Medicina e benessere

Prezioso e aromatico genepì

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Quale escursionista non lo ha cercato e raccolto almeno una volta, per farne lo speciale liquore, tipico delle Alpi occidentali, o semplicemente per aromatizzare la grappa? Il genepì è una delle erbe d’alta quota più ricercate, date le sue proprietà aromatiche e terapeutiche. Scopriamole insieme.

Il vero nome del genepì è "Artemisia genipi", una piantina perenne con brevi fusti striscianti e foglie tripartite lunghe fino a 3 centimetri, che rientra nella famiglia delle asteracee.

I rami che portano i fiori sono lunghi in media una decina di centimetri. L’infiorescenza ha forma di spiga, talvolta allungata, talvolta brevissima e quasi a forma di globo. Le foglie ascellanti sono più lunghe dei capolini, e su tutta la pianta si trovano dei caratteristici peli lucidi che danno l’idea della seta.

Il termine “Genepì”, tuttavia, nell’accezione comune viene utilizzato per indicare più specie officinali congeneri, che crescono in ambiente montano su suolo calcareo e sopra i 2.000 metri di quota. In particolare vengono così indicate specie quali: Artemisia genepi, Artemisia umbelliformis, Artemisia glacialis, Artemisia nivalis.

Tutte, comunque, sono piantine molto aromatiche e profumate, utilizzate nella tradizione popolare alpina per la preparazione di amari e digestivi. In alcune zone montane viene indicata con il termine generico di “genepi” anche Achillea moschata, una specie che non è congenere alle precedenti ma che come loro è caratterizzata dalle proprietà digestive e cresce spontaneamente dai 2000 metri in su, ma su suolo acido.

Il genepì è ricercato per i suoi principi attivi, di olio essenziale e di amaro. Ha proprietà sedative, spasmolitiche (favorisce l’eliminazione degli spasmi) antisettiche. Ma anche digestive, toniche (favorisce l’attività organica, in particolare la digestione) e sudorifiche.

La specie, per ora, non figura nella farmacopea elvetica: le caratteristiche non sono ancora state definite.

La fioritura è solita nel mese di giugno, anche se ovviamente dipende dall’altitudine e dall’esposizione del versante montano su cui cresce. Tradizionalmente, viene infatti raccolto d’estate, tra giugno e agosto, e poi fatto essiccare. Nella prossima puntata vi daremo la ricetta per il famoso liquore.

Anna Giorgi

 

Anna Giorgi è docente del Corso di Laurea in Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio montano Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano, sede di Edolo.
Sito internet:
www.valmont.unimi.it

 

 

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