Nell’Appennino Bolognese verso le grotte di Labante e di Soprasasso
Escursione ad anello poco impegnativa alla scoperta di spettacoli naturali poco noti tra i monti a breve distanza da Bologna
Solitamente nei territori montani si va alla ricerca di una cima o di un luogo panoramico, oppure si punta ad arrivare a un lago alpino, una cascata, un rifugio.
Ci sono luoghi anche più singolari da poter raggiungere con un trekking tra i monti, ad esempio le grotte naturali. Le montagne sono piene di fenditure tra le rocce, cavità e veri e propri tunnel sotterranei frequentemente generati da fenomeni di carsismo. La maggior parte di questi anfratti naturali può essere visitata solo da speleologi esperti, perché insieme al loro fascino le grotte celano insidie specifiche a cui i normali escursionisti non sono preparati.
Nell’Appennino bolognese a quote poco più che collinari un percorso ad anello permette di raggiungere ben due siti distinti in cui ammirare in sicurezza queste opere naturali: le grotte di Labante e le grotte di Soprasasso.
L’itinerario
Partenza: San Cristoforo di Labante
Dislivello: + 902 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: E
Dal parcheggio di San Cristoforo di Labante si prende in discesa il sentiero che passa accanto al risalto roccioso su cui è edificata la chiesa e che conduce ad un’ampia area prativa. Sul lato destro del sentiero si innalza un grande spuntone roccioso a forma di drago, completamente ricoperto da un fitto manto di muschio colorato che sputa… acqua. L’acqua fortemente calcarea ha nel tempo allungato il profilo della montagna creando così la testa di questo grande drago di pietra. Avvicinandosi alla parete rocciosa sul lato destro si può ammirare un sistema affascinante di vasche naturali ricche di vegetazione, che si inoltra nella montagna. Dall’altro lato un insieme di cavità e anfratti ci mostra come questa roccia composta di travertino sia stata scavata dagli elementi nel tempo. Questa complessa forma di elementi costituisce le grotte di Labante (620 m).
Si procede su una comoda strada sterrata che scende verso il torrente Aneva fino a raggiungere tra la vegetazione il Molino di Corba (560 m) dove la strada finisce. Si prosegue sul sentiero che raggiunge il greto del torrente e poi si sale l’altro versante prendendo prima a sinistra e successivamente procedendo su un falsopiano. Vanno seguite le indicazioni bianco-rosse del CAI che sono integrate da alcune segnaletiche in legno su cui sono indicate le svolte da effettuare per le Grotte di Soprasasso.
Una prima deviazione verso destra conduce dapprima all’interno di un bosco e successivamente sfocia in una forestale, che dopo aver superato alcuni edifici passa sotto un piccolo sottopasso in cemento e porta il tracciato in campo aperto. Si prende a sinistra in prossimità delle indicazioni per Soprasasso e si scende su uno stretto sentiero fino a raggiungere la località Sassetto. Da qui si può vedere l’imponente mole di Soprasasso.
Si procede fino alla località Torziano dove, dopo aver oltrepassato un edificio, il sentiero procede tra aree prative prima di salire deciso verso sinistra anche su alcuni gradoni di pietra. Si trovano le indicazioni del segnavia 162A per Soprasasso che in forte pendenza risale tortuoso il fianco della montagna fino a raggiungere le zone di erosione conosciute come Grotte di Soprasasso (600 m).
Le formazioni di Soprasasso sono dette tafoni e sono di origine eolica ed erosiva. Le pareti giallastre della montagna sono come traforate da copiose cavità tanto che queste formazioni vengono anche chiamate alveolizzazioni. Per alcune centinaia di metri questa parete di arenaria offre forme ardite e levigate, pareti e antri che si inoltrano per alcuni metri completamente traforati, come lavorati da un sapiente artigiano. Sul sentiero non si cammina più su roccia ma sulla fine sabbia gialla che l’erosione continua a generare sgretolando l’arenaria.
Si riprende il sentiero e dopo un passaggio su alcuni gradini di roccia (attenzione in caso di pioggia, la corda di sicurezza era assente) si prende a scendere fino ad un punto in cui una proprietà privata impone una deviazione per aggirarla. Ben segnalata da un cartello, si procede prima in discesa e poi in ripida salita fino a raggiungere nuovamente la forestale procedendo verso destra fino a giungere alla frazione di Precaria (560 m). Si prende a sinistra lungo un sentiero largo e in salita che procede tra la vegetazione fino a raggiungere via Castelnuovo. Proseguendo a sinistra la strada avanza per un paio di chilometri fino a ritornare al sottopasso raggiunto in precedenza in salita. Qui si chiude l’anello del percorso e si ritorna a San Cristoforo di Labante per il percorso di salita.
Da vedere
Nei pressi di Sasso Marconi nelle colline bolognesi si sviluppa il Contrafforte Pliocenico le cui ripide pareti rocciose si sono formate dalla sedimentazione e cementazione di arenarie del Pliocene. Quest’area inserita in un parco naturale ha una grande importanza geologica e faunistica. Dalle vette del contrafforte che culminano nel monte Adone si ha una vista ampia dell’appennino bolognese. Sul contrafforte passa anche l’antico tracciato oggi conosciuto come Via degli Dei.
Come arrivare
Il punto di partenza dell’escursione è situato a San Cristoforo di Labante, un piccolo borgo di case che si trova a poco meno di un’ora d’auto da Bologna, raggiungibile seguendo la SP68. In prossimità di un tornante nei pressi della chiesa di San Cristoforo si trova un parcheggio gratuito in cui lasciare l’auto.
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