Alpinismo

Lo Shivling respinge ancora Siegrist e Schild, che però aprono una nuova via sulla cima vicina

I due scalatori svizzeri che hanno tentato per la terza volta la vetta situata nel Garhwal Himalaya a 6450 metri di quota. Si sono però rifatti sul poco distante Bhagirathi III

Gli svizzeri Stefan Siegrist e Jonas Schild sono tornati nel Garhwal Himalaya, in India, per un terzo tentativo sullo Shivling (6450 m). Tuttavia, come è accaduto altre volte ad alpinisti che scalano in stile alpino, hanno finito per aprire una nuova via su un’altra cima. Si tratta della cresta Sud-Ovest del Bhagirathi III. 

“Puoi realizzare una bella ascesa anche se le cose non vanno secondo i piani” ha poi dichiarato Schild. 

I due avevano tentato questa salita per la prima volta nel 2021, ma erano tornati indietro per problemi di salute. L’anno seguente, un monsone tardivo aveva ricoperto la montagna di neve, e i due non avevano neanche potuto avvicinarsi a causa del rischio valanga elevatissimo. Questa volta, nonostante le piogge che hanno ritardato il trekking di avvicinamento, il meteo è migliorato rapidamente. 

Siegrist e Schild, insieme a Hugo e Kaspar Grossniklaus, hanno raggiunto il campo base e sono subito partiti per l’acclimatamento. “Il team era in forma, il meteo stabile, e le condizioni miglioravano ogni giorno” ha riportato Siegrist. Il primo giorno hanno scalato un pilastro di roccia fino al primo campo, a 5700 metri, e il giorno dopo hanno proseguito. “L’arrampicata era perfetta, le fessure stupende. Questa volta ho scalato in libera la sezione chiave, mentre nel 2021 ero dovuto ricorrere all’artificiale. Puro divertimento a 6000 metri!” ha ricordato Schild. 

Una svolta improvvisa

Alla fine del secondo giorno, improvvisamente Kaspar Grossniklaus ha accusato un edema polmonare da alta quota. “Io e Stef ci siamo guardati increduli. Era la stessa storia, lo stesso posto, e la stessa quota del nostro primo tentativo. Abbiamo dovuto rinunciare a 400 metri dalla vetta”. 

Tuttavia, gli alpinisti non volevano tornare a casa a mani vuote, e sono passati al piano B. La cresta Sud Ovest del Bhagirathi III, ancora inviolata. Avevano studiato la linea dal campo base, e dopo la ripresa di Kaspar sono partiti verso la montagna. Gli alpinisti hanno attraversato il ghiacciaio per attaccare la cresta, costituita da roccia molto friabile. La maggiore sfida era trovare prese solide e roccia dove piazzare le protezioni, così si assicuravano con friends o passando la corda attorno a degli spuntoni, alla maniera delle guide. “All’ora di pranzo, eravamo tutti ad abbracciarci felici sulla vetta” ha concluso Schild. 

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