Itinerari

Alla conquista di Cima Sabén, tra i monti del Cuneese

Bella escursione sulla montagna calcarea tra la Valle Stura e la Valle Gesso alle spalle dell’elegante borgo di Valdieri

La Cima Sabén e la Rocca San Giovanni formano un piccolo massiccio calcareo dalle note particolarità geologiche e botaniche, e compongono un fondale scenografico inconfondibile per Valdieri, una vera e propria cittadina di montagna dagli eleganti dettagli urbanistici: il severo palazzo comunale porticato, la chiesa parrocchiale neoclassica, la passeggiata in pieno sole del quartiere Saretto, la villa liberty appartenuta alla famiglia del comandante partigiano e alpinista Dante Livio Bianco, oggi sede amministrativa del Parco delle Alpi Marittime.

La conformazione del rilievo, l’esposizione a Sud al riparo dai venti e la scarsa durata della copertura nevosa determinano la singolare distribuzione della vegetazione: a una limitata presenza di piante d’alto fusto (faggi, betulle e qualche conifera) si associano estese zone con prevalenza di specie floristiche e arbusti tipici della macchia, tra cui il ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), attestato qui in una delle localizzazioni più settentrionali d’Europa, motivo della creazione di un’apposita riserva di tutela nel 1984.

Pietraie, banchi di rocce solcate dall’erosione, gole impervie, pendii molto ripidi e alcune caverne, tra cui la grotta della Maddalena che domina i tetti del paese, costituiscono il brullo ambiente in cui ci si inoltra per questa escursione ricca di spunti sorprendenti, non ultimo il possibile incontro con piccoli gruppi di camosci.

Nello stesso contesto, al margine settentrionale dell’abitato e in contiguità con una cava dismessa, la necropoli protostorica scoperta nel durante alcuni lavori sulla vecchia strada per Andonno e datata tra il X e il VI secolo a.C., propone un salto all’indietro nei tempi. Il sito è stato attrezzato per le visite e le attività didattiche, mentre i reperti archeologici hanno trovato collocazione in uno spazio museale allestito in casa Lovera, antica dimora signorile affacciata sulla piazza Vittorio Emanuele.

L’itinerario

(Dislivello 890 m, tempo 2,30 ore, difficoltà EE, consigliato il casco)

Le guide delle Alpi Marittime del CAI, a partire da quella di Giovanni Bobba del 1908, riportano la grafia Sabench, secondo la pronuncia usata nella valle Stura. La cima si distingue per l’evidente cuspide che emerge anche dal versante Nord-Est, meno caratterizzato, su cui si sviluppano altri itinerari, di minore impegno, provenienti da Borgo San Dalmazzo.

Da Valdieri (790 m) prendere la via Principe Umbertoe percorrerla fino alla cappella di San Giuseppe. Qui inizia a sinistra una strada campestre che immette nella valle Scumbes (pannelli del Parco Alpi Marittime). Proseguire diritto fino a un crocicchio oltre una baracca in pietra (845 m), dove si devia sul sentiero di destra, iniziando ad elevarsi con serrate serpentine lungo un arido costone, tra cespugli di ginepro e lavanda, con una veduta a picco sulla valle Gesso.

Una diagonale a sinistra conduce ad una balza dove spicca un gande esemplare isolato di ginepro di Spagna (Juniperus thuirfera) censito come albero monumentale. Poco dopo si arriva ai resti del Ciabot La Crava (1237 m). Con un tornante a sinistra si accostano le pareti della Rocca San Giovanni e si trova un bivio con indicazioni: lasciare la prosecuzione a sinistra e salire ancora di fronte, fino a lambire le rocce aggettanti in corrispondenza del muretto a secco di un ricovero.

Intraprendere ora un’avventurosa traversata verso sinistra, su una traccia che si mantiene sempre accanto alla bastionata e ne costeggia tutta la base. In alcuni tratti la roccia presenta striature verticali nerastre ed è colonizzata da arbusti che sfruttano il poco terreno delle spaccature. Raggiungere l’imbocco di un breve canale incassato da affrontare dapprima sul lato destro, quindi appoggiando a sinistra verso il bordo nella parte intermedia, infine al centro per uscire sulla cresta appena a SE della vetta.

A sinistra, al margine del bosco e quindi sullo spoglio cocuzzolo terminale si raggiunge la Cima Saben (1670 m) decorata da una croce e da una colonnina di orientamento.

È possibile realizzare al ritorno un anello parziale, andando a destra all’incrocio già superato all’attacco della via, e passando dalla scomparsa borgata Ciabot Clinetta (1323 m): il tragitto comporta dapprima qualche saliscendi nel rado bosco. Dai ruderi evitare il sentiero diretto a sinistra, suggerito da un vecchio cartello, poiché risulta di fatto quasi abbandonato; è invece stato segnalato di recente un percorso alternativo ad Ovest e poi sul fianco destro del vallone (Colletto di Rustagn), fino al punto di rientro a 845 m.

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