Con le ciaspole ai piedi dei Tre Scarperi, in Alto Adige
Tranquilla escursione sulla neve nella Val di Campo di dentro, a Sesto. Per lasciarsi avvolgere dalla Grande bellezza delle Dolomiti. Senza faticare
Raggiungere il pianoro della Val Campo di Dentro/Innerfeldtal da Val di Sesto è una delle più belle escursioni che San Candido possa offrire. La neve che imbianca i pendii e i prati a larice in questa stagione crea un alone di magia e raggiungere il Rifugio Tre Scarperi nel silenzio ovattato della valle è un’esperienza che non può mancare a chi ama la natura.
L’itinerario
Partenza: parcheggio di Val Campo di Dentro, Sesto (BZ)
Dislivello: + 450 m fino al Rifugio, poco di più fino a fondo valle
Tempo necessario: 4 ore (a/r)
Difficoltà: E
Il primo tratto di cammino segue la strada asfaltata che attraversa il bosco di altissimi larici fino a raggiungere un primo parcheggio (invernale) dove con buone condizioni si potrebbe arrivare anche in auto. Tuttavia, vale la pena concedersi il piacere di passeggiare sui prati innevati o anche a bordo strada. Il silenzio spesso è rotto solamente dal rumore del vento ed è piacevole osservare gli scoiattoli molto numerosi in questa zona. Da questo punto si può scegliere di continuare a salire lungo la strada o entrare nel bosco e seguire la traccia nella neve calzando le ciaspole. Entrambe le linee sono sempre ben visibili e la strada viene regolarmente battuta.
Siamo è nel territorio del Parco Naturale delle Tre Cime e le alte pareti di dolomia sono una costante presenza. Alla nostra destra i Baranci, inconfondibili da qualsiasi punto si osservi per le tante guglie che li caratterizzano. Tornando indietro con la memoria, potrebbero sembrare un gigantesco castello di sabbia, come quelli che da bambini si costruiscono in riva al mare lasciando cadere la sabbia bagnata dalle mani.
A sinistra ci osserva l’imponente gruppo dei Tre Scarperi con la “Punta” che raggiunge i 3.151metri, prima salita nel 1869 delle Guide alpine Franz Innerkofler e Peter Salcher che accompagnavano Paul Grohmann. Le verticali pareti di Punte dei Tre Scarperi da questo versante sembrano insormontabili e la cima irraggiungibile, ma la storia dell’alpinismo delle Dolomiti di Sesto è ricca di imprese straordinarie soprattutto nella seconda metà del 1800.
Si prosegue in leggera salita. Il sentiero per un breve tratto torna sulla strada poco prima del parcheggio estivo alto, possiamo evitare di togliere le ciaspole rimanendo appena lontani dall’asfalto anche se coperto di neve. Poco prima di una marcata curva a sinistra si incontreranno di nuovo le tracce per tornare tra gli abeti. La pendenza aumenta un poco ma non crea mai problemi, davanti a noi inizia a delinearsi la sagoma del Monte Mattina/Morgenkopf (2.491m) e in pochi minuti da questo punto si raggiunge la piana alluvionale che permette di riposare un poco.
Punta dei Tre Scarperi è ancora ben visibile e si mostra come un alto gendarme di roccia che domina la valle. Sulla destra si distinguono le Cime Piatte (bassa, di mezzo e alta/Unter, Mittere e Hochebenkofel), meta ambita di molti scialpinisti che spesso si incontrano lungo il cammino. Il sentiero torna sulla strada ma è possibile rimanere sulle ciaspole camminando alla destra della carrabile che porta al rifugio.
Vale la pena fermarsi un po’ per ammirare le straordinarie linee che la natura ha donato alle Dolomiti di Sesto, Punta dei Tre Scarperi ora appare isolata da una linea di alture in successione: Forcella Lavinia Bianca separa nettamente la cima di Punta Piccola degli Scarperi/Kleinerschuster (3.095 m) dalla Torre dei Viennesi/Wienertum, da Punta Lavinia Bianca/Weißlahnspitze (2.987 m) e da Lastron de Scarperi/Schusterplatte (2.957 m).
Ancora qualche minuto ed ecco il Rifugio Tre Scarperi, noto per l’eccellente cucina e aperto anche in inverno. In molti terminano qui la loro escursione, tuttavia, vale la pena proseguire lungo la piana per circa un chilometro e mezzo. Il sentiero è quasi sempre ben battuto e si mantiene sempre sul margine destro della piana (sinistra idrografica) che potremo comunque anche traversare facendo attenzione agli accumuli di neve.
Dove termina la piana la valle si divide, ben separata dal Monte Mattina che abbiamo davanti, in due ampi valloni. Sulla destra, imponente, appare Croda dei Rondoi/Schwalbenkofel (2.969 m) e a sinistra spicca la Torre Gioppi/Innichbachernspitze (2.609 m). Ci si trova nel punto dove durante la Grande Guerra gli Austroungarici avevano costruito una serie di teleferiche che permettevano di portare in alto i rifornimenti necessari ai soldati della prima linea. Da Crodon di San Candido/Innichriedlknoten (2.891 m) il fronte formava quasi una linea retta che toccava Torre di Toblin/Toblinger Knoten (2.617 m), ben visibile in alto, poi Torre dei Scarperi/Schwabenalpenkopf (2.683 m) e le cime che formano Monte Rudo/Rautkofel (la più alta tocca i 2.811m).
Per tornare al rifugio si segue a ritroso la stessa linea appena percorsa. Poi s’impone poi una scelta: tornare lungo il sentiero con le ciaspole oppure noleggiare uno slittino per percorrere la strada in discesa fino al parcheggio invernale. La strada è sempre ben battuta ma non è solamente una pista per slittino ed è necessario fare attenzione a chi sta salendo verso il rifugio.
Come arrivare
Dalla statale della Val Pusteria poco prima di San Candido seguire le indicazioni per Sesto. Dopo circa 5 km, sulla destra, sono ben visibili le indicazioni per il parcheggio. Comodi, ed efficienti i mezzi pubblici da San Candido.
Da Padola (sul versante veneto) superare l’abitato di Sesto e percorrere la Statale Carnica per altri 3 km fino a trovare il parcheggio sulla sinistra.
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