Alpinismo

Fantastica galoppata di Filip Babicz sulle quattro creste del Cervino

L’alpinista italo-polacco ha percorso in successione, slegato e senza appoggi esterni, le creste di Furggen, Hörnli, Z’mutt e Leone. Tempo complessivo 7 ore, 43 minuti e 45 secondi

L’ho fatto di nuovo… Ho trovato il modo per superare la mia stessa immaginazione!” “I did it again… I found the way to go through my imagination!” “Zrobiłem to znowu… Przekroczyłem moją własną wyobraźnię!

Ripete la stessa frase per tre volte Filip Babicz, in italiano, in inglese e in polacco, per annunciare a chi lo segue sui social la sua ultima impresa, compiuta domenica 1 settembre: la doppia traversata delle quattro grandi creste del Cervino, con partenza e arrivo dal rifugio dell’Oriondè, nel tempo complessivo di 7 ore, 43 minuti e 45 secondi. 

Dallo storico punto di appoggio sul versante italiano della “Gran Becca”, a 2802 metri di quota, Filip ha raggiunto la Cresta di Furggen, e l’ha percorsa per la Diretta degli Strapiombi. Ha impiegato 1 ora e 38 minuti, un tempo da record, e la sua è stata anche la prima salita free solo. 

Dai 4478 metri della vetta, l’alpinista ha percorso in discesa, in soli 40 minuti, la Cresta dell’Hörnli, seguendo la via normale svizzera fino ai 3260 metri della Hörnli Hütte, la storica base della montagna sul versante di Zermatt. 

Dopo qualche minuto di riposo è ripartito, con una lunga e insidiosa traversata ai piedi della parete Nord del Cervino. Ha raggiunto la Cresta di Z’mutt intorno ai 3410 metri di quota, poi l’ha risalita integralmente fino in vetta in 2 ore e 18 minuti, e anche questo tempo è un record. 

La discesa finale si è svolta lungo la Cresta del Leone, quella della via normale italiana, in 37 minuti dai 4474 metri della vetta svizzera del Cervino fino al 3579 del Colle del Leone. Da lì, su terreno via via più facile, Filip Babicz è tornato all’Oriondè. 

Lo straordinario record fatto registrare qualche giorno fa dal catalano Kilian Jornet Burgada per salire gli 82 “ottomila” delle Alpi spostandosi da una montagna all’altra a piedi e in bici dimostra che collezioni e concatenamenti sono molto importanti per gli alpinisti di alto livello. 

Il concatenamento delle quattro creste del Cervino, straordinario per eleganza, fama dei luoghi e impegno complessivo, è già stato effettuato alcune volte, anche in solitaria e anche in inverno, ma resta un itinerario meraviglioso e simbolico, in vista di due capitali dell’alpinismo come la svizzera Zermatt e l’italiana Cervinia.    

L’idea di scalare le quattro creste del Cervino è ispirata dalla forma e l’estetica di questa montagna a forma di una piramide, la cosa principale di questo progetto era che il tracciato doveva enfatizzarlo. Perciò nessuna scorciatoia e un solo punto di partenza e arrivo per chiudere questo grande percorso a forma di un 8. La pura perfezione della forma”, spiega Filip Babicz al ritorno.

Nella sua doppia traversata, ricorda l’alpinista italo-polacco, hanno avuto un ruolo fondamentale “l’etica e uno stile senza compromessi”. Nessun supporto o deposito sulla montagna, l’unico scambio di materiale e di cibo è stato fatto ai piedi della montagna tra la fine della prima scalata e l’inizio della seconda.

Le “sue” montagne a tutta velocità

Filip Babicz, quarantaduenne campione di speed climbing, atleta militare con la doppia cittadinanza italiana e polacca, ha alle spalle numerose ascensioni di questo tipo. Nel 2022 ha salito la parete Est del Grand Capucin, per la “Via degli Svizzeri” con uscita su “O sole mio”, in soli 49 minuti.
Due anni prima, nel 2020, lo stesso alpinista aveva salito la cresta Sud dell’Aiguille Noire de Peuterey in 1 ora, 30 minuti e 14 secondi. Un mese prima, sempre da solo, aveva percorso in 17 ore e aggiungendo due vette al percorso storico, l’“Integralissima” di Peuterey, dal fondo della Val Vény fino ai 4810 metri del Monte Bianco.

Filip Babicz ha dedicato la sua impresa di qualche giorno fa alla memoria di Kacper Tekieli, un grande alpinista polacco che cinque anni fa aveva concatenato a sua volta le creste del Cervino (senza averle mai percorse in precedenza!) e che nel maggio del 2023 ha perso la vita scendendo con lo snowboard dalla Jungfrau, 4158 metri, nell’Oberland Bernese. 

Restiamo in attesa di avere da Filip qualche dettaglio in più sulla sua doppia traversata, e intanto riportiamo anche qui l’appello che ha lanciato sui social. “Sfortunatamente ho avuto alcuni problemi con le telecamere. Chiedo a tutti coloro che erano sul Cervino l’1 settembre e mi hanno visto durante la mia corsa e magari mi hanno filmato e fotografato di contattarmi o inviarmi un messaggio. Grazie in anticipo!

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