Gente di montagna

Ninì Pietrasanta, la Regina del Monte Bianco

Formidabile alpinista e tenace sostenitrice dei diritti delle donne nel mondo alpinistico, effettuò notevolissime salite soprattutto nel gruppo del Bianco. Lasciò l’arrampicata non ancora trentenne dopo la prematura morte del marito, Gabriele Boccalatte.

“A poco a poco, senza che me ne accorgessi, la montagna prese l’anima mia, dandomi emozioni nuove e dolcissime, armoniose e potenti”

Ninì Pietrasanta

Ortensia Ambrogina Adelaide Carlotta Aideé, detta Ninì, nasce a Bois-Colombes, nei sobborghi di Parigi, il 26 dicembre 1909. Un regalo di Natale per i genitori Riccardo, professore di ragioneria all’Università Bocconi e tra i fondatori della Banca “Lombardona”, e la nobile Mariuccia Vernansal de Villeneuve.
Ninì perde presto la madre per via della tubercolosi e torna in Italia; prima a Firenze dove studia musica, suonando violino e violoncello, lingue e pittura, e poi a Milano dove segue un corso di infermieristica. Sono gli anni in cui sperimenta anche con la macchina fotografica e la cinepresa.
L’ambiente alto borghese della città e l’incoraggiamento del padre, a favore della libertà e dell’emancipazione, la avvicinano al mondo dell’alpinismo che sigla con l’iscrizione al CAI Milano.

Prime ascensioni

Agli inizi degli anni ‘30 si lega con le guide alpine Giuseppe Chiara e Tita Piaz che, comprese le sue doti innate, si spingono con lei anche in ascensioni inedite quali: la cresta sud della Thurwieser nel gruppo Ortles-Cevedale, la direttissima della parete nord-ovest della punta Zumstein al Monte Rosa, e la prima femminile della Nord del Lyskamm.

Nel 1932 Aldo Bonacossa, a breve presidente del Club Alpino Accademico, la invita in Abruzzo per delle escursioni di scialpinismo che ci concretizzano nella traversata del Gran Sasso e nella prima ascesa alla vetta orientale del Corno Grande sci ai piedi.

I numerosi successi e la stima dei grandi del tempo la aiutano nel sostenere e difendere i valori e i diritti delle donne nel mondo alpinistico, fino ad ora esclusivamente maschile. A tal proposito “Lo Scarpone” le dedica un editoriale: “Una gentile fanciulla che difende la propria passione nei confronti di un’opposta tendenza che vorrebbe vedere la donna vera solo sotto l’aspetto di un fiorellino ovattato, privo di energie e di colore, e senza un carattere e una propria personalità“.

L’incontro della vita

La stessa estate, quella del 1932, è a Chamonix quando, in qualità di infermiera, viene chiamata a soccorrere un alpinista torinese, nonché appassionato di pianoforte. Tra Ninì e Gabriele Boccalatte  scatta subito qualcosa, un amore messo nero su bianco dalla loro prima salita insieme sul Laschaux.

Sono gli anni delle grandi pareti e Ninì diventa “La donna del sesto grado” e “regina del Monte Bianco”. Porta a segno molte salite sia con Leopoldo Gasparotto, Piero Zanetti e Vitale Bramani, sia con gli amici di Boccalatte, quali Giusto Gervasutti e Renato Chabod.
Dopo un primo tentativo fallito, l’1 agosto 1935, la coppia realizza il suo capolavoro ossia la conquista della difficilissima parete ovest e della cresta sud della Punta Bich dell’Aiguille Noire de Peuterey.
Il 28 agosto 1936 sono di nuovo insieme sul Mont Blanc du Tacul dove siglano la prima salita del pilastro est-nord-est, poi rinominato “Pilier Gervasutti”, che vale ad entrambi una medaglia al valore atletico. Due mesi più tardi si sposano e l’anno successivo nasce Lorenzo.

La direttissima al Tacul e la nuova via sull’Aiguille Blanche de Peuterey del 1938 sono gli ultimi exploit insieme poiché il 24 agosto di quell’anno Gabriele Boccalatte muore con Mario Piolti in un tentativo sull’inviolata parete sud dell’Aiguille de Triolet.
Ninì, nemmeno trentenne e con un bimbo piccolo, lascia l’alpinismo estremo, con grande maturità e senza rimpianti verso il passato. Dopo le seconde nozze nel 1944 con Enrico Rosa riprende a praticare sci alpinismo e fondo, distinguendosi anche in alcune competizioni.

Una grande eredità

Oltre alle numerose pubblicazioni sulle riviste del CAI, Ninì Pietrasanta si dedica alla stesura di un proprio diario che viene pubblicato nel 1934. “Pellegrina delle Alpi” racconta con numerosi passaggi poetici e retorici la sua storia personale ma, anche e soprattutto, tratta delle donne in montagna, del dopoguerra, di storie partigiane, del mondo delle guide alpine, di rifugi e, ovviamente, del suo grande compagno di vita.

Proprio in onore di Boccalatte, Ninì in persona segue la pubblicazione postuma del suo diario dal titolo “Piccole e grandi ore alpine”.

La vera rivoluzione portata da Ninì è nelle migliaia di fotografie e centinaia di metri di pellicola 16 mm che raccolgono, per la prima volta, momenti in parete, sugli sci e di semplice convivialità in montagna. Nel 2014 i registi Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico hanno raccolto tutto il materiale in un film che racconta la vita di Ninì e Gabriele, un bellissimo ricordo che è valso numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali la Genziana d’oro del Club Alpino Italiano per il miglior film di alpinismo e il premio Città di Imola alla 63ª edizione del Trento Film Festival.

Ninì, grande donna, alpinista di valore, socia onoraria del CAAI nel 1998, scrittrice di talento, innovativa fotografa e cineoperatrice, ci lascia il 23 febbraio del 2000 a quasi 90 anni, con una carriera che ha aperto le porte al grande alpinismo al femminile come lo conosciamo oggi.

Salite principali

  • 7 agosto 1929 – cresta sud Punta Thurwieser.
  • 26 agosto 1929 – parete nord del Lyskamm Orientale, prima ascensione femminile.
  • 10 agosto 1930 – parete nord-ovest della Zumstein.
  • 1932 – traversata del Gran sasso con gli sci.
  • 1932 – prima salita con gli sci alla cima orientale del Corno Grande.
  • 19 luglio 1932 – prima salita del gendarme di 50 m sul pianoro del Les Périades, nominato poi “Pointe Ninì”, con Boccalatte, Renato Chabod, Piero Ghiglione e Piero Zanetti.
  • 18 luglio 1933 – traversata dei Rochers della Brenva con la salita alla Tour de la Brenva, con Boccalatte, Giusto Gervasutti e Piero Zanetti.
  • 23 luglio 1933 – concatenamento di Pointe Chaubert, Pointe Médiane e Pointe Carmen con traversata al Mont Blanc du Tacul, con Boccalatte.
  • 10 agosto 1934 – quarta ascensione per lo spigolo nord-nord-ovest della Père Eternel, con Boccalatte e Michele Rivero.
  • 16 agosto 1934 – nuova “Via Boccalatte” sulla parete est e sulla cresta sud-est dell’Aiguille de la Brenva, con Boccalatte.
  • 3-5 settembre 1934 – terza ascensione della cresta sud dell’Aiguille Noire de Peuterey, con Boccalatte.
  • 16 luglio 1935 – prima ascensione del Pic Adolphe salendo per lo spigolo ovest e la parete nord con Boccalatte, Renato Chabod e Giusto Gervasutti.
  • 1 agosto 1935 – prima diretta sulla parete ovest e la cresta sud della Punta Bich dell’Aiguille Noire de Peuterey, con Boccalatte.
  • 24 agosto 1936 – nuova via sulla parete sud-ovest dell’Aiguille Blanche de Peuterey, con Boccalatte.
  • 28 agosto 1936 – nuova via attraverso il pilone nord-est del Mont Blanc du Tacul, con Boccalatte.

Libri

  • “Pellegrina delle Alpi” di Ninì Pietrasanta, 1934 (ristampato da CAI edizioni nel 2024)
  • “Oltre la vetta”, di Dante Colli, 2016, ed. Nuovi Sentieri

Film

  • “Ninì” di Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico, 2014.

“che m’ha insegnato a guardare alto e lontano”

Ninì Pietrasanta riferendosi al padre

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