Facile escursione autunnale verso il Bric Berciassa, sopra Cuneo
Una facile vetta ad appena 962 metri di quota con vista sulla città. Nei pressi delle cima si trova un sito archeologico che racconta di un insediamento risalente all’Età del Ferro
Sta per concludersi il 2024, l’anno di “Cuneo Città Alpina”: tra gli spunti di riflessione maturati è emersa la necessità di ripensare il rapporto tra città e montagna creando occasioni positive di integrazione. Un passaggio senz’altro fondamentale è rivalutare le fasce di bassa quota quasi sempre e adatte alla pratica di attività outdoor anche nelle stagioni di transizione. Nulla di nuovo, in fondo, se pensiamo che già nel 1895 si costituiva a Cuneo un comitato per organizzare regolari “carovane scolastiche” in cui proporre ai giovani la visita alle cime panoramiche più vicine al capoluogo anche con l’impiego di mezzi pubblici per l’avvicinamento: un vero progetto per associare didattica, sport e conoscenza del territorio (Rivista mensile del CAI, vol. XV, 1896).
Una delle mete prescelte era il Bric Berciassa (962 m), dominante la confluenza dei torrenti Gesso e Vermenagna. Il punto d’osservazione, di sicuro interesse, offre una curiosità geologica e riporta alle remote origini degli insediamenti in area pedemontana.
L’itinerario
Località di partenza: Boves (582 m)
Dislivello: *400 m
Difficoltà: E
Tempo di percorrenza a/r: 3 ore
In passato, e ancora oggi nell’uso locale, il Bric Berciassa era chiamato “Bec d’Arnostia” o “Renostia”, come ricordato dalla “Guida delle Alpi Marittime” di Giovanni Bobba del 1908. La spalla SW, con il cosiddetto “Pilone Arnostia” costruito nel 1862, sovrasta i centri di Borgo San Dalmazzo e di Roccavione. La cima principale è ricordata per i ritrovamenti archeologici relativi a un sito dell’Età del Ferro, documentato a partire dalle ricerche condotte da Ferrante Rittatore Vonwiller nel 1952, oggetto di un dettagliato percorso informativo a pannelli tematici, realizzato di recente (www.becberciassa.it).
Nonostante la modesta altitudine, la gita comporta un grado di difficoltà escursionistica; nella parte finale alcuni brevi tratti sono esposti e nei rari casi di presenza di neve o ghiaccio possono richiedere l’utilizzo dei ramponi leggeri.
Da Boves, presso la Chiesa Vecchia e il pilone di S. Sebastiano (582 m) imboccare la via S. Pietro (segnavia H 27) e salire all’omonima cappella, in un’amena regione di appezzamenti un tempo coltivati a vigna. Si possono notare alcuni dei casotti che i proprietari amavano abbellire con architetture e decorazioni eclettiche. Proseguire in linea retta sulla campestre, trascurando le laterali per i fondi privati. Superata una croce, si sbuca sulla strada asfaltata a monte del Santuario di S. Antonio.
Lasciare altre diramazioni e continuare diritto. Terminato l’asfalto, si trascura a destra un tornante e si va ancora avanti, abbreviando su uno sterrato sul fianco SE del Truc Murgnie, fra castagni secolari. Alla biforcazione seguente prendere a destra, quindi ancora a destra sul sentiero indicato, diretto al Colle di Bercia (896 m), dove sorge un pilone con stinti ritratti di santi.
Affrontare a destra la cresta, scavalcando un primo dosso boscoso. Poco oltre una seconda anticima, si apre una fenditura a pozzo, probabile indizio di un sistema carsico, chiamata “Garb d’la Reina Jana” (antro della Regina Giovanna) per tradizione correlata alla figura leggendaria della regina Giovanna d’Angiò e quindi alla dominazione angioina del cuneese alla metà del Trecento. Occorre tuttavia notare che “reina” nel dialetto indica una cengia o una spaccatura trasversale della roccia.
Siamo ormai vicini alla sommità del Bric Berciassa e la veduta su Cuneo sembra evocare le antiche stampe disegnate “a volo d’uccello”. A oriente possiamo ammirare l’intera cresta tra il Bric Costa Rossa (2404 m) e la Besimauda (2231 m), le montagne simbolo dello sfondo cittadino.
Proseguiamo con qualche saliscendi, restando sempre sulla dorsale, per conoscere una selvaggia zona di boschi abbastanza giovani, dove la messa a dimora di macchie di conifere (pini e larici) e l’estensione della faggeta del versante Nord hanno sostituito appezzamenti destinati al pascolo degli ovini fino agli anni ’50. Terminiamo la nostra camminata al Pilone Arnostia (903 m), affacciandoci sulla valle Vermenagna al margine dell’estesa zona mineraria della Dormiosa, sfruttata per rifornire gli enormi stabilimenti dei cementifici di Borgo San Dalmazzo, oggi dismesso, e di Robilante.
Per approfondire
La sezione dedicata alla preistoria del Museo Civico di Cuneo ospitato nel pregevole complesso architettonico dell’ex convento di San Francesco, permette di orientarsi tra i reperti esposti in ordine cronologico e di ricostruire una mappa delle principali località indagate nel cuneese, alcune tuttora oggetto di studio. A Boves, in una ex filanda, ha sede il Museo del Fungo e delle Scienze Naturali, una collezione unica di modelli micologici realizzati con particolari tecniche di calco.
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