Fotografare in montagna con un treppiede piccolo piccolo
E’ veramente indispensabile utilizzare un sostegno pesante e di grande ingombro? I consigli dell’esperto
Ho passato anni e anni a girovagare per valli e vallette, tracce e sentieri, valichi e cime, sempre cercando la massima qualità di immagine, con fotocamere, obiettivi, accessori vari e, ovviamente, treppiedi pesanti come macigni. Col tempo, ho poi compreso che, non sempre, è necessario trascinarsi lungo itinerari con cavalletti immensi, ma si può anche trovare qualche alternativa.
Ho già parlato del treppiede e delle varie tipologie di sostegno, per l’attrezzatura fotografica. Vi ho anche raccontato dei criteri per scegliere questo accessorio, spesso utile e, a volte, indispensabile. Personalmente, non lo ritengo neanche un accessorio e, dopo molti anni di scarpinate ed escursioni fotografiche, lo vedo come uno strumento indispensabile. Per informazioni più dettagliate e per ragionamenti di base, vi rimando a “Fotografare con il treppiede e altre tipologie di appoggio”. Piuttosto utile, abbastanza importante o indispensabile che sia, sfido chiunque a non ammettere di non essere caduti nella tentazione di lasciarlo a casa o nel bagagliaio dell’auto. Sicuramente, spesso, questa idea si è concretizzata con il colpevole abbandono del nostro prezioso supporto. Non è solo una questione di peso, ma anche di impegno mentale: posizionarlo, regolarlo, fissare la fotocamera o il teleobiettivo sono operazioni che richiedono una certa lentezza.
Più pesa e più è stabile?
Sì. In effetti più il treppiede è pesante e più è stabile. Già detto, lo so. Questo asindoto (pesante – stabile) è decisamente assodato. Il peso è proprio il principale motivo per cui, qualche volta, tutti l’abbiamo abbandonato nell’armadio di casa. Muovendosi in montagna è sempre indispensabile moderare il carico e il peso, come raccontato anche nel capitolo “Corredo fotografico per il foto – trekking”
Treppiede “grande” in carbonio oppure un mini treppiede
Inutile camminare o scalare trascinando carichi che renderebbero insopportabile qualsiasi attività di montagna, anche se una certa sofferenza è insita nell’essenza stessa della fotografia di montagna. Il primo “rimedio” è l’utilizzo di un treppiede in carbonio: comodo, leggero, molto costoso, ma per fotografare in maniera approfondita, professionale o a livello superiore di chi intenda solo “portare a casa” qualche ricordo diventa un supporto importantissimo: alba, tramonto, cascate, acqua con effetto seta e soggetti in movimento richiedono sempre, o quasi, l’uso del cavalletto, a causa dei tempi di posa lunghi, assolutamente sconsigliabili per la mano libera. Se anche un buon treppiede in carbonio, pur più leggero, risulta essere comunque un ingombro notevole da appendere allo zaino, oppure non intendiamo sobbarcarci del peso in più (anche se modesto), si può ovviare, ulteriormente, utilizzando un mini treppiede, piccolo e molto leggero.
Ma come? Hai appena finito di dire che un cavalletto leggero non è stabile?
Si è vero. Torniamo all’asindoto di cui sopra (pesante – stabile), ma tra avere un treppiede piccolo e leggero o non averlo, c’è comunque una certa differenza. Ci sono poi alcune accortezze che possono aiutare ad ottenere immagini nitide e ben ferme, anche usando un mini treppiede, come vedremo in seguito.
Cosa si intende per mini treppiede?
Per mini treppiede intendo un cavalletto piccolo, poco ingombrante, ma comunque abbastanza stabile, uno strumento che diventa un ricettacolo di compromessi. La prima caratteristica deve essere l’ingombro minimo e la leggerezza. Per essere leggero, ma anche stabile, deve essere basso. Questo è il grande compromesso da accettare. Non parlo, quindi, di cavalletti da supermercato che sono leggeri, perché fatti di materiali scadenti e di plastica, pronti a ballare alla prima vibrazione, al primo alito di vento, o se parlate a voce alta…quelli lasciateli dove sono: meglio rinunciare a fotografare una cascata con effetto seta e tempo di posa lungo che rischiare di vedere la preziosa attrezzatura fare un bel tuffo nel torrente! L’unico posto dove sono stabili è lo scaffale del negozio!
Per mini treppiede, intendo quindi un cavalletto che rinuncia all’altezza, per diminuire peso e ingombro, pur rimanendo piuttosto stabile. Insomma, parlo di un treppiede basso, ma tozzo e robusto, un po’ come un nano guerriero del Signore degli Anelli. Essendo basso, non consente neanche di alzare molto le gambe che, al massimo, permettono un’estensione intorno ai 50 cm. La possibilità di estendersi ulteriormente obbliga a una costruzione con le gambe molto più lunghe. In questo caso ha più senso usare un treppiede classico. Non parlo di treppiedi da tavolo da pochi euro o i cosiddetti “gorilla”, utili al limite per fissare accessori come il flash, ma veri e propri treppiedi, solo molto più piccoli. Visto che la ricerca della leggerezza è lo scopo principale di questo articolo, anche in questo caso consiglio di valutare mini cavalletti in carbonio.
Come si fotografa col mini treppiede?
I limiti principali sono due: non poter fotografare con la fotocamera molto alta da terra, perché il treppiede si estende poco e non poter usare fotocamere e obiettivi troppo pesanti.
Altezza da terra: La massima estensione è intorno ai 40 o 50 cm. Per esempio, il Sirui AM 223 (testa compresa) misura dai 26 ai 42 cm, al massimo della su estensione. Volendo è possibile, come optional, aggiungere qualche centimetro con una colonna centrale (a mio avviso, però, si perde il fine ultimo dell’aggeggio, ovvero la leggerezza e la trasportabilità). Per scattare, quindi, con la fotocamera ad un’altezza maggiore è necessario cercare un appoggio di fortuna, come una roccia, un tronco, o similari, dove appoggiare il mini treppiede. In montagna, in genere, queste tipologie di “alza cavalletto naturale” non mancano!
Peso caricabile: Ogni produttore dichiara il peso che il proprio treppiede è in grado di supportare. A volte le tabelle sono un poco ottimistiche. Valutate quale è il peso dell’attrezzatura che intendete piazzare sul vostro mini treppiede. Prestate molta attenzione alla testa del treppiede. Se la parte delle gambe può sostenere un certo peso, la testa, generalmente a sfera per questi modelli, risulta essere più fragile e meno stabile. Se intendete utilizzare un bel 300 mm f 2,8 da 3 kg, associato ad una fotocamera da 1,5 kg, garantito, avete necessità di un treppiede normale, robusto e stabile, anche se il produttore del vostro mini treppiede dichiara di poter sostenere 10 kg. Provate a guardare le dimensioni fisiche del vostro bel 300 mm 2,8 e quelle della testa del vostro bel mini treppiede! Ci sono, poi, anche le vibrazioni, anche se usate un telecomando. Per mia diretta esperienza, posso dire che mi sento di consigliare il mini treppiede (dichiarato, per esempio, per 10 o 15 kg) per un’attrezzatura ben più leggera e così composta: fotocamera mirrorless (670 gr, 900 gr, considerando modelli pesanti) o reflex con obiettivo zoom 24-70 2,8, (800 – 900 gr) oppure 70-200 2,8 (1500 gr 1800 gr). E’ già una combinazione che consente di risolvere molte situazioni.
Per minimizzare le vibrazioni
Una volta ben fissato la fotocamera alla mini testa, se non si hanno esigenze di velocità, per minimizzare le vibrazioni, consiglio di:
- usare un telecomando: dedicato alla fotocamera, anche di produttore universale, in modo da avere un consistente risparmio.
- usare l’autoscatto: in assenza di telecomando, si può ovviare con l’autoscatto, almeno settato su una decina di secondi. Altrimenti le vibrazioni potrebbero essere comunque presenti.
- alzare lo specchio: se usate una fotocamera reflex, c’è possibilità di alzare lo specchio preventivamente allo scatto. In questo modo si riducono le vibrazioni dovuto al movimento dello stesso.
- disattivare lo stabilizzatore: sulle ottiche, ma anche sulle fotocamere, dove presente. In alcuni modelli, se sul sensore della fotocamera, si disattiva da solo nel momento in cui la macchina fotografica “comprende” di essere sul treppiede. Ma voi vi fidate?
Modelli di mini treppiede
Sono parecchi i modelli di mini treppiede validi. In particolare segnalo le seguenti marche, in carbonio, e dal costo piuttosto abbordabile:
- K e F concept
- Sirui
- Benro