Storia dell'alpinismo

I gloriosi anni Trenta (1929-1937)

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Gli anni ‘30 furono gli anni migliori dell’alpinismo italiano e videro concentrati in pochi anni un numero impressionante di salite di grandissimo rilievo, ad opera di un folto gruppo di eccezionali arrampicatori.

 

Alcune di queste salite – Giovan Battista Vinatzer in Marmolada, Raffaele Carlesso alla Torre Trieste, Alvise Andrich alla Punta Civetta, Emilio Comici alla Grande, Riccardo Cassin ancora alla Trieste – rappresentarono, nel campo dell’arrampicata libera, il livello massimo raggiunto, almeno in Dolomiti, fino agli anni ‘70.

 
Quest’intensa attività è stata anche influenzata da un certo nazionalismo derivante dall’esperienza della guerra. La reazione italiana, grandissima dal punto di vista alpinistico e sportivo, fu caratterizzata indubbiamente sul piano “culturale” da un’accesa vena di competizione nazionale, riscontrabile soprattutto nei primi e più “acculturati” alpinisti, come Comici, Rudatis, Tissi.
 
E’ possibile individuare alcune grandi “scuole” alpinistiche. Le principali sono quella agordino-bellunese di Tissi, i due Andrich e Rudatis; quella trentina di Videsott, Gilberti, Graffer, Detassis, Armani, Pisoni; e quella lecchese di Cassin, Dell’Oro, Tizzoni, Esposito, Ratti, Vitali.
 
Ma ci sono anche altre  scuole, forse meno numerose ma non certo inferiori come valore dei singoli, come quella triestina di Comici, quella milanese di Castiglioni, quella dolomitico-ladina di Micheluzzi e Vinatzer, quella vicentina di Soldà e Carlesso.
 
In questa classificazione, tuttavia, si deve ricordare come pure allora gli alpinisti fossero essenzialmente degli individualisti, generalmente insofferenti di qualsiasi gerarchia, celebrazione o cerimonia, nonchè difficilmente inquadrabili.
 
Di seguito un elenco di alcune delle più significative e famose salite degli anni Trenta, anche se non necessariamente si tratta delle più difficili.
 
1929 – Micheluzzi, guida di Canazei, apre una grande via in Marmolada. E’ la prima via di VI aperta da un alpinista non di lingua tedesca.
1931 – a Tissi ed al maggiore degli Andrich riesce la prima ripetizione italiana della Solleder in Civetta;
1932 – Gilberti sale lo spigolo dell’Agner;
1932 – Vinatzer apre una difficilissima variante diretta sulla Forchetta, oltrepassando le difficoltà di Duelfer e Solleder;
1933 – Comici compie il suo capolavoro, con la diretta alla Grande di Lavaredo;
1934 – il giovane degli Andrich apre una delle vie tecnicamente più difficili dell’epoca su Punta Civetta;
1934 – Detassiss apre la sua via sulla Brenta Alta;
1934 – Carlesso compie un’impresa di altissimo livello sulla Torre Trieste;
1935 – Cassin, sempre sulla Torre Trieste apre la prima delle sue grandi vie e quella che, a suo dire, resterà dal punto di vista tecnico la più difficile;
1935 – Cassin forza, con un discreto numero di chiodi, gli strapiombi sulla Ovest di Lavaredo;
1936 – Vinatzer compie il suo capolavoro, aprendo con Castiglioni la sua via sulla Sud della Marmolada; resterà per decenni, assieme alla Carlesso alla Trieste, la via ripetuta con maggiore difficoltà;
1936 – Carlesso supera la Torre di Valgrande;
1936 – Soldà apre due grandi vie sul Sassolungo e sulla Marmolada.;
1937 – Comici ripete in solitaria ed in meno di 4 ore la sua via sulla Cima Grande;
1937 – fuori dalle Dolomiti, il solito, inarrestabile Cassin conquista anche la Nordest del Badile.
 
Ermanno Filippi 
 
 
Testo di Ermanno Filippi – Istruttore di Alpinismo CAI. Tratto da "Brevi cenni di storia dell’Alpinismo", dispensa della Scuola di Alpinismo del CAI Bolzano

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