In vetta al Monte San Bernardo, grandioso balcone panoramico tra le valli Maira e Varaita
Si sale lungo il sentiero Luca Borgoni, risistemato da pochi anni, con belle visuali fino al Monviso e all’Argentera. Un viaggio, non troppo faticoso, anche nella cultura del castagno
Il Monte San Bernardo spicca con i suoi 1625 m di altitudine sull’ultimo tratto della catena divisoria tra le valli Maira e Varaita che va a esaurirsi verso la pianura piemontese. La sua singolare posizione geografica, quasi equidistante da entrambe le massime vette delle Marittime, l’Argentera, e delle Cozie, il Monviso, lo rende un punto panoramico particolarmente apprezzato su questi due settori alpini. Per raggiungerlo, proponiamo l’approccio dal versante sud-orientale che, grazie all’esposizione favorevole, è realizzabile anche in autunno avanzato e spesso anche in pieno inverno, essendo raro trovare condizioni di innevamento significativo.
L’itinerario
Partenza: Villar San Costanzo (CN), loc Foresti
Dislivello: + 890 m
Tempo a/r: 4 ore
Difficoltà: E
Noto ai runner locali come “Kilometro verticale”, l’itinerario parte dal piccolo paese di Villar San Costanzo, adagiato al piede della montagna, attraverso boschi radi e frammenti di vecchi pascoli trasformati in brughiere: un ambiente molto suggestivo in veste autunnale. Nel 2018 l’intero tracciato è stato risistemato, dotato di nuova segnaletica e intitolato a Luca Borgoni, giovane alpinista e atleta cuneese prematuramente scomparso.
Il percorso inizia dalla borgata Foresti (742 m) dove oltre un pilone sacro e il ponte sul torrente Faussimagna, la strada prosegue sulla riva sinistra. Trascurata a destra la via Liretta, si arriva a uno spiazzo per il parcheggio con le indicazioni e il monumento commemorativo a Luca Borgoni. Subito prima dell’impluvio (846 m) svoltare a destra: il sentiero inizia a elevarsi, alternando tratti ripidi ad altri più distensivi, e sfila presso alcune case abbandonate.
Nei boschi di castagno, si possono notare le tipiche costruzioni dei seccatoi, e più in alto, nelle radure, alcune baite corrispondenti agli alpeggi inferiori, ormai inutilizzati e in parte colonizzati da vegetazione arbustiva. Intorno ai 1150 m ci si immette in una mulattiera a mezza costa e si continua a sinistra, alla testata del vallone, fino a trovare dal lato opposto un ripiano (Pian Armì) e il rudere isolato della Meira Maggiorino (1259 m).
Deviare a destra per raggiungere infine la dorsale di enormi blocchi rocciosi (1404 m): la marcata traccia si destreggia ora tra spuntoni, risalti a strapiombo e macchie di betulle ed erica, mentre l’orizzonte si amplia verso tutta la media e bassa Valle Maira, con la cittadina di Dronero. Oltre la lapide che ricorda il luogo della fucilazione del partigiano Luigi Galliano (26.3.1944), un’ultima rampa conduce alla grande croce metallica della vetta, posta nell’Anno Santo 1933.
La veduta sul versante della valle Varaita è dominata dal Monviso, in basso si nota invece il complesso di edifici del Santuario di Valmala sorto intorno alla metà del XIX secolo.
Da vedere: chiese romaniche e fenomeni di erosione
La parte più antica della chiesa abbaziale di Villar, decorata da affreschi del Quattrocento, e soprattutto la splendida basilica di San Costanzo al Monte, fondata nel XII secolo sulle alture verso Dronero, nel presunto sito del martirio e in un contesto ambientale pressoché incontaminato, sono importanti testimonianze dell’architettura romanico-gotica piemontese e rimandano alla viva devozione locale per San Costanzo, secondo la tradizione uno dei soldati romani della “legione tebea” convertiti al cristianesimo.
Su questo sfondo, la leggenda ha interpretato le curiose forme di erosione a fungo che si trovano alla periferia di Villar chiamate “I Ciciu” (fantocci), gruppi di colonne sormontate da un cappello roccioso, volendovi vedere i persecutori di Costanzo pietrificati dalla vendetta divina. L’area è tutelata da una Riserva Naturale dove sono stati allestiti spazi ricreativi, didattici e di visita, arricchiti da pannelli informativi sulla geologia e la storia della località, e percorsi di esplorazione di difficoltà turistica (www.ciciudelvillar.areeprotettealpimarittime.it, www.provillar.it).
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