratterizzata da piante frugali, eliofile, resistenti alle forti escursioni termiche e alla siccità. Il Pino silvestre è un loro tipico rappresentante.

La Val Sangone è di tipo pre-alpino, si apre direttamente sulla pianura e da qui le masse d’aria umida risalgono i versanti, provocando nebbie e frequenti precipitazioni. Il clima è quindi più fresco e adatto a specie mesofile come il Faggio.

Alle quote più basse presso i confini del Parco si trovano boschi di latifoglie con predominanza di faggio; salendo più in alto le conifere prendono il posto delle latifoglie. Benché il Parco non ospiti particolari endemismi, sul suo territorio sono presenti quasi tutte le specie tipicamente alpine, legate agli ambienti rocciosi ed alle vallette nivali.

Dal punto di vista faunistico, le caratteristiche geomorfologiche del territorio del Parco consentono a molte specie di animali di trovare un habitat a loro congeniale. Infatti, la notevole escursione altimetrica, le diverse esposizioni dei versanti, la scarsa influenza antropica, determinano una tale diversità d’ambienti indisturbati da permettere a ciascuna specie di ricavarsi uno spazio nel luogo più idoneo alle proprie esigenze. Non è sempre stato così, la presenza di un’area protetta ha sicuramente determinato un’espansione di diverse specie e il reinsediamento di nuove. A seconda degli ambienti (boschi di latifoglie, faggete, boschi di conifere, arbusteti, distese erbose) si trovano così numerosissime specie, dai più noti camosci, mufloni, stambecchi, alla marmotta che è il simbolo del Parco, ai tanti mammiferi ed uccelli tipi delle zone alpine. Da qualche anno è ritornato in zona anche il lupo.

Info: www.parco-orsiera.it

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Un commento

  1. E in tutto ciò, e con tutto ciò, i luoghi di questo splendido Parco Naturale e il suo cuore di roccia alcuni li vorrebbero ferire, gravemente, facendovi passare il percorso del TAV.
    E con tutto ciò, in tutto ciò, si parla ancora di rispetto dell’ambiente e si classifica chi si oppone – per amore a questo splendore – come un irrazionale oppositore violento. Confondendo chi solca i sentieri con chi lancia molotov, per la semplice mancanza di volontà di conoscere le ragioni del “No”.
    Viva il Parco dell’Orsiera, le sue pendici e le sue risorse d’acqua, di radici e di fauna. E un NO al TAV perché le nostre Montagne restino come hanno voluto crescere.

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