Escursione autunnale al Rifugio Guglielmo Jervis, in Valle dell’Orco
Piacevole camminata nella vallata che si distende sul versante piemontese del Parco nazionale Gran Paradiso. Meteo permettendo, il rifugio in ottobre è aperto
In Valle dell’Orco, nel Parco Nazionale Gran Paradiso, versante piemontese, si trova il Rifugio Guglielmo Jervis, da non confondere con il rifugio “Willy Jervis”, situato nella Valdese Val Pellice. La struttura è posizionata nell’incantevole Pian del Nel, a 2250 metri, ai piedi del gruppo della Levanne, dall’estetica peculiare e inconfondibile. La struttura è intitolata a Guglielmo Jervis, accademico del CAI, iscritto alla sezione di Ivrea e fucilato dalle SS a Villar Pellice, concetto che spiega l’omonimia con l’altro rifugio della Val Pellice. Come per molti altri ricoveri e rifugi del Piemonte, anche questo rifugio era una caserma dell’esercito, a presidio della frontiera con la Francia. Fuori stagione il rifugio è generalmente aperto nei fine settimana, salvo precoci e abbondanti nevicate. Muoversi fuori stagione, però, consente di apprezzare tranquillità e, spesso, solitudine, con maggiori possibilità di incontro con gli animali, soprattutto i camosci, ben visibili a queste latitudini. Molto interessante anche la vista sulla catena del Gran Paradiso che, dal Pian di Nel, mostra il suo lato glabro e roccioso, in netta contrapposizione estetica col versante ammirabile dal vicino colle del Nivolet. Va ricordato che nel Parco Nazionale Gran Paradiso è vietato muoversi con il cane.
L’itinerario
Partenza e arrivo: Chiapili di Sotto (1667 m), frazione di Ceresole Reale (TO)
Dislivello: + 585 m
Tempo: 3.30 ore (a/r) ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da giugno a ottobre
A Chiapili di Sotto, poco dopo Ceresole Reale, si parcheggia nei pressi del Rifugio Alpinisti Chivassesi – Guido Muzio e si attraversa il torrente Orco per dirigersi verso il piccolo skilift (sentiero numero 531). Si sale un tratto della pista da sci, muovendosi preferibilmente sul suo fianco destro, nel senso di marcia, sino a raggiungere la stazione superiore. Già in questo tratto, non è raro vedere spuntare tra i larici qualche ungulato, soprattutto camosci che, verso la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, tendono a scendere di quota per brucare l’ultima erba, prima della stagione invernale. Si continua ora lungo un sentierino, segnalato da cartelli e segni rossi e bianco e rossi. Siamo ancora in zona di bosco, con larici, alcuni dei quali imponenti e secolari, sino all’Alpe Giasseti (1835 m). Sempre nel bosco, a tratti ripido, si cammina seguendo la traccia principale, ignorando alcune varianti, sino ad un bivio, dove si incrocia il sentiero proveniente dalla località Villa. Si prosegue in salita sino ai ruderi dell’Alpe Degrané (2055 m). Si sale ancora e, prestando attenzione alle indicazioni, si giunge nei pressi del torrente sino ad un bivio, con indicazioni per l’ormai vicinissimo rifugio Jervis (2248 m). L’altro sentiero conduce, invece, al Cole di Nel. Dal rifugio si gode di bella vista sull’incombente gruppo della Levanne e sulla catena del Gran Paradiso, sul versante opposto.
Verso il Col di Nel
La salita al Col di Nel consente un panorama ancora più vasto. L’ambiente è quello tipico dell’alta valle dell’Orco, con rocce e sfasciumi e un’estetica da ambiente selvaggio. La salita non è difficile, ma fuori stagione e in caso di neve o ghiaccio richiede attenzione (e attrezzatura adeguata), soprattutto nell’ultimo tratto. Per raggiungere il colle dal rifugio si torna sui propri passi sino al bivio, già incontrato durante la salita, con indicazioni per il Col di Nel. Seguendo i segni rossi e alcuni ometti in pietra, più o meno evidenti, si cammina in zona di torbiera sino ad una baita in pietra. Si sale quindi sino alle baite dell’Alpe di Nel, in una conca pianeggiante. Il sentiero, ora meno evidente, sale alternando tratti di sfasciumi e altri più agevoli. Prestando attenzione agli ometti in pietra, si supera l’ultimo strappo, sino all’esiguo spazio del Col di Nel (2550 m; + 300 m; 40 minuti dal Rifugio Jervis).
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