Ricette e sapori

Fragrante bisciola fatta in casa

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La dolcezza della frutta secca, dei fichi e dell’uva sultanina, nel ricco impasto di un pane morbido e fragrante: ecco a voi la bisciola della Valtellina. Una ricetta di antica tradizione che va bene sempre, come colazione sostanziosa, magari prima di una camminata in montagna, o per concludere in bellezza un buon pasto. 

Bisciola, besciola, Pan di Fich o panettone della Valtellina. Tanti modi per chiamare il dolce più tipico della valle lombarda, che da secoli la gente del posto porta in tavola a Natale e negli altri momenti di festa dell’anno.

 
Se volete preparare una bisciola per 4 persone vi servono:

– 100 g di latte
– 2 uova
– 40 g di burro
– 40 g di zucchero
– 200 g di farina bianca
– mezza bustina di lievito di birra
– una spolverata leggera di sale
– scorza di limone grattuggiato
– 100 g di noci spezzettate, 60 g di nocciole e 20 g di pinoli
– 100 g di uva sultanina e 150 g di fichi secchi

Ecco come dovete fare:

Mettete in una ciotola il latte, un uovo, lo zucchero, il burro un po’ sciolto, la farina mischiata al lievito, e il sale. Impastate il composto finchè non diventa omogeneo, liscio e morbido, e aggiungete la scorza di limone grattuggiata. Quindi versate anche i fichi, l’uvetta e la frutta secca tritata a pezzi grossi. Alcune nonne della Valtellina consigliano, prima di aggiungerli all’impasto, di immergerli in un bicchiere di grappa e di lasciarli macerare per almeno 12 ore. Impastate e lasciate riposare per circa un’ora. Poi versare il tutto su un tavolo infarinato, e dategli una forma allungata o rotonda come quella di una pagnotta. Mettete quindi la bisciola su una teglia imburrata. Fate un’incisione in senso longitudinale, così durante la cottura si apre e cuoce meglio. Infine date una pennellata di uovo sbattuto e mettetela a cuocere in forno a 180 gradi per 40-50 minuti.

Non vi resta dunque che gustarvi il dolce prelibato. La biasciola è squisita mangiata calda, appena fatta o riscaldata, ed si sposa benissimo con un buon bicchiere di latte, di vino rosso o di braulio della Valtellina.

Valentina d’Angella

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